Quarant’anni dopo Difendere l’indifendibile, diventato un classico della letteratura libertaria, Walter Block è tornato più provocatorio che mai conDifendere L’indifendibile 2. Libertà in ogni campo della nostra vita (prefazione di Ron Paul, Liberilibri, € 17,00). Dal punto di vista intellettuale Block è probabilmente il più coraggioso tra gli autori libertari, perché osa spingere i suoi principi verso i casi estremi. La filosofia libertaria, ricorda Block, afferma che tutte le azioni individuali che non comportano aggressioni nei confronti del prossimo non devono mai essere vietate con la forza, e il fatto che determinati comportamenti non piacciano dal punto di vista estetico o morale è del tutto irrilevante. Unendo l’umorismo alla logica ferrea l’autore riesce sempre a dimostrare, con argomenti sorprendenti, come tutta una serie di attività pacifiche ma condannate dai pregiudizi popolari siano in verità innocue o addirittura utili per la società. Tra i nuovi personaggi vilipesi dal pubblico dei quali Block si fa avvocato difensore ci sono i manager delle multinazionali, i contrabbandieri, i petrolieri inquinatori, i “predatori d’imprese” che comprano per due soldi le imprese in difficoltà per poi rivenderle con profitto, i “tagliatori di teste” che decidono i licenziamenti all’interno delle aziende, i robot che sostituiscono i lavoratori nelle fabbriche, i fumatori, i mercanti di organi, coloro che discriminano secondo l’età, i demolitori di edifici storici, gli avari che si rifiutano di fare la carità ai poveri, i duellanti, i boia e molti altri.
Nella raccolta di saggi Idee di libertà. Economia, diritto, società, curata da Nicola Iannello e Lorenzo Infantino (Rubbettino, € 13,00) vengono invece affrontate, da un punto di vista liberale, diverse tematiche contemporanee. Gli autori (Raimondo Cubeddu, Carlo Lottieri, Enrico Colombatto, José Antonio de Aguirre, Paolo Pamini, Alessandro Vitale, Stefano Moroni, Jacopo Marchetti, Guglielmo Piombini) affrontano argomenti come i fallimenti della politica, la decrescita, la deflazione, la concorrenza fiscale, il nazionalismo, le città private, le profezie mancate dell’ambientalismo radicale. Molti problemi di oggi, secondo gli autori, possono essere risolti attraverso la cooperazione sociale volontaria, senza chiedere al potere politico di sollevarci dal fastidio di pensare e dalla fatica di vivere.
Tra i più grandi nostri scienziati sociali c’è sicuramente Bruno Leoni, al quale Riccardo Lucarelli ha dedicato un’utile monografia: Oltre la scuola austriaca. Bruno Leoni: il libertario italiano (con saggio introduttivo di Raimondo Cubeddu, Eclettica, € 13,00). L’autore ricorda le alterne fortune di Bruno Leoni: la brillante attività accademica di livello internazionale; il completo oblio in cui cadde nel periodo che va dal 1967, l’anno della sua tragica morte, al 1995, l’anno della pubblicazione in italiano del suo capolavoro La libertà e la legge; e l’attuale grande riscoperta della sua eredità intellettuale. Anche se non sappiamo come avrebbero potuto evolvere il suo pensiero, l’idea che Leoni fosse un precursore del pensiero libertarianviene oggi accolta da autorevoli studiosi. Lo stesso Murray N. Rothbard nel 1962 definì Leoni “uno scienziato della politica con forti inclinazioni libertarie”.
L’Istituto Bruno Leoni, che con le sue numerose iniziative culturali ha il merito di aver reso popolare nel nostro paese il nome di questo studioso, ha pubblicato di recente tre libri degni di nota. Il primo, Le origini del capitalismo di Jean Baechler (IBL Libri, € 18,00) è, come scrivono Luigi Marco Bassani e Alberto Mingardi nella brillante prefazione, un piccolo gioiello della storiografia europea. Per spiegare le ragioni della ricchezza dell’Occidente e dei motivi per cui il capitalismo è sorto in Europa, all’inizio degli anni ’70 il sociologo francese Jean Baechler avanzò una tesi “eretica” in un panorama culturale dominato dalla fede nella pianificazione centralizzata. La chiave del successo storico dell’Europa, suggerì Baechler, va individuata nel pluralismo della civiltà medievale. Grazie all’anarchia feudale, infatti, nel vecchio continente la competizione creativa non rimase soffocata sotto la cappa di un potere imperiale burocratico e centralizzato. Questa originale tesi di Baechler, accolta all’inizio con scetticismo, è stata accettata e approfondita dai più seri studiosi della storia politica ed economica dell’Europa come Luciano Pellicani, Nathan Rosenberg, Eric Jones, Joel Mokyr, David Landes, Niall Ferguson, Rodney Stark.
Il secondo libro pubblicato dall’IBL è I beni comuni oltre i luoghi comuni, a cura di Eugenio Somaini (€ 18,00). Si tratta di una raccolta di saggi di vari autori che sottopongono a una forte critica la nuova ideologia dei “beni comuni”, una sorta di riedizione neanche tanto originale del vecchio collettivismo. Gli autori dimostrano che i teorici del “benecomunismo” vogliono in realtà riproporre il solito interventismo statale, perché sono incapaci di comprendere l’utilità della proprietà privata e dei contratti nella gestione dell’acqua, del suolo, delle città, dell’ambiente, dei beni culturali, delle comunicazioni.
Il terzo libro pubblicato dall’IBL è Democrazia e ignoranza politica. Perché uno Stato più snello sbaglia di meno di Ilya Sozin (€ 20,00). L’autore, professore di diritto alla George Mason University, spiega che nelle attuali democrazie i cittadini sono razionalmente disinformati sulle questioni politiche, ma molto meglio informati sulle questioni che riguardano la propria vita privata. La tesi del libro è che dovremmo prendere una quantità maggiore di decisioni in ambienti nei quali abbiamo validi incentivi a diventare bene informati, come quando acquistiamo un televisore; e meno decisioni nel modo scarsamente informato con il quale scegliamo presidenti e parlamentari. L’unico modo per raggiungere questo felice risultato è decentrare e limitare il più possibile i poteri dello Stato.
Idee del genere possono aver ispirato coloro che hanno deciso di fondare o di vivere in sistemi politici dalle dimensioni molto ridotte. Graziano Graziani racconta la storia di tutte queste numerose realtà, a volte bizzarre ma a volte molto serie, nel libro Atlante delle micronazioni (Quodlibet, € 16,50). Tra di esse si trovano anche nazioni libertarie sorte con la volontà esplicita di sottrarsi al potere degli Stati, come la repubblica di Cospaia, Sealand o la più recente Liberland.
Infine si segnala che, per un periodo limitato, è in vendita promozionale a € 9,00 anziché € 12,00 il libro di Barbara Di Salvo, In difesa dell’egoismo (Rubbettino Editore): un’intelligente difesa dell’egoismo “sociale” che ricorda lo stile della scrittrice libertaria Ayn Rand.
Auguri di Buon Natale
Guglielmo Piombini
Può darsi che tratterà l’argomento in un terzo volume. Non poteva scrivere un’enciclopedia intera.
Sicuramente no. Block sapeva benissimo quanto Rothbard fosse scettico verso la versione ufficiale dei fatti. Tant’è vero che in occasione della festa a sorpresa per celebrare il 65º compleanno di Rothbard ci scherzò sopra:
http://www.thornwalker.com/ditch/fields_pclib_lte.htm
“He swallowed this line about a small meeting and a dinner for a few people that Lew Rockwell gave him. The entire day’s event, to borrow a phrase from another of Murray’s interests, truly deserves to be called ‘The Hoax of the Twentieth Century.'” [Il libro di Arthur Butz sulle camere a gas.]
Faccio notare che anche se Block include un capitolo sulla libertà di parola, il libro non dice niente a difesa del negazionismo e simili psicoreati. Provocatorio, ma non più di tanto.