“Un pachiderma con oltre 12.000 dipendenti e 10.000 collaboratori, con un costo del lavoro di 905 milioni di euro. Che i costi della Rai, l’azienda pubblica televisiva, fossero astronomici non era finora un segreto. Ma il Fatto Quotidiano in un recente articolo ha puntato la lente sugli stipendi dei giornalisti, esaminando la mappa dell’organico che la Rai ha inviato all’azionista di controllo, il ministero dell’Economia, aggiornata al 31 dicembre 2013. “Quel che colpisce”, osserva l’autore Carlo Tecce, “non è l’esercito, che arruola privilegiati, garantiti e precari, ma i generali, le stellette, i grossi stipendi che appesantiscono una televisione col pubblico, la pubblicità e il canone che si assottigliano.”
Infatti sono 1.581 i giornalisti assunti a tempo indeterminato, di cui “la metà guadagna più di 105.000 euro l’anno e può sfoggiare almeno la qualifica di caposervizio (sono 279)”. Stipendi altissimi, che solo da quest’anno non superano il tetto imposto dal Tesoro. “I dirigenti giornalisti, dai capiredattori in su, sono 303 e vanno dai 120.000 euro ai 240.000 euro, il limite imposto alle società partecipate dal Tesoro. Un anno fa, sei giornalisti superavano i 310.000 euro. I telegiornali Rai, che stanno per subire la riforma approvata in Cda, possono muovere 64 inviati speciali, 126.000 euro ciascuno è il prezzo per Viale Mazzini. I vice capiredattori sono 150, tradotti in milioni fanno 18. I redattori ordinari con buste paga che non rispecchiano il mercato odierno – la media è di 85.000 euro – sono 688; chi ha un lavoro a termine riceve non più di 54.000 euro.”
Spropositato anche il numero delle qualifiche più alte: “Viale Mazzini per funzionare ha bisogno di 262 dirigenti, una decina lambisce il tetto dei 240.000 euro.”
A mandare in onda i programmi Rai sono anche i 10.019 “collaboratori con contratto di lavoro autonomo, a progetto e partite Iva”, ovvero i precari, che costano in tutto 110 milioni di euro. Di questi la maggior parte, 9.800, “guadagnano da poche decine di migliaia di euro a un massimo di 80.000”. (Virgilio-Notizie)
I PARASSITI O LI STERMINI O TI STERMINANO
Semplicemente, la tv di stato non dovrebbe esistere.
E se esiste l’abbonamento dovrebbe esser volontario, in regime di concorrenza con altri.
Purtroppo hanno inventato il diritto all’informazione televisiva.
Sventolate il drappo tricolore, sventolate, e cantato l’inno di Mameli e Cannata. Chi taglia l’iTaglia non sbaglia, perché l’iTaglia è uno stato canaglia che campa del vaglia spedito dall’immarcescibile Sig. Felice Pantalone, contribuente esangue e spennato. Sventolate, sventolate. Cretini.