Dopo le prime schermaglie di questa campagna elettorale e un esame degli slogan di molti dei candidati al Consiglio nazionale e al Consiglio degli Stati mi pare che si vada profilando una maggioranza schiacciante e trasversale ai diversi partiti politici, che riduce i problemi del nostro paese ai soli rapporti con l’Ue, ai frontalieri, e al cosiddetto “franco forte”.
Nessuno, all’infuori dei Liberisti, pare dedicare attenzione alle responsabilità del sistema bancario monetario su una crisi economica, che pende sulle nostre teste come una spada di Damocle, e al “vizietto” di mettere nella Costituzione ogni cosa venga votata a maggioranza attraverso il nostro sistema di democrazia semidiretta.
Lo smarrimento dei Liberisti in questo contesto è paragonabile a quello della particella di sodio nella pubblicità televisiva di una nota acqua minerale a basso contenuto di questo elemento: «C’è nessuno ???», esclama la particella mentre si inabissa nell’acqua limpida della bottiglia. «C’è nessuno che abbia voglia in questa campagna elettorale di parlare seriamente di banche, moneta e istituzioni???» chiedono i Liberisti. O si pensa che i problemi indotti dal loro malfunzionamento possono essere glissati con tranquilla nonchalance senza cogliere il loro rapporto diretto con quelli indotti da UE, frontalieri e franco forte? Per non dare l’impressione di essere io a voler eludere i temi che in questa campagna elettorale vanno per la maggiore (anche sui mass media) illustrerò subito quella che è la posizione dei Liberisti ticinesi a riguardo.
Rapporti con l’UE
Il Comune è il livello istituzionale massimo tollerato dai Liberisti, che auspicano la trasformazione dei Cantoni in assemblee di Liberi Comuni e la delega alla Confederazione del solo compito della difesa armata della Patria, nello spirito originario del patto del Grütli. Quindi l’ingresso in un’organizzazione sovranazionale, come la UE, non rientra nel programma politico dei Liberisti. D’altro canto un modus vivendi con quello che è il nostro maggior partner commerciale dovremo pur trovarlo. Né l’accordo di libera circolazione, né l’iniziativa del 9 febbraio 2014 riflettono la specificità dei singoli Comuni svizzeri, con i loro particolarissimi bisogni e le loro altrettanto particolarissime realtà economiche. Lo scambio di merci, servizi e capitali non è dunque cosa da regolamentare brutalmente “a maggioranza” e nello stesso modo per tutti. Ogni Comune
deve essere libero di relazionarsi come meglio crede con questo problema, che è anche opportunità. Noi optiamo per la centralità istituzionale dei singoli Comuni. Dunque ogni accordo con Stati terzi dovrebbe tenerne conto.
Frontalieri e franco forte
Penso che l’economia svizzera non attraversi una fase di tenuta, né tantomeno di crescita. Al contrario vedo il settore immobiliare al termine del suo ciclo espansivo e molti altri settori che arrancano. L’esplosione del numero dei frontalieri non è sintomo di un’economia che cresce. Al contrario è sintomo di un’economia che ha sempre più bisogno di manodopera a basso costo per sopravvivere. Aggiungo che non è il franco ad essere forte, ma il costo della vita in Svizzera. E il costo della vita è alto perché esistono troppi salari alti e il più delle volte immeritati, possibili solo perché doganalmente o istituzionalmente protetti. Si spiega così perché in Germania, dove i salari sono molto più bassi che in Svizzera, così come il costo della vita, l’euro che pure è ancora più forte del franco in termini di cambio, è considerato “debole”, e i tedeschi ne sono ben felici. In un rinnovato contesto istituzionale fondato sulla centralità istituzionale dei Comuni, quale quello auspicato dai Liberisti, è giusto che i cittadini residenti debbano fare tutto il possibile per creare le condizioni quadro più adatte affinché i loro figli possano lavorare, se lo desiderano, in Ticino. Ma questo obiettivo passa attraverso la concordia e la responsabilità civica di tutti gli attori in gioco. La via coercitiva verso i datori di lavoro, soprattutto quelli confrontati con la concorrenza internazionale, è destinata all’insuccesso. Essi non possono farsi carico, da soli, di un costo della vita che non ha eguali in Europa e la cui volata è tirata da caste privilegiate di cittadini protetti doganalmente o istituzionalmente.
Qualunque sia la via che i cittadini del nostro paese decidano di intraprendere riguardo ai suddetti problemi, è pura illusione che se ne possa venire a capo senza una seria riflessione su quelli che dovrebbero essere i princìpi da cui far discendere le nostre leggi e un nuovo modo dello stare insieme,fondato sul rispetto integrale della proprietà privata, definita come «l’insieme dei beni corporali, spirituali e materiali che un individuo possiede» e sul principio che «ogni cittadino, da solo, in associazione o in comunità con altri cittadini, può agire come vuole se, così facendo, non aggredisce la proprietà privata altrui».
I Liberisti hanno gettato un sasso nello stagno attraverso una bozza di proposta di riforma costituzionale a nome Codex Helveticus, scaricabile dal sito www.liberisti.org, la quale investe quei temi che in questa campagna elettorale monocorde sono stati colpevolmente accantonati: banche, moneta, istituzioni e aggiungerei anche: assicurazioni sociali e sanità.
Concludo riassumendo il programma dei Liberisti per Berna, quale riportato nel sito del partito e
nella mia locandina elettorale.
5 motivi per votare i Liberisti:
– Origini: i Liberisti ticinesi appartengo ad una corrente di pensiero che identifica la libertà dei cittadini con il rispetto assoluto della loro proprietà privata (fisica, spirituale e materiale).
– Stato minimo: si battono per uno Stato minimo che assicuri la protezione dalle minacce esterne e interne (esercito e polizia) e l’amministrazione della giustizia (magistratura)
– Democrazia pura: perseguono l’obiettivo di riportare i Comuni al centro della vita istituzionale della Svizzera e credono in un nuovo modo dello stare insieme fondato sulla partecipazione diretta dei cittadini all’amministrazione dei propri Comuni mediante l’estrazione a sorte e a rotazione (democrazia pura)
– Mercato e cuore: credono nel mercato, quale migliore arbitro e interprete dei bisogni individuali e nelle possibilità di una società solidale fondata sulla volontarietà degli atti e l’associazionismo di mutuo soccorso
– Monete oneste: sono contro il monopolio monetario delle banche centrali e auspicano l’abolizione della riserva frazionaria delle banche commerciali, causa prima dell’attuale crisi economica, perché attraverso questo sistema viene di fatto stampato e prestato più denaro di quanto non venga risparmiato, con la conseguenza di innescare bolle economiche ciclicamente esplosive.
Rivo Cortonesi, candidato al Consiglio nazionale per I Liberisti
Qualche dubbio sul punto 2 del programma, ma se è solo un obiettivo a breve termine si può accettare. Purché l’obiettivo e medio termine sia una società senza stato e quello a lungo termine una società compiutamente libera.
Mitico Cortonesi!
Forse l’unica vera novità nel panorama politico elvetico.