“Sappiamo ancora poco dell’economia per affidarci a rigidi meccanismi”. Con queste parole, il presidente della Fed, Janet Yellen, ha reso nota la sua opposizione a qualsiasi ipotesi di introduzione di regole che tolgano discrezionalità alla banca centrale nella definizione dei tassi di interesse.
Da tempo negli Stati Uniti i repubblicani chiedono che sia limitata la discrezionalità della Fed e che l’operato della stessa banca centrale sia soggetto a un maggiore controllo da parte del Congresso (anche se formalmente i controlli sarebbero svolti dal Government Accountability Office).
La Fed è (prevedibilmente) contraria sia a limitare la propria discrezionalità, tra l’altro notevolmente aumentata successivamente al default di Lehman Brothers nel 2008, sia a fornire maggiori informazioni sul proprio operato.
Mentre vincolare la politica monetaria a una formula (sulla base della nota Taylor Rule) lascerebbe incertezza e discrezionalità in merito alla fissazione di taluni parametri della formula stessa (per esempio, quale peso dare all’output gap e come definirlo, quale peso attribuire all’inflation gap, oltre a quali stime di inflazione utilizzare) e non garantirebbe risultati migliori rispetto a quelli fin qui ottenuti dalla Fed, l’idea di migliorarne l’accountability, per quanto non sia ottimale, credo abbia senso.
Ciò detto, è abbastanza buffo che il presidente della Fed giustifichi la sua opposizione a una limitazione della discrezionalità dei banchieri centrali sostenendo che “sappiamo ancora poco dell’economia per affidarci a rigidi meccanismi”. Proprio perché nessun esperto potrà mai essere onnisciente, né saperne “abbastanza” per sostituire d’imperio il proprio punto di vista a quello di milioni di soggetti, non ha senso né fissare regole matematiche, men che meno lasciare a chicchessia piena discrezionalità nel gestire i tassi di interesse e la base monetaria.
In definitiva, essendo vero quello che ha affermato Yellen circa il saperne ancora poco dell’economia, la vera riforma da fare sarebbe abolire la Fed e restituire al mercato la produzione di un bene fondamentale per l’economia stessa quale è la moneta.
Dal suo empireo questa spara cazzate a giorni alterni.
E’ un Truman-show inverso.
Gli osservati, gli influenzati, i danneggiati siamo noi che viviamo fuori dall’empireo.
Naturalmente chi ha un qualsiasi tipo d potere farà sempre orecchie da mercante riguardo a tali verità evidenti
Non è vero che sappiamo poco di economia, a meno che non si consideri vera qualunque frase che dichiari che sappiamo poco di qualsiasi attività umana.
Ed allora mai ne potremo sapere abbastanza per influenzare il comportamento altrui.
Non solo si dovrebbero abolire le Banche centrali, ma qualsiasi decisione di chiunque riguardo alla vita di chiunque altro.
Sareebbe stata più onesta la frase così formulata: “Sappiamo ancora poco dell’economia per occuparcene e per permetterci di volerla regolare dall’alto”.