“Quattro volte, negli ultimi quarant’anni, la Fed ha deciso di tirare il freno alla politica monetaria. In ognuna di queste occasioni, le iniziative della Fed hanno messo in moto processi che hanno provocato calo dell’occupazione e della produzione molto più accentuato di quello che la Banca centrale Usa avesse previsto. Ora che la Fed si prepara a dare una stretta alla politica monetaria, un attento esame di questa storia – e della situazione in cui versa l’economia – induce a temere che gli Usa stiano per addentrarsi in un territorio pericoloso”. (J. B. DeLong)
Brad DeLong, noto storico dell’economia di ispirazione keynesiana, è tra coloro che auspicano che la Federal Reserve rinvii il più possibile il rialzo del tasso sui Fed Funds. Si tratterebbe della prima volta che la Fed alza il tasso sui Fed Funds dal 2006. In ogni caso, i periodi di politica monetaria restrittiva sono ampiamente minori, sia per frequenza, sia per durata, rispetto a quelli in cui la Fed ha tagliato i tassi o creato dollari come se fossero coriandoli.
In merito all’ultimo periodo in cui la Fed ha rialzato il tasso sui Fed Funds, DeLong sostiene che:
“L’episodio più recente – fra il 2004 e il 2007 – è stato il più devastante dei quattro. Né Greenspan né il suo successore, Ben Bernanke, si erano resi conto di quanto fossero diventati fragili il mercato immobiliare e il sistema finanziario dopo un lungo periodo di deregulation. Questi due errori gemelli – la deregulation seguita da una sconsiderata stretta monetaria – continuano ancora oggi a far sentire il loro effetto sull’economia americana.”
Sembra che la crisi che è iniziata nel 2007 sia dovuta a deregulation e alla stretta monetaria. DeLong ignora completamente che la politica monetaria era stata decisamente espansiva all’indomani dello scoppio della bolla della cosiddetta “new economy”, e che tassi di interesse distorti al ribasso sono stati un eccezionale carburante per la bolla immobiliare. Un fatto che neppure buona parte degli economisti mainstream mette più in discussione.
Quanto alla cosiddetta “deregulation”, credo si tratti di un termine fuorviante. Non sono state tolte delle regole: semplicemente sono state modificate, ma nel corso dei decenni il settore finanziario è stato soggetto a un numero crescente, non decrescente, di regole. Regole sbagliate, che hanno incentivato ‘azzardo morale, la proliferazione del debito e la sua diffusione tramite cartolarizzazioni sistematicamente mal valutate dalle società di rating e dagli investitori. Ma pur sempre regole, scritte da autorità politiche e tecnocratiche. Quindi dare l’idea che il problema fosse l’assenza di regole è del tutto fuorviante.
DeLong sostiene, poi, che la stretta monetaria porterà turbolenze economiche, quindi la Fed sarà costretta a fare marcia indietro.
“Se la storia è di qualche insegnamento, una stretta della politica monetaria non farà altro che portare, nel breve periodo, a ulteriori turbolenze economiche, seguite da una veloce marcia indietro con ritorno a tassi di interesse bassi. Imbarcarsi su questa strada dovrebbe essere motivo di preoccupazione per chiunque.”
Il ragionamento è coerentemente keynesiano, dato che si chiede una politica monetaria che mantenga costantemente gonfie le bolle che si sono gonfiate, onde evitare “turbolenze economiche”, appunto.
Un modo di argomentare tanto semplice, quanto dannoso. Nessuno dubita che le strette monetarie espongano al fallimento i malinvestimenti posti in essere durante il periodo di politica espansiva. Fallimenti che provocano periodi di recessione, i quali sono tuttavia inevitabili se si vuole che il sistema economico, tramite il mercato, torni ad allocare le risorse sulla base di domande e offerte non distorte da interventismi vari.
Non è la stretta monetaria a dover essere imputata, bensì la precedente espansione. Evitando accuratamente di prendere in considerazione gli effetti dell’espansione monetaria a eccezione di quelli sull’andamento dei prezzi al consumo, i DeLong di questo mondo pongono invece le basi per poter sostenere, in qualsiasi momento, che una rimozione dell’espansione monetaria è dannosa. E che loro l’avevano detto.
Il guaio è che in molti non mettono minimamente in discussione queste sciocchezze. E a ogni scoppio di bolla finiscono per dare la colpa alla politica monetaria restrittiva, invece che a quella espansiva.
Il problema è che deregolamentazione e stretta monetaria vengono assunti come dati di fatto dall’opinione pubblica. E’ facile, basta affermare il contrario della realtà come se fosse la realtà autentica. E’ come se questi pensatori dicessero “ormai è un fatto assodato che sia il sole a girare intorno all terra, che l’essere umano sia ricoperto di pelliccia e che sia nato prima dei dinosauri e delle meduse, che i satelliti di Giove non esistano e che siano un’invenzione del Mossad per comprarsi gli istituti di credito su Giove a basso prezzo”. L’inconscio dei più impone di credere alla neolingua perché essa è utilizzata dai sommi sacerdoti oracolari. Per cui è vera. E smentirla significa essere dei Prometeo blasfemi.
Se questo è l’andazzo, prepariamoci a tassi negativi per i prossimi dieci anni.
Chi ha contratto mutui a tasso variabile ne avrà giovamento sensibile.