“Ma la triste realtà è che l’unico modo di fermare le bolle consiste nel fermare la crescita… Janet e il Comitato devono affrontare i fatti – le bolle arriveranno e loro non possono farci nulla. E ovviamente la Fed sarà incolpata per qualsiasi bolla anche quando in realtà non è colpa sua. E’ così che funzionano le economie capitalistiche”. (D. Zervos)
Se uno appartiene alla categoria dei consumatori di inflazione – ossia coloro che traggono beneficio dalle politiche monetarie ultraespansive poste in essere dalle banche centrali – suppongo condivida in pieno le affermazioni di David Zervos, anche se le politiche monetarie comportano una forma di redistribuzione di ricchezza tipica del socialismo, che pure spesso viene (a parole) aborrito dai consumatori di inflazione.
Zervos afferma che “l’unico modo di fermare le bolle consiste nel fermare la crescita”. Se per crescita si intende quella drogata dall’espansione monetaria e dalla creazione di denaro dal nulla in sostituzione di risparmio reale, l’affermazione è coerente. Ma quella non è crescita autentica, è solo un effetto del doping monetario.
Non è vero che le economie capitalistiche funzionano così. Per meglio dire, a funzionare così è la versione di economia definita capitalistica sostanzialmente identificabile con una economia caratterizzata da interventismo progressivo da parte dei governi e delle banche centrali. In sostanza, quella è una versione distorta di economia capitalistica, ancorché indubbiamente sia quella che è andata progressivamente affermandosi nell’ultimo secolo.
Va da sé, quindi, che le banche centrali hanno pesanti responsabilità nella formazione delle bolle, e non è affatto vero che non possano farci nulla. Ma è chiaro che se facessero qualcosa per contrastare la formazione di bolle (basterebbe astenersi dal manipolare tassi e moneta) le conseguenze per i consumatori di inflazione non sarebbero gradevoli.
Anche io
Io sono in attesa che inizi lo spettacolo.