L’economia sociale di mercato esiste eccome. Si chiama libero mercato, un processo che, lasciato alla creatività degli individui unita alla spinta al profitto, consente che un’invenzione tecnologica, o l’affinamento di una tecnologia già esistente, diventi presto di uso comune perché realizzata a prezzi contenuti che sono imposti dalla competizione tra produttori.
Più c’è possibilità di far quattrini, più produttori entrano in lizza, più i prezzi si abbassano, più persone possono permettersi i benefici della nuova tecnologia. Solo da questo deriva il progresso. Le scoperte scientifiche e tecnologiche fini a sè stesse non hanno mai aiutato l’umanità in nulla finché non è nato il capitalismo di libero mercato che le ha rese accessibili alle persone comuni.
L’economia tenuta al guinzaglio e sorvegliata dallo Stato invece è esattamente l’opposto dell’economia sociale di mercato.
Nessuna impresa esposta alla libera concorrenza potrebbe, ad esempio, decidere di alzare del 6% i prezzi dei suoi prodotti senza temere di perdere clienti. La Società Autostrade può farlo e lo fa anche quest’anno come ha sempre fatto ad ogni primo di gennaio.
Tutto ciò che è gestito dallo Stato direttamente o indirettamente per il tramite di concessionari, non può mai scendere di prezzo. C’è un intrinseco collegamento con un’altra grandezza dello Stato che non non potrà mai scendere, la spesa pubblica e il debito che da essa è scaturito e si è accumulato. Il che, mi pare, non abbia nulla a che fare con l’economia sociale a cui financo ignorantoni del calibro di Mario Monti si richiamano, a intendere che sia il culmine dell’evoluzione del liberalismo dal volto finalmente umano.
Come no, umanissimo come gli aumenti delle accise, dell’IVA, dei contributi INPS e degli interessi sui debiti degli Stati che non verranno mai ripagati e che hanno reso schiave questa e le prossime generazioni.
Forse l’economia di mercato non avrebbe bisogno dell’aggettivo “sociale”. E’ un pleonasma. E forse l’economia non avrebbe bisogno di essere definita “di mercato”. Se non c’è mercato non c’è economia. L’economia statalista non esiste, come non esiste l’economia corporativa. Se ci sono ostacoli non c’è economia. Purtroppo il linguaggio demagogico delle varie sinistre ha confuso la semplicità terminologica. Quello che dà maggiormente fastidio di questa confusione è che a sinistra si atteggino a persone uniche depositarie del sapere umano (a volte anche divino). Mentre sono il massimo della diffusione dell’ignoranza e dell’oscurantismo.
…e il termine “calibro” è quanto mai appropriato, trattandosi di “pistola”. (semicit.)
Ineccepibile.
Il termine sociale è l’anticamera del sopruso e del furto pubblico.