DI REDAZIONE
La cronaca ci racconta di dipendenti di Equitalia che ricevono fino a 45.000 euro di bonus per i risultati ottenuti col loro “lavoro”.
Ci racconta anche di allenatore che litigano in campo per via di epiteti politicamente scorretti, rivolti dall’uno all’altro, facendo passare in secondo piano qualsiasi altro argomento.
Burocrazia e politicamente corretto sono, da sempre, argomenti trattati con lucidità da autori libertari, che hanno anticipato di molto le discussioni relativamente a norme ed imposizioni illiberali.
LEGGETE:
1 – BUROCRATI E PARASSITI (Leonardo Facco Editore) di Max Nordau: “Il fiscalismo è sfruttamento del popolo elevato a sistema, per spremere le maggiori somme possibili, senza preoccuparsi dello scopo ragionevole dello Stato e delle conseguenze che subirà ogni cittadino”.
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2- VIETATO PARLARE (Leonardo Facco Editore) di Giorgio Bianco: «Il politicamente corretto riflette la vittoria della Controcultura, che da “movimento” si è fatta “regime” quando gli artefici di quella Rivoluzione Culturale degli anni Sessanta e Settanta hanno raggiunto i posti che contano nella società, nella politica, nei media, nelle università.
Questi intellettuali “progressisti” hanno imposto così un nuovo linguaggio fatto di eufemismi per non offendere la sensibilità di determinati gruppi minoritari designati come “vittime” della società (neri, donne, omosessuali, handicappati e così via), hanno riscritto una nuova versione della storia dove la civiltà occidentale compare come responsabile di tutte le ingiustizie, hanno mitizzato le società preindustriali e precapitalistiche del Terzo Mondo, e hanno condotto una vera e proprio kulturkampf contro i segni e i valori della tradizione giudaico-cristiana, bollati di volta in volta come repressivi, maschilisti, omofobici, autoritari».
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