Ludwig von Mises Institute: Qual è lo stato del pensiero di libero mercato in Giappone?.
Marc Abela: Il professore Hiroyuki Okon, economista di Scuola Austriaca in Giappone, una volta ha descritto il Paese come un «deserto della libertà» e sono costretto ad ammettere che è ciò che è oggi il Giappone. Il Giappone soffre degli esiti universali dell’elevata tassazione e dell’ampia varietà di problemi sociali che ne conseguono. Uno degli sviluppi più recenti è la ‘tomobataraki’ o la famiglia a doppia entrata. Un solo reddito non è più sufficiente per sbarcare il lunario e così entrambi i genitori devono entrare in ambito lavorativo. Negli anni ’80, seguendo le orme della Thatcher, di Reagan e di Gorbaciov, il primo ministro Yasuhiro Nakasone tentò di privatizzare alcuni settori fortemente nazionalizzati come la Japan Airlines, la Japan Railways, la Nippon Telegraph and Telephone, la Japan Tobacco e Salt Corp. Nei primi anni 2000, il primo ministro Junichiro Koizumi ha provato, con scarso successo, a privatizzare l’ingombrante National Post Office, che in Giappone si comporta come una banca semi-nazionalizzata. I concetti occidentali di libertà, tuttavia, rimangono impopolari…