SCORRETTAMENTE PARLANDO – Ad ogni tornata elettorale, il film è sempre lo stesso: il meno peggio, nuovi movimenti, nuove speranze, il male minore, fantasmi del passato, attese deluse, sta(tal)tisti avvizziti, questioni morali, scelte economiche, ce lo impone l’Europa, gli investitori se lo aspettano, insomma una infinita valanga di parole vuote e senza senso sotto le quali l’itaGliano medio soccombe, oppresso da mille difficoltà, credendo che il voto e la democrazia siano strumenti ed espressione di libertà.
Ma l’ItaGlia non è mai stato un paese libero, ha solo avuto tante illusioni di libertà. E la prima illusione è stata credere che mettere una crocetta su un pezzo di carta possa cambiare le sorti di questo disgraziato ed irrecuperabile paese.
Le elezioni sono lì apposta per darvi l’illusione di avere una scelta; infatti gli itagliani alle prossime elezioni faranno quello che hanno sempre fatto: le pecore, che lentamente, in modo scomposto tipico dell’italico bipede, entreranno nel recinto dove invece di essere marchiati, marchieranno un inutile pezzo di carta con un crocetta. Una crocetta su un pezzetto di carta: voi la chiamate DEMOCRAZIA. E allora io vi chiamo ritardati mentali per non aver compreso come il vostro gesto di democrazia non è mai servito a nulla, perché i vostri eletti se ne sono sempre fottuti del vostro voto.
Pensare che la democrazia sia una crocetta su un pezzetto di carta è come definirsi sportivi perché si guarda lo sport in TV.
Diceva Mark Twain: Se il voto servisse a qualcosa, non ci farebbero votare.
Io non voto da anni.
E continuerò.
E’ un rito vuoto.
Privo di senso per chi ama la libertà.
In televisione ma anche allo stadio. Perché è quella la “partecipazione” che i partiti, specie a sinistra, intendono. Il tifoso è convinto di essere un atleta in campo.