“Adam Smith scriveva della “mano invisibile” con la quale il perseguimento individuale dei propri interessi sui mercati liberi e competitivi promuoverebbe l’interesse della società tutta. Aveva ragione: i mercati hanno generato una prosperità senza precedenti, per i singoli e per le società. Ma proprio perché possiamo essere manipolati, truffati o anche solo tentati, quei mercati liberi ci convincono a comprare cose che non fanno bene né a noi né alla società. È questa la postilla alla teoria di Smith che io e George Akerlof analizziamo nel nostro nuovo libro intitolato Phishing for Phools: The Economics of Manipulation and Deception”. (R. J. Shiller)
Robert Shiller ha scritto assieme a George Akerlof un libro nel quale l’intervento delle autorità fiscali e monetarie è difeso perché aiuterebbe a correggere comportamenti manipolatori o almeno le loro conseguenze che, a parere degli autori, pare siano inevitabili da parte del mercato.
Purtroppo la tendenza a impersonificare il mercato porta a considerazioni fuorvianti. Il mercato altro non è che l’insieme delle transazioni volontariamente poste in essere da soggetti che scambiano beni o servizi. Ne consegue che il mercato in quanto tale non manipola le decisioni di nessuno, né commette truffe.
Sono sempre individui (o gruppi di individui) a manipolare o truffare gli altri. Credo che sarebbe sufficiente utilizzare come punto di riferimento il principio di non aggressione: quando un atto viola il principio di non aggressione, va perseguito (e in questa sede non sto a entrare nella discussione sull’amministrazione della giustizia da parte dello Stato invece che da agenzie private in concorrenza) chi lo ha compiuto.
Shiller ritiene invece che le autorità debbano agire sull’intero mercato, date le reazioni a catena che generano le manipolazioni. In particolare nei mercati finanziari.
“Il phishing può colpire qualsiasi mercato, ma le osservazioni più importanti del nostro libro riguardano i mercati finanziari, e non a caso, dopo il boom dei mercati immobiliari e obbligazionari del 2009 e le turbolenze nei mercati azionari del mese scorso.”
Aggiunge, poi:
“quando le azioni gonfiate sono state acquistate con denaro preso a prestito si innesca una concatenazione di perdite. I fallimenti e la paura del fallimento scatenano altri fallimenti che alimentano la paura. Poi il credito finisce e l’economia crolla. Questa spirale al ribasso della fiducia è tipica del phishing – pensiamo alle vittime dello schema Ponzi – ed esce solo quando il periodo di euforia irrazionale è concluso.”
Shiller non pare dare importanza alle cause del credito abbondante e a basso costo. Eppure quando il credito è abbondante e a basso costo è perché la politica monetaria espansiva lo rende tale. E la politica monetaria non è endogena al mercato, bensì è determinata a un soggetto – la banca centrale – al quale lo Stato attribuisce il monopolio legale sull’emissione di base monetaria e sulla manipolazione dei tassi di interesse.
Questo non significa che i truffatori non sarebbero tali in assenza di politiche monetarie espansive, ma certamente non si avrebbe l’effetto a palla di neve che solo l’aumento della leva dovuta al credito facile tende a generare.
Shiller tira poi in ballo il 1929.
“E le epidemie, come nella medicina, richiedono interventi drastici e immediati. La risposta delle autorità al Grande Crollo del 1929 fu insufficiente e lenta e l’economia mondiale entrò in un’età buia che si protrasse fino alla Grande Depressione degli anni 30 e alla Seconda guerra mondiale. La crisi del 2007-2009 lasciò presagire uno scenario analogo, ma i governi mondiali e le banche centrali sono intervenuti prontamente. La ripresa è stata debole ma siamo lontani da un’altra età buia. Di questo dovremmo essere sollevati. Tuttavia, qualcuno pensa che le autorità non avrebbero dovuto reagire in modo così tempestivo quando scoppiò la crisi e che la causa prima della crisi sia stato l’azzardo morale: ovvero chi si assume il rischio, si aspetta che le autorità vengano in suo aiuto quando le sue previsioni non si realizzano come vorrebbe e così si sobbarcherà rischi ancora maggiori. Noi pensiamo invece che un rapido aumento dei prezzi rifletta un’euforia irrazionale, alimentata e istigata dal phishing.”
Tra le cause della crisi degli anni Trenta del secolo scorso, al pari di quella iniziata nel 2007, Shiller non prende in considerazione la politica monetaria espansiva. Anzi, adotta la spiegazione mainstream (che in questo fa diventare firedmaniano anche chi per il resto detesta Friedman) in base alla quale i danni la Fed non li fece durante gli anni Venti, ma dopo lo scoppio della bolla, per non aver inondato il sistema di dollari.
Scarta anche l’ipotesi dell’azzardo morale, che invece è del tutto ragionevole, facendo riferimento a una “euforia irrazionale” le cui origini attribuisce al phishing. E si rammarica per il fatto che ci sia chi la pensa diversamente.
“La riluttanza a riconoscere il bisogno di un intervento in una crisi si basa su una scuola di economia che non tiene conto dell’euforia irrazionale e che ignora il marketing aggressivo e altre realtà dei mercati dell’età digitale che abbiamo preso in esame nel nostro libro. Abbiamo già visto molti anni fa e con grande rammarico del mondo intero, cosa succede a lasciare che un’epidemia finanziaria faccia il suo corso. La nostra analisi spiega che non ci sono solo forze endemiche e naturali a rendere molto volatile il sistema finanziario, ma che di fronte a un crollo finanziario è necessario un intervento tempestivo ed efficace. Quando una turbolenza finanziaria vira in una crisi, dobbiamo lasciare che le autorità fiscali e monetarie prendano tutte le misure aggressive del caso. Un’epoca buia basta e avanza.”
Chi è riluttante a ritenere che le autorità fiscali e monetarie debbano intervenire non lo fa perché ignora il marketing aggressivo, ma pone in evidenza il fatto che sono gli stessi interventi regolatori e monetari a favorire fenomeni di euforia, razionale o irrazionale che la si voglia definire. La politica monetaria distorce il principale dei prezzi (soprattutto in finanza), ossia il tasso di interesse, finendo per distorcere l’intero sistema dei prezzi degli asset.
E nel mercato sono i prezzi a indirizzare le decisioni di chi compra o vende. Va bene contrastare il phishing dei truffatori, ma chiamare a un ruolo salvifico le banche centrali è come chiamare Nerone a fare il pompiere.
Condivido in pieno la precisazione. Per indurre a investimenti sbagliati occorre creare virus in laboratorio ed avere interesse a crearli e diffonderli.
Oltre agli intellettuali mi ero dimenticato degli editori.
“E le epidemie, come nella medicina, richiedono interventi drastici e immediati”
Forse è più preciso dire che il sistema bancario prima crea i virus in laboratorio, poi li propaga generando le epidemie, infine ti vende una cura che aggrava la malattia. Guadagnando quattrini a vagonate in ciascuna fase. Con i quali compra schiere di lacchè finti economisti che scrivono questi libri, oltre naturalmente agli editori che li pubblicano.
C’è una cosa che Shiller non dice. Che chi ci induce ad investimenti sbagliati appartiene al ceto interventista rappresentato da legislatori, banche centrali e gruppi di pressione finanziari che orientano il legislatore. Loro sono, la mano visibile nemica del mercato, i veri artefici della truffa che causa i disastri a catena e purtroppo possono contare sulla complicità degli intellettuali, loro “degni” apologeti.