Una percentuale prossima al settanta delle pensioni erogate oggi, incluse quelle minime, non ha alcuna attinenza coi contributi erogati durante la vita lavorativa.
Sono diritti acquisiti, ma solo il 30% o poco più sono diritti pagati da chi ne beneficia. Se la smettessimo con le cazzate lirico-poetico-demagogiche-etico-solidal-redistribuzioniste e usassimo tre grammi tre di logica, unitamente all’aritmetica del primo semestre di terza elementare, capiremmo chi la sta mettendo in quel posto a chi.
Perchè, se è vero che il baby pensionato (sono milioni) non ha infranto alcuna legge, allo stesso modo Prodi, Dini, Amato & Co, non hanno infranto alcuna legge. Se lo hanno fatto incriminateli altrimenti smettete di rompere i maroni con le pensioni d’oro.
La legge stabiliva e stabilisce quanto e da quando potevano decorrere le mensilità. Per qualunque categoria lavorativa ( o considerata tale anche per chi non ha mai lavorato un giorno in vita sua). Una legge dello Stato, mica cotiche. La stessa legge per cui un giovane deve devolvere ore di culo al call center (se è fortunato) per alimentare le categorie di cui sopra, per garantirgli un diritto che a lui sarà negato.
Nessuno ha infranto nessuna legge dello Stato, la legalità ha trionfato. Siete negrieri a norma di legge della Repubblica Italiana.
Leggi e regolamenti pro domo loro.
E chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori.
Diceva bene Thomas Jefferson “Se una legge è ingiusta, un uomo non ha solo il diritto di disobbedire: e’ suo dovere farlo”.
Infatti la legalità non ha nulla a che vedere con la giustizia. E non è vero che non ci sia libertà dove non c’è giustizia, perché dove tutto o quasi tutto è obiettivamente giusto l’oppressore non ha ragione di esistere. E’ vero invece il contrario: la giustizia manca ovunque non vi sia libertà. E il discorso è valido non solo in campo previdenziale.