“In una cornice di crescenti rischi finanziari, la Bce offre grandi quantità di liquidità alle banche tassandola se non viene impiegata alla ricerca di rischi. È probabilmente inevitabile che sia così, visto che gran parte della rischiosità scomparirebbe se le politiche di stimolo riattivassero la crescita economica. Ma se poi la vigilanza inasprisce le punizioni per chi assume i rischi, finisce per neutralizzare gli stimoli”. (C. Bastasin)
Carlo Bastasin si unisce al coro di coloro che criticano la BCE perché attua una politica monetaria molto espansiva, mentre dal lato della vigilanza impone aumenti nei requisiti di capitale e nelle svalutazioni dei crediti deteriorati.
In pratica, da un lato incentiva le banche ad aumentare l’assunzione di rischi, dall’altro pone loro vincoli all’assunzione di rischi.
Comunque la si veda, si tratta di una dose doppia di dirigismo, che risponde anche a logiche di potere e contrasti interni alla banca centrale medesima. Ciò che non ritengo condivisibile nell’argomentazione di Bastasin è l’affermazione in base alla quale “gran parte della rischiosità scomparirebbe se le politiche di stimolo riattivassero la crescita economica”.
Non è così: a scomparire sarebbe la percezione di rischiosità, che lascerebbe spazio a compiacenza e all’apparenza renderebbe profittevoli attività che, in assenza di stimolo monetario/creditizio, non lo sarebbero. Ciò significa che, venendo meno lo stimolo, i nodi verrebbero al pettine.
Rendere permanenti gli stimoli non sarebbe una soluzione, dato che il loro effetto marginale è decrescente, da cui consegue che, per tenere a galla attività artificialmente profittevoli, la dose di stimoli dovrebbe essere crescente. Cosa che, peraltro, sta avvenendo da anni, senza che vi sia stata una ripresa economica reale.
E non è che con lo slogan “more of the same” si risolverebbe il problema: semplicemente si andrebbe verso una forma esasperata di monetizzazione dei debiti che porterebbe prima o poi alla perdita di fiducia verso la moneta (in questo caso, l’euro).
Quello che i fautori degli stimoli a ripetizione non fanno mai è rispondere a una domanda molto semplice: se davvero bastasse stampare soldi e spenderli in qualsiasi modo, perché non viviamo tutti quanti stabilmente nella cuccagna?
Un’altra domanda molto semplice a cui i fautori degli stimoli a ripetizione non rispondono mai è: se davvero bastasse stampare soldi e spenderli in qualsiasi modo, perché non danno a ciascuno di noi una stampante?
Nel paese della cuccagna ci vivono stabilmente parassiti pubblici e clientele varie, per gli altri rimane il conto da pagare.
Il fatto che si usi il “se” è emblematico. Le poltiche di stimolo non riattivano mai la crescita economica. E’ come dire “se l’acqua asciugasse invece di bagnare…” L’unico autentico stimolo che si può dare all’economia è l’abolizione dell’imposizione fiscale.