Ho sempre più l’impressione che, se potessimo eliminare la parte dell’olocausto, la stragrande maggioranza delle persone oggi, dalle persone per bene ai furbetti, dagli intellettuali ai pecoroni, dai moderati agli xenofobi, troverebbe l’approccio fascista, comunista e nazista perfettamente rispondente alle necessità odierne. Come se appunto, al netto dell’orrore finale, la Germania nazista fosse uno stato bello ed efficiente in cui vivere, come se l’italia fascista, ammorbidita un poco nell’uso quotidiano della violenza, rappresentasse tutt’ora un modello valido e che il comunismo, chiudendo l’occhio sui gulag, fosse un bellissimo sistema di democrazia diretta guidato dai soviet nell’interesse dei più deboli.
Quello che più mi preoccupa non è tanto l’ignoranza di chi non sa come stavano realmente le cose durante i totalitarismi, o l’edulcorata nostalgia di alcuni che quei tempi non li hanno vissuti, ma la cecità di chi sa e non riconosce oggi lo stesso schema di valori che ha condotto quei totalitarismi alle bestialità che sappiamo.
Vedo una certa continuità di pensiero nello stato totale, che si manifesta oggi nel totalitarismo del diritto: non esiste campo in cui non si possa esibire il potere assoluto della legge, non c’è un confine a cosa può o non può essere legiferato, dalla vita e morte delle persone, alle modalità con cui separano la spazzatura, da quello che puoi o non puoi coltivare e mangiare a quanto e quando devi risparmiare per la vecchiaia, tutto condito da tombali e criptiche risme di carta degne degli elenchi telefonici. Come se la guerra fredda fosse stata solo una lunga pausa dettata dalla contingente minaccia reciproca e, caduto il muro, si fosse ripreso a pieno regime da dove ci si era fermati, nell’espansione di un potere sempre più globale e totalizzante, nell’illusione di un mitologico, tautologico e mai meglio precisato bene comune che giustifica ogni mezzo.
Non c’è alcuna garanzia che accettando un potere governativo quel potere finisca nelle mani di chi dovrebbe fare il bene e non approfittarsene, ci siamo raccontati per secoli che chi lo deteneva ne aveva un diritto divino, poi ereditario, adesso ci raccontiamo che lo fa in nome del popolo scelto dal popolo, ma anche qui non risponde alla garanzia che sia la persona giusta. non c’è alcuna garanzia che chi lo detiene, anche dovesse conquistarlo la persona giusta, lo usi come promesso o sappia usarlo come promesso e non c’è scienza che possa calcolare gli effetti positivi o dannosi di un qualsiasi provvedimento, non esiste la sfera di cristallo e nemmeno una matematica in grado di leggere la complessa realtà se non per piccole fette e brevi periodi. non mi interessa sapere se con la nuova legge domani guadagnerò 1 euro in più se il giorno dopo sarò licenziato o mi chiuderanno l’attività per un effetto collaterale del medesimo provvedimento. E se nessuno può sapere cosa è meglio per tutti, che diritto potrà mai discenderne di imporlo a tutti?
“Ho sempre più l’impressione che, se potessimo eliminare la parte dell’olocausto, la stragrande maggioranza delle persone…”
In effetti era il gioco dei negazionisti: minimizzare l’accaduto, negarne una grossa parte, ripulirsi e ripresentarsi in maniera più che accettabile.
E devo dire che lo hanno fatto in modo molto professionale e convincente.
Sono da sempre appassionato della II g.m. e del nazismo in genere, quindi ho potuto evitare le loro trappole, anche se erano assai insidiose.
Se mi fossi affacciato da sprovveduto all’argomento, visto il desolante panorama della storiografia ufficiale di contro-argomentazioni specifiche, credo che sarei finito io pure nelle loro file. Non giudico male quindi i molti ragazzi che si sono lasciati convincere da questi affabulatori.
Il negazionista più preparato del mondo credo sia Mattogno e ci vuole un
panzer per fermarlo. Irving era altrettanto tosto, ma è crollato e ha fatto abiura. Faurisson è stato forse il primo negli anni 70 a sollevare il problema, ma non ha la stazza intellettuale degli altri due.
Mi sa che hanno sbagliato i tempi: se i negazionisti fossero nati un secolo dopo il 45 forse ce l’avrebbero fatta, considerando la pochezza/assenza di contromisure degli storiografi ufficialmente schierati.
Ma perchè scrivo ciò?
Perchè domani si paleserà l’unica contromisura che il potere ha saputo prendere contro questi bricconcelli, ovvero l’esibizione muscolare.
Domani entra in vigore la legge 115 anti-negazionismo, così il belpaese si allinea ai già molti stati punizionisti e combatte il nazismo col nazismo. In attesa della psicopolizia, bien sûr.
Pure Rothbard era affascinato dal tema tant’è che Walter Block lo prendeva affettuosamente in giro. http://www.thornwalker.com/ditch/fields_pclib_lte.htm
(L’occasione era la festa a sorpresa organizzata dal LvMI in occasione del sessantesimo compleanno di Rothbard. The Hoax of the Twentieth Century si riferisce al libro negazionista di Arthur Butz, una delle prime opere rigorose sulla questione.)
Non sapevo, ho letto con interesse, grazie.
Se serve un panzer per fermare i cosiddetti negazionisti è perchè hanno argomenti più che solidi, altrimenti basterebbe la verità.
Ma la verità è che eliminare fisicamente 6 milioni di persone trasformandole in cenere è innanzitutto un enorme problema tecnico, che può essere superato solo se esiste a monte un raffinato progetto ingegneristico. Le strutture ancora visibili ad Auschwitz I e Birkenau, per limitarsi ai campi più tristemente noti, sono ridicolmente inadeguate sia per quantità sia per caratteristiche costruttive per assolvere al loro presunto compito. Chi ha progettato quelle camere a gas era un perfetto idiota, o un totale incompetente, oppure le camere a gas non servivano allo scopo che ci hanno raccontato. Il numero di forni crematori era del tutto insufficiente alla bisogna, quindi di nuovo siamo di fronte a progettisti che definire stupidi è un complimento, in ogni caso con quelle dotazioni sarebbe stato tecnicamente impossibile realizzare quanto sostenuto dalla storiografia ufficiale.
Capisco bene che si tratti di un argomento particolarmente scomodo e delicato, ma questi (e tanti altri) sono elementi che non possono essere sottaciuti o semplicemente ignorati.
Nel regno dello sterminio restano sempre imbattibili le arme cinetiche. La cara vecchia pallottola, affidabile, a buon mercato, facile da capire e usare, precisa quanto si vuole.
A quanto pare il massacro di Nanchino ormai entrato negli annali dei genocidi è una storia inventata di sana pianta.
http://www.sdh-fact.com/book-article/110/
(Si vedano note 8,9, e 10).
“non esiste campo in cui non si possa esibire il potere assoluto della legge, non c’è un confine a cosa può o non può essere legiferato…”
Giusto, ma che mentecatti parassiti legiferino sulla curvatura dele banane, la lunghezza dei cetrioli e il diametro delle palline nei fischietti per i più è marginale e non provoca schifo e conati di vomito, al massimo sguardi ebeti e sorrisini idioti.
“Non c’è alcuna garanzia che accettando un potere governativo quel potere…”
Sì, ma il potere costituito – sia esso monarchico o imperiale o presidenziale – potrà sempre contare su due pressochè invincibili alleati: 1) la Chiesa, che vi intravede una sorta di riproposizone in terra dell’ordine celeste in cui sono ben chiare le varie gerarchie; 2) l’universo femminile in genere, che presuppone di trovarvi un minimo di sicurezza e protezione.
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Perciò non mi aspetto nulla di buono, neppure campassi 500 anni.
“Ho sempre più l’impressione che, se potessimo eliminare la parte dell’olocausto, la stragrande maggioranza delle persone…”
In effetti era il gioco dei negazionisti: minimizzare l’accaduto, negarne una grossa parte, ripulirsi e ripresentarsi in maniera più che accettabile.
E devo dire che lo hanno fatto in modo molto professionale e convincente.
Essendo stato da sempre un appassionato della II g.m. e del nazismo in genere, ho evitato le loro trappole, anche se erano assai insidiose.
Se mi fossi affacciato da sprovveduto all’argomento, visto il desolante panorama della storiografia ufficiale di contro-argomentazioni specifiche, credo che sarei finito io pure nelle loro file. Non giudico male quindi i molti ragazzi che si sono lasciati convincere da questi affabulatori.
Il negazionista più preparato del mondo credo sia Mattogno e ci vuole un
panzer per fermarlo. Irving era altrettanto tosto, ma è crollato e ha fatto abiura. Faurisson è stato forse il primo negli anni 70 a sollevare il problema, ma non ha la stazza intellettuale degli altri due.
Penso che si siano sbagliati i tempi: se il negazionismo fosse sorto almeno 80 anni dopo il 45 forse ce l’avrebbe fatta, considerando la pochezza intellettuale dei suoi nemici.
Ma perchè scrivo ciò? Perchè domani entra in vigore la legge 115 detta anti-negazionismo, così il belpaese si allinea ai già molti stati punizionisti e combatte il nazismo col nazismo.
A quando la psicopolizia?
“la causa di quelle violenze era ed è il sistema stesso”
La causa prima della violenza e’ che l’animale uomo e’ violento in se’, cosi’ come e’ gregario e tribale in se’, per istinto.
La violenza, l’aggressivita’, il “cosiddetto male” di Lorenz, e’ un aspetto ineliminabile della vitalita’, che normalmente trova sfogo nella attivita’ rituali della quotidianita’, fra cui lo sport, che infatti e’ sempre competitivo, cosi’ come lo e’ il mercato.
Un pretesto per esprimere la violenza, travestito di piu’ che dubbia razionalita’, si trova sempre.
Competizione, come nello sport e nel mercato, e violenza sono concetti affatto diversi.
Nella competizione esiste una posta in palio che andrà al vincitore, ma che fino a quel momento è proprietà di nessuno.
Nella violenza è insito per definizione un attacco alla proprietà altrui.
La maggioranza delle persone ritiene un errore le violenze consumate, all’interno di un sistema che può funzionare. Non si chiede perché se un sistema funziona, ci sia bisogno di mantenerlo con la forza. E non vuole ammettere che la causa di quelle violenze era ed è il sistema stesso, non le violenze la causa della caduta del sistema. Certo, quando si tira troppo la corda si implode, si perdono guerre, si fallisce su tutto. E’ per questo che hanno adottato la democrazia: per allungare un po’ di più la corda temporale. Alla prossima implosione. Io probabilmente non ci sarò, chissà i miei pronipoti…