In Anti & Politica, Libertarismo

cookiespcDI MAURO GARGAGLIONE

IL FASCIOCOMUNISMO 2.0 NON SI PRESENTA CON OLIO DI RICINO O LAGER SIBERIANI – La vera ratio della normativa sui cookies, il fastidioso banner che appare ad ogni pagina che aprite, ha un ben preciso bersaglio. Intanto esaminiamo questo punto della legge.

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La pagina di informativa deve contenere:

– il link alla norma ufficiale del Garante
– descrizione di cosa siano i cookie
– i tipi di cookie che usate
– il link a eventuali siti esterni di cui vi avvalete e che fanno uso a loro volta dei cookie per darvi il servizio

Quest’ultimo punto è il più increscioso. In pratica dovete elencare i siti esterni a cui vi appoggiate e che potrebbero installare cookie sul pc dei visitatori. Qualche esempio: Google Adsense, Google Analytics, il widget di Twitter e il “mi piace” di Facebook.
Per ognuno dovete anche linkare la loro pagina dove spiegano come fanno uso dei cookie.
[fonte: http://www.manuelmarangoni.it/]

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Risulta evidente che un sito realizzato da esperti e gestito da webmaster professionisti, non ha eccessive difficoltà ad adeguarsi. Certamente è una seccatura ma si può fare, e si fa.
Il problema vero è per coloro che si fanno un blog o un sito personale. Costoro non hanno le competenze informatiche e soprattutto tecnico giuridiche per leggersi il testo della legge e uniformarvi il loro blog personale.
Spaventati da assurde sanzioni che possono arrivare a rovinare una persona, è molto più probabile che chiudano il blog dove magari, fino a prima del 2 giugno (data di entrata in vigore della legge e, ironicamente, festa della repubblica che tutela la libertà di espressione), solevano inveire contro i magliari che occupano le istituzioni di questa marcia nazione.
E bingooo, ecco il vero obiettivo della legge sulla privacy: tappare la bocca a chi è contro il sistema e i mascalzoni che ne sono al timone.

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P.S. Questo sito se ne frega di una legge demenziale, l’ennesima. (Leonardo Facco)

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Showing 6 comments
  • Vincenzo

    Chi non ha competenze informatiche, mette contenuti in rete in uno dei seguenti modi:
    1) si affida a un portale che offre spazio web, come Libero, Virgilio, Facebook, ecc. In questo caso, dovrebbero essere i portali stessi a offrire assistenza, almeno per non essere coinvolti in noie giuridiche.
    2) si affida a dei web hosting come Aruba o simili. Anche qui, la stessa cosa.

  • spago

    Il bello di internet è che permette di aggirare le leggi con cui cercano di regolamentarlo, e ogni volta l’imbecillità del legislatore/regolatore di turno ne è magnificamente esaltata.. la burocrazia resterà sempre indietro rispetto alla realtà, fallirà sempre..

    da bitcoin alle stampanti 3d, dal dark web ai social criptati, avremo sempre più modo, di vivere in un mondo parallelo rispetto a quella merda che è il mondo previsto per noi dalle leggi degli stati.

    Però ovviamente non basta.. non si può smaterializzarsi e vivere sul web..

  • Giovanni Birindelli

    Tra l’altro, per vedere quali cookies vengono usati da un sito e per scegliere quali bloccare basta scaricare gratuitamente http://www.ghostery.com

    Questa “legge” liberticida è naturalmente anche del tutto inutile rispetto ai suoi stessi obiettivi, che sono già stati raggiunti, come sempre, dal mercato

  • Carlo

    Interessante articolo.

    E’ oltretutto curioso notare come alcuni soggetti privati abbiano già pronte a pagamento delle presunte soluzioni per l’adeguamento ad una norma poco chiara come quella dei cookie.

    Chissà se questi stessi soggetti abbiano in qualche modo partecipato alle consultazioni per la stesura della norma…. boh

    Ah dimenticavo, qualcuno sa cosa vuol dire “parassita di seconda mano”?

  • Albert Nextein

    Resto in attesa di una legge anche sui cocchi.

  • Stefano Tonelli

    Ma anche fare un po’ di cassa con sanzioni stratosferiche. Sai com’è, ce lo chiede l’europa.

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