La prima lobby in democrazia è quella degli elettori, ed è a questa che si rivolgono in pubblico i candidati alle elezioni. E’ una lobby molto potente ma indistinta quindi bisogna rivolgersi ad essa armati di concetti generici e immisurabili: bene comune, qualità delle città, livello di cultura, efficienza della giustizia, architettura ecosostenibile, dialogo con genti venute da lontano e via discorrendo.
Ma appartenere alla lobby degli elettori non è sufficiente, gruppi di essi devono unificarsi per ottenere la considerazione degli eletti. Considerazione significa protezione e soldi. Nessun candidato affermerà mai in campagna elettorale che vuole stroncare il monopolio dei tassisti, quello dei notai, che vuole liberalizzare gli orari dei negozi o eliminare l’ordine degli architetti e il registro degli installatori di caldaie. Dirà genericamente che vuole combattere contro i poteri forti. In campagna elettorale non può e non deve dire di più.
Nessun candidato dirà mai che ha la lista pronta col numero di licenziamenti alla municipalizzata dei trasporti o del gas e indicherà quante persone perderanno il posto ed entro quando. Dirà che è pronto alla pugna contro i costi insostenibili di questi carrozzoni.
Una volta che il candidato verrà eletto, nessuno poi vedrà la congerie di provvedimenti che stabiliscono quale lobby godrà dei proventi della rapina fiscale e in che misura. Le famose leggine chiamate “assalto alla diligenza” che hanno sprofondato questa non nazione nella recessione e al fallimento dichiarato che la moneta unica ha solo temporaneamente rimandato. Ma non vale solo per l’Italia.
Le nazioni europee non si difendono dall’invasione dell’islam radicale e violento per due motivi, milioni di mussulmani sono elettori, quindi fanno parte della lobby primaria, ma, soprattutto, magistratura e polizia sono impegnate a cinturare e puntellare i corpi putrefatti di questi stati di polizia fiscale. Sono i contribuenti da tenere sotto controllo e sotto il tacco, non Allah o ISIS, l’obiettivo primario degli Stati. Infatti la violenza che usano nei confronti di un idraulico che lavora in nero è in stridente contrasto con le parole d’amore nei confronti dell’Islam religione di pace.
Se si potesse calcolare il tempo medio di un poliziotto italiano trascorso dietro un autovelox oppure a verificare i documenti di automobilisti o trasportatori privati, che si conclude sempre allo stesso modo, soldi da pagare, col tempo trascorso a infiltrarsi e stroncare le organizzazioni islamiche criminali, vedreste che sorprese. La democrazia non ha nulla a che vedere con la libertà e, men che meno, sicurezza, è unicamente il più raffinato sistema che i prepotenti hanno inventato per tassare gli individui, cioè farli lavorare senza paga, con la loro approvazione.
Su monopoli, privatizzazioni, liberalizzazioni degli orari commerciali e abolizione degli ordini professionali c’è stata una lsita che aveva inserito tutto questo nel proprio programma. Era la lista radicale. Solo che poi ha preferito annacquarsi mischiando i porpi candidati nelle liste di quelli che non hanno interesse a cambiare. Alcuni sono andati a destra dove si vuol fare la rivoluzione liberale con i “moderati”. Altri al centro fideistico, con la rinuncia al diritto a scegliersi la propria vita alla faccia dei proibizionismi. Altri al centro laico dei cosiddetti “futurliberi” dell’ex presidente della Camera con quasi residenza a Montecarlo. Altri ancora con il misto frutta rivelantesi tale già nel nome ossimorico di “Conservatori e Riformisti”. A questi gli controbatto la mia neonata associazione di “Riformatori e Conservisti”, chiamati così perché oltre ad essere composta da persone che potrebbero tranquillamente vantare passati soggiorni in… riformatorio, mettono le olive sotto sale e ad agosto imbottigliano i pomodori in… conserva. Ultimi, vedi Giachetti e Bonino, si sono candidati addirittura a sinistra. Cosa c’entri quest’area con la proclamazione di Pannella nel definirsi Liberali, Liberisti e Libertari, ce lo spiegheranno forse un giorno. Magari ribadendo la sonora idiozia che il liberismo sarebbe di sinistra. Sì: e la monarchia è repubblicana, il cattolicesimo ateo e Berlusconi un esempio di fedeltà coniugale.
Anni fa le fiabe iniziavano con “C’era una volta…”.
Oggi sappiamo che iniziano tutte con “Se sarò eletto…”
(Carlyn Warner)
Io non faccio parte della lobby degli elettori.
Non voto più.
Gli elettori, però, rimangono dei miserabili ignoranti creduloni, alcuni in malafede, che partecipano al sommo gioco della politica , il voto, pensando di contare qualcosa senza rendersi conto di diventare , appunto votando, strumenti e causa del loro stesso martirio.
Essi , tramite il rito democratico, espongono alla rapina fiscale ed alla limitazione delle libertà tutta la popolazione.
Prima di votare chi è tanto affezionato al voto elettorale dovrebbe leggere Spooner al posto dei manifesti elettorali.