Per decenni sono stata un’attivista, una militante, mi appassionavo, mi documentavo, ci mettevo l’anima, spendendo una parte del mio tempo libero. Per molto tempo, sicuramente troppo, mi sono illusa, credendo che questo paese “meraviglioso” potesse davvero migliorare. Poi sono guarita. Ho cominciato a capire molte cose. All’inizio sono stata molto male, ma poi mi sono sentita rinascere. Ho capito che la maggior parte della popolazione, è interessata a mantenere questo schema distruttivo: dipendenti statali, parenti dei dipendenti statali, pensionati e chiunque tragga in qualche modo vantaggio dal sistema attuale.
Sono quelli che guardano il loro orticello, quelli che fingono di preoccuparsi per il futuro dei loro discendenti, ma che ad ogni ipotetico cambiamento se ne escono con il “tengo famiglia”. Per quanto possa apparire assurdo, ci sono ancora molte persone, che credono di poter cambiare il paese, mettendo una croce in cabina. Evidentemente non sono servite a nulla le molteplici prese per il culo (referendum del ’93, del ’95, l’alternarsi regolare di dx e sx al governo e chi più ne ha, più e metta). No, non sono bastate e mi chiedo cosa debba accadere per far aprire gli occhi al suddito.
La gente chiede e vuole più stato. È come se un diabetico pretendesse di “guarire”, ingurgitando ogni giorno una sempre maggior quantità di zucchero. Non importa se non si è esperti su un determinato argomento, l’importante è andare a mettere la croce sulla scheda, perché ci hanno ripetuto fino alla nausea, che votare è un diritto. E le “motivazioni” addotte dagli elettori, quelle che ti urlano in faccia per cercare di convincerti che bisogna votare, sono le più ridicole, le più fantasiose. Le illusioni, alias indottrinamento, sono una gran brutta cosa. Il giorno in cui ci si sveglia, e lo dico per esperienza personale, in cui si prende coscienza che ci siamo fatti sempre prendere per il culo e che continueranno a farlo indisturbati, ci si sente stupidi, ci si chiede come abbiano potuto fotterti in quel modo, fino a quel momento.
Ma siamo noi che glielo abbiamo permesso e possiamo solo recitare il mea culpa. Nei confronti di chi crede ancora ingenuamente nello stato, per alcuni si tratta forse solo di ignoranza, provo tanta tenerezza. Nei confronti dei “furbi”, invece, provo un sincero e totale disprezzo. A giugno assisteremo all’ennesimo teatrino, quello in cui si fronteggeranno i vari candidati sindaco. Perché, anche in quel caso, molti sono convinti che il signor Rossi sia meglio del signor Bianchi. E intanto in tutti i comuni, nonostante l’alternanza dei vari schieramenti avvenuta negli ultimi decenni, nonostante la legge che vieti di ricandidarsi per più di due mandati, le cose vanno e andranno sempre peggio. Perché è il sistema ad essere totalmente sbagliato, le persone non contano un cazzo.
Non leggo quasi più, il mio cervello rifiuta ormai in blocco quell’oceano di parole sterili, ripetitive e inconcludenti. Anche i mei commenti ai vari post sono diventati molto sporadici. Ogni volta che leggo, nella mia lavagna cerebrale appare una scritta: HOPELESS… È bello, essere ormai solo una spettatrice. È come essere guariti da una brutta malattia…
Jimmy, ti posso dare ragione sul numero ed anche io sono stato firmatario tra quei 15.000, ma questo è circa lo 0,03% rispetto ai circa 51 milioni di aventi diritto al voto.
Forse la cosa più sensata sarebbe fondare una città-stato autonoma e libertaria o cercare di trasferirci tutti a San Marino e farla diventare una nazione libertaria (anche se penso che cinque minuti dopo verrebbe invasa con la scusa della presenza di pericolosi terroristi).
Penso che questo sia più realistico che pensare di avere qualche peso, non solo politico ma anche semplicemente culturale su questo paese irriformabile.
Egregi Luigi e Christian,
mi permetto di ricordarVi che circa 15.000 persone genuinamente firmarono per Contante Libero.
E’ legittimo dedurne, quindi, che in italia esiste uno zoccolo duro libertario di circa 15.000 persone, a prescindere da quanti commenti vengano postati a questo o quell’articolo.
Esorto anche Voi ad immaginare che dovremmo, tutti noi libertari, scrivere un programma di rinnovamento della società secondo criteri libertari, miniarchici, anarcocapitalisti.
Non per partecipare a qualsiasi elezione, ma a scopo culturale, giacché nessuno sa a cosa corrisponde, in concreto, una società libertaria.
No, purtroppo i nick dei commenti sono solo 8 (escluso il tuo, Luigi, ed il mio) più un TROLL che quindi non può essere considerato persona pensante (nel senso di ne persona ne pensante).
Neanche la metà di quanti hai indicato. Ahi noi! Pochi, sempre troppo pochi.
Ben 19 commenti.Forse 19 persone pensanti.
Se si mettessero insieme per compiere un’azione libertaria alla settimana
il cambiamento comincerebbe.
Ciò non significa che giungerebbe al suo scopo.
Ma per quel che dura la vita ciò che conta è cominciare.
Provarci è il mio compito ,riuscire se ne avrò il tempo.
Luigi piùdilàchediqua
Il commento precedente (ad eccezione dell’introduzione “con questo stop… basta ‘copia e incolla’”) è stato già inserito negli articoli “Adesso ci pensa Renzi a sistemare le banche” e “A cena con l’evaso”. In quest’ultimo, il sottoscritto si è permesso di rispondere personalmente. Non me ne vogliano gli accusati che avranno anche più validi argomenti da contrapporre.
Con questo stop . . . basta ‘copia & incolla’. L’impressione che mi sovviene leggendo alcuni articoli e relativi commenti (almeno alcuni) . . . è che proprio coloro tra gli scrittori e commentatori di parte di questo blog libertario (?) che sostengono che l’Italia è un pessimo Paese, che gli italiani sono un popolo di pecoroni nonchè italioti che non dovrebbero andare a votare, che le tasse sono eccessive e i suoi proventi mal utilizzati . . . da tale nefasto e improduttivo Sistema a lungo termine abbiano ricavato la propria fortuna (vedi i.v.a. e non solo, gli esempi sarebbero molteplici) e ora facciano melina poichè l’ingigantirsi del bubbone (apparato burocratico) comincia a mettere in serio pericolo determinati vantaggi e guadagni (oltre che continuità di guadagno).
Premetto, è una semplice sensazione . . . e ve la comunico liberamente con la speranza di essere in errore.
Intanto controllano il presente. E sono in grado di impedire rivolte che possano tentare di mettare in pericolo i loro sacri scranni.
I magistrati e gli altri difensori dello status quo possono controllare il passato ma non necessariamente il futuro.
S’, ma quando la maggioranza non crederà più alle presunte motivazioni umanitarie cosa farà? Si lamenterà che i politici non sono stupidi ma traditori. Cambierà soltanto l’aggettivo usato nelle conversazioni interne ai bar e alle osterie. Non ci sarà certo la rivolta.
Nelle parole di Camus i francesi affrontano la più grave crisi degli ultimi 15 secoli.
https://www.youtube.com/watch?v=IQUwcYwMYVY
http://www.iltempo.it/esteri/2016/04/21/uno-spettro-si-aggira-in-europa-il-suo-nome-e-sostituzionismo-1.1531597
E’ quanto sostiene anche lo scrittore Renaud Camus in un’intervista di oggi curata da Antonio Rapisarda per la decima pagina del quotidiano IL TEMPO. Al rimpiazzo demografico istituzionalizzato, lui assegna il nome di sostituzionismo. Ma anche se gli autoctoni se ne accorgono, cosa cambia? Io se sono segnato a Dachau da un plotone di esecuzione, mica ho la possibilità di organizzare la rivolta. Difficile che i gauleiter del campo mi lascino operare disinvoltamente.
Cambia qualcosa nel senso che la maggioranza crede che il sostituzionismo sia principalmente motivato da fattori economici o umanitari e non da quelli etnici. Crede erroneamente che i politici sono degli stupidi anziché dei traditori.
Grazie della segnalazione. Interessante questa riflessione di Camus:
“I rimpiazzanti non sono per nulla sostituzionisti, loro. Al contrario, sono feroci identitari, fieri della loro appartenenza, dei loro codici di comportamento diversi, del loro spirito di conquista e, soprattutto, della loro religione”.
“Evidentemente non sono servite a nulla le molteplici prese per il culo (referendum del ’93, del ’95, l’alternarsi regolare di dx e sx al governo e chi più ne ha, più e metta). No, non sono bastate e mi chiedo cosa debba accadere per far aprire gli occhi al suddito.”
Le cose cambieranno, ad es., quando i libri di Hoppe sulla democrazia verranno insegnati nelle scuole.
Come dire, quando piscia la gallina.
Le cose cambieranno quando gli autoctoni si renderanno conto di essere segnati per il rimpiazzo demografico istituzionalizzato.
Devo dedurre che è tornata in Italia . . . stabilmente o solo di passaggio? E per pura curiosità: attivista in cosa?
Ero militante nella Lega, ai tempi di Gianfranco Miglio.
Sono stata consigliere comunale per un breve mandato, in un comune dell’hinterland milanese.
Lì ho capito che nulla potrà mai cambiare…
Mi ci rivedo nelle tue parole anch’io ho fatto lo stesso tuo percorso, anche se non sono mai stato un attivista, penso sia solo una questione di carattere, forse perché non ho il senso di appartenenza, Quando sento parlare di noi la mia mente va a “e loro”. Quindi forse ci ho messo meno a scrollarmi di dosso tutte quelle incrollabili certezze che vedo nei ferventi credenti nello Stato, a loro insaputa, perché se chiedi loro come mai siete così convinti nella infallibilità dello Stato, non riescono a dare una risposta sensata.
“ci sono ancora molte persone, che credono di poter cambiare il paese, mettendo una croce in cabina”
Si, se tutti fossimo “quarzati” sullo stesso determinato fine e obiettivo.
Ma così non è, e da individualisti basta ragionare un momento (io l’ho fatto solo in età adulta): 1 voto su circa 50 milioni di voti cioè 1/50000000 = 0,00000002 questo è il vero peso inutile che ha il disturbo individuale di ognuno di noi.
Possibilità che cambi qualcosa un solo voto?
Le stesse di vincere la lotteria di capodanno.
Ma non qui, su Saturno.
Se filosoficamente parlando la vera destra è il liberalismo, allora l’alternanza tra destra e sinistra non c’è mai stata. Si sono alternate solo sinistre di diversa metodologia. A volte è prevalso il corporativismo, altre lo statalismo più sfacciato. Che sia impensabile una vittoria del liberalismo attraverso l’urna elettorale, è molto probabile. Almeno nelle condizioni attuali. Quelle appunto di un sistema sbagliato all’origine e nei suoi cardini. E’ possibile che ci sia un sindaco meno squallido di un altro e anche uno schieramento con minori negatività di un altro. Ma la loro vittoria cambierebbe ben poco perché nessuno dei contendenti mira a scardinare il sistema. Se c’è si faccia avanti. Appoggerò chi dirà “se vinciamo aboliremo la democrazia forzata per passare a una società di libertà autentica”. Perfino un’eventuale proposta minarchica e che preveda il diritto alla secessione, potrebbe provvisoriamente vedermi interessato. Al momento “non expedit”. Neanche ai referendum.
E adesso, dopo un giusto e liberatorio compiacimento, arriva il bello.
Bello, grazie.