In Anti & Politica

ALFANOLETTADI MATTEO CORSINI

“La nostra avventura ha avuto uno sviluppo lineare e coerente. Abbiamo scelto la strada più impervia e difficile per creare un’area politica capace di sfidare il Pd, senza gruppi editoriali e poteri forti alle spalle, sorretti dalla grande forza del buon senso degli italiani. Do un affettuoso appuntamento ai sondaggisti per la notte del 31 maggio. Sono certo che a quell’appuntamento ci presenteremo con un grande sorriso. La nostra scommessa non era facile ma era giusta e noi non siamo per le cose facili ma per quelle giuste.” (A. Alfano)

A prescindere da ciò che si pensa del suo operato come ministro dell’Interno, credo che si possa concordare sul fatto che Angelino Alfano non sia la persona più indicata a motivare colleghi di partito e militanti. Non ha le doti del trascinatore, che nel contesto politico italiano coincide con un tipo che con una certa sfrontatezza dice cose non corrispondenti al vero pur di “caricare” i propri interlocutori. Attività nella quale eccellono Renzi e Berlusconi (almeno in passato), tanto per fare un paio di esempi.

Quando uno si sforza di recitare un ruolo che non gli è congeniale, finisce per rendersi ridicolo. Successe anche a Mario Monti durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2013.

Alfano dice cose non corrispondenti al vero, ma non riesce a renderle minimamente cedibili, a mio parere. L’unica cosa credibile, in quanto vera, è che l’avventura dell’Ncd “ha avuto uno sviluppo lineare e coerente”. Se per lineare e coerente si intende fare il possibile per restare al governo, qualunque cosa succeda.

Alfano dice di aver scelto “la strada più impervia e difficile per creare un’area politica capace di sfidare il Pd”, ma sta di fatto che è uscito dall’allora Pdl quando quel partito era già agonizzante e finora si è attaccato morbosamente allo stesso Pd pur di continuare a governare.

Dice anche di essere sorretto “dalla grande forza del buon senso degli italiani”. Fossi in lui non conterei troppo su quel sostegno (non sarei sicuro neppure di quello dei parenti oltre il primo grado), altrimenti rischia di cadere rovinosamente a terra. Ciò detto, a prescindere dalle elezioni che si terranno in alcune regioni a fine mese, l’unico sorriso Alfano potrà farlo non certo per aver sfidato il Pd, quanto per il fatto di continuare a stare al governo con il Pd.

E buon per lui che la legge elettorale di recente approvazione ha previsto una soglia di sbarramento talmente bassa (3%) che probabilmente riuscirà a superarla quando ci saranno le elezioni politiche. Cosa niente affatto scontata, peraltro. Insomma, se un giorno se la giocherà con il Pd sarà perché il Pd ha perso il 90 per cento dei propri elettori, non perché Alfano e il suo partito hanno decuplicato i propri. Che avventura…

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