DECRESCITA E LIBERO MERCATO, LECTIO MAGISTRALIS DI NICOLA IANNELLO2015-03-182015-03-17https://www.movimentolibertario.com/wp-content/uploads/2018/10/ezgif.com-resize.gifMovimento Libertariohttps://www.movimentolibertario.com/wp-content/uploads/2015/03/710.png200px200px
che lo stato crei falsa ricchezza non vuol dire che non possa esistere vera ricchezza.
Non è che se io ho una stampante in casa e mi stampo 1.000.0000 di euro vuol dire che sono parimenti ricco a uno che il milione se l’è fatto lavorando. Lo sono solo a un livello apparente, ma se finisco l’inchiostro posso attaccarmi al tram ;-)
nlibertario
Quando qualcuno mi spiegherà cosa c’entra il monetarismo con l’economia austriaca diverrò vegano e mi comprerò una macchina ad idrogeno
serpe
E’ o non è lo stato che si è inventato milioni di stipendi inutili?
Grazie a quei soldi l’economia cresce….
Mister Libertarian
Non cresce l’economia, crescono i parassiti che distruggono l’economia…
serpe
E invece, grazie ai trucchetti monetaristi, grazie alla manipolazione economica, io credo che lo stato possa creare più ricchezza del libero mercato. Finta ricchezza, s’intende.
spago
@serpe devi partire dall’idea che per un libertario lo stato non produce proprio alcuna ricchezza, e non ha risorse se non quelle che prende dagli altri. Attraverso le tasse, i debiti, e l’inflazione, la sottrae ai cittadini e agli usi che ne avrebbero fatto. C’è quello che si vede e quello che non si vede: ciò che lo stato fa si vede, ma ciò che ha impedito e distrutto, non si vede. Per i libertari lo stato è un parassita, che distrigge ricchezza e basta.
serpe
Se per i libertari lo stato distrugge ricchezza e basta, temo che non avete la corretta percezione del nemico.
nlibertario
Ci illumini lei, egregio mr snake, come agirebbe il nemico?
Non mi dirà che è uno di quelli che pensa che il nemico sia colui che vuole privatizzare tutto per obbligarci a mangiare nei McDonald con gli Hamburger ogiemmizzati.
Io penso di aver ben capito come il nemico agisce. Il nemico non vuole cancellare lo stato, ma vuole solo prenderselo. Ed è importante determinare questo punto perchè accertato questo tutte le teorie stataliste crollano.
spago
Tu hai fatto l’esempio delle persone stipendiate dallo stato.. ma quelle risorse sono state sottratte ad altri usi. Non è che non sarebbero state investite o consumate se fossero rimaste ai loro legittimi proprietari. Sono state prese e investite in un uso che tu stesso nell’esempio definisci inutile. Se secondo te questo è creare ricchezza.. Lo stesso vale per la stampante giù in cantina: se secondo te stampare denaro è “creare ricchezza”.. Per me tutto questo è redistribuirla e distruggerla. Prenderla a qualcuno e destinarla ad altre persone e ad altri usi (peggiori).
Per dire che lo stato crea ricchezza devi dire che sottraendo risorse al mercato e dandole allo stato si crea ricchezza: capisci che è il contrario di ciò che qualsiasi sostenitore del libero mercato e del capitalismo – austriaco o meno – sostiene. Per trovare sostenitori di questa tesi devi cercare tra i socialisti piuttosto..
serpe
Devo ammettere che la mia conoscenza delle teorie libertarie non è approfondita..
Nel mio piccolo, io credo di osservare il ruolo di sostegno statale all’economia, e questo sostegno, mi pare determinante nel tenere in piedi tutta la baracca.
Con questo non voglio dire che lo reputo un fatto positivo, tutt’altro, credo che tutto il sistema ne guadagnerebbe in aderenza alla realtà.
In breve, io sono uno che ama la sicerità e ho l’impressione di vivere in un sistema falsato. Tutto qui.
serpe
Devo ammettere che la mia conoscenza delle teorie libertarie non è approfondita..
Nel mio piccolo, io credo di osservare il ruolo di sostegno statale all’economia, e questo sostegno, mi pare determinante nel tenere in piedi tutta la baracca.
Con questo non voglio dire che lo reputo un fatto positivo, tutt’altro, credo che tutto il sistema ne guadagnerebbe in aderenza alla realtà senza l’intervento statale.
In breve, io sono uno che ama la sicerità e ho l’impressione di vivere in un sistema falsato. Tutto qui.
serpe
@spago
Ma io infatti l’avevo detto subito che siete “progressisti”.
Sapresti accettare un sistema libertario che conducesse invece alla povertà? Contrariamente alle tue aspettative?
spago
@serpe un libertario non crede che lo stato possa generare più ricchezza del libero mercato.. quindi in ogni caso genererà meno povertà.
Pedante
Certo, altrimenti si tratterebbe dell’homo oeconomicus, stereotipo giustamente ridicolizzato da Mises.
spago
Le idee austriache mi sembrano idee per una crescita sostenibile, non di decrescita. Al di là delle necessarie correzioni per ripulire il sistema dagli effetti delle politiche monetarie, l’orientamento di fondo è favorevole alla crescita e la convinzione è che il libero mercato porta innovazione, crescita, sviluppo e benessere, in modo più sostenibile e diffuso, rispetto all’intervento statale, che invece consuma e distrugge ricchezza. Il contrario dell’orientamento di fondo dei decrescenti, che è ostile alla ricchezza, al benessere, allo sviluppo, alla tecnologia, e alla crescita sempre e comunque in quanto tali.
Pedante
Spetterà alla gente scegliere quanta crescita desidera. È possibile malgrado tutto che desideri invece la decrescita. Ad ogni modo sono d’accordo che è la sostenibilità il valore che più caratterizza l’ideologia austriaca.
spago
@pedante sono d’accordo, ma se esiste questa scelta significa che di per sè il sistema libertario non è un sistema che produce povertà. La povertà la produce se mai il socialismo, come si vede in tutti i paesi socialisti. Il capitalismo invece di fatto produce ricchezza, sebbene chi lo desideri può sempre scegliere una vita austera, e magari sia anche ammirabile per questo. Per lo meno produce più ricchezza e meno povertà del socialismo.
Pedante
D’accordo su tutti i punti.
serpe
@pedante
In quanto “austriaci”, avete capito bene che il giochino della carta moneta priva di valore è servito a questo capitalismo degenerato a far sembrare tutti più ricchi.
Persone più ricche consumano di più e alimentano il “mercato”.
Ma un’economia “vera”, sarebbe piuttosto “povera”, o comunque avrebbe meno slancio.
In questo senso anche le idee “austriache” sono decrescenti, che ne siate consapevoli o no.
Pedante
È poco realistico analizzare la delocalizzazione di molte attività senza considerare il ruolo determinate giocato dai tassi di cambio, manovrati dai governi per motivi strategici.
serpe
Si vede bene dai commenti che i “libertari” che sono in circolazione qui da noi, sono in fondo dei “progressisti”.
Come quelli del PD.
Pedante
@ serpe:
Riconosco l’efficacia del mercato nel produrre beni e servizi, però se i prezzi non sono prezzi genuini ma prezzi falsati (il che è necessariamente il caso con la cartamoneta) allora quei beni e servizi non rispecchieranno l’uso ottimale delle risorse da parte dei consumatori. Austrian Economics 101, ah ah. http://vonmises.it/2012/03/19/884/
Con ciò non sto giustificando – come farebbe un “progressista” – ulteriori interventi che non potrebbero che peggiorare una situazione già infelice, ma indicando invece l’errore tattico di difendere incondizionatamente un sistema compromesso.
Un secolo fa quando il sistema monetario era indubbiamente più sano e i prezzi meno soggetti alla manipolazione statale pure il commercio estero non dimostrava i difetti economici fin troppo evidenti oggi. Le delocalizzazione rispecchiava più fedelmente i desideri realizzabili dei consumatori.
Pedante
“delle 973 parole che Ricardo dedica a spiegare la legge del vantaggio comparativo, 485 sottolineano l’importanza dell’immovibilità dei fattori di produzione”
Paul Craig Roberts ricorda ai libertari ciò che stipula Ricardo perché i benefici del commercio internazionale siano reciproci. Se poi abbia torto o ragione Ricardo è un’altra questione.
Pedante
La globalizzazione di oggi ha ben poco a che vedere con il libero mercato o la libertà in generale. È il mercantilismo che prevale. Le cartamonete falsano i prezzi creando delocalizzazioni anche quando i fondamenti non le giustificano. Che dire poi sul terzomondializzazione dell’Occidente, fenomeno organizzato ai massimi livelli degli Stati e mai approvato dal grande pubblico?
Pedante
Falsando i prezzi si distorce pure la naturale divisione del lavoro. L’iperspecializzazione della globalizzazione non è frutto della libertà ma una diretta conseguenza degli interventi di ogni Stato nel campo monetario, in quello dei trasporti e delle infrastrutture nonché in specifici accordi commerciali domestici e internazionali.
charlybrown
Basterebbe che questi pirla la decrescita la applicassero a sè medesimi.
Rinunciano alla tecnologia e a tutto il resto e il problema è risolto.
Senza bisogno di rompere le balle al mondo con le loro fesserie.
Questo è un libro che rade al suolo le fesserie dei decrescenti e fa capire quanto siano pazzi.. direi in modo definitivo!
Nlibertario
Ops.
Ho scritto in fretta il primo commento e non ho terminato la frase. Intendevo dire che il primitivismo non può che portare a una qualità inferiore a quella che può essere richiesta.
Caro Spago sono perfettamente d’accordo con te.
Aggiungere inoltre che il concetto di decrescita non potrebbe mai andare di pari passo col libero mercato. Qual’è l’obiettivo del mercato? Creare una qualità sempre maggiore per il cliente. Quindi il ritorno al primitivismo, che si potrebbe solo realizzare mediante coercizione non di certo con lo spontaneismo delle buone intenzioni. E inoltre andrebbe aggiunto che la decrescita paradossalmente si ottiene con la crescita!
Tutti i decrescisti prendono come esempio la “barbarie” delle grandi industrie inglese della rivoluzione industriale, centrali a carbone, inquinamento, smog…. ecc…ecc… Ma tutto questo è stato superato grazie allo sviluppo tecnologico. Ma loro non ci pensano a questo, chissà perchè?
Albert Nextein
E’ una teoria demenziale.
Del tutto contro natura.
I propugnatori sono quantomeno degli ottusi.
spago
A me la decrescita sembra un mix incoerente e delirante di estrema destra ed estrema sinistra..
Marx era almeno a favore della tecnologia, dell’industria e dello sviluppo e vedeva la meta come davanti a noi al termine di un percorso di progresso. Voleva il benessere materiale, lo intendeva fatto di beni e non come condizione spirituale, lo sognava esteso a chiunque, non lo voleva certo estirpare. Questi propongono la direzione contraria, tornare indietro (chi dice a prima della rivoluzione industriale, chi dice al medioevo, chi dice alle società primitive ma già agricole, chi a prima dell’agricoltura), buttare via l’industria, lo sviluppo e la tecnologia, rifiutare il benessere e vivere poveri e miserabili..
Per loro capitalismo e globalizzazione sono decandenza e perdita della dimensione comunitaria. Sviluppo e benessere sono perdita di valori e di senso per l’uomo. Esaltano una società primitiva, dove il senso della comunità è forte e il sapere e la vita sono tradizionali, evolvono in modo molto lento o non evolvono affatto. Interessante il fatto che in molti decrescenti si trovi la critica alla democrazia e alla mentalità dei diritti umani associata al capitalismo. Nonchè l’accusa di hybris al genere umano che vorrebbe andare oltre i suoi limiti (e qui per qualcuno offende il divino, per altri la terra o l’universo, ma comunque divinizzati).
Sono tutti temi – come anche la critica alla tecnologia – ambivalenti che si trovano a destra come a sinistra. Se la sinistra recenetemente punta sull’ecologia, la destra li ha declinati all’insegna della lamentazione per la distruzione dell’ordine e della gerarchia, del rispetto per la tradizione e della religione.
Sono temi che spuntano in pensatori diversissimi, in modo sorprendente. Per cui nel più fervente comunista trovi gli accenti misticheggianti che ti aspetteresti in qualche guru della destra esoterica.
Una società capitalista comporterebbe penso realisticamente sia evoluzione che conservazione, ma nella misura in cui ci aspettiamo che il mercato possa essere fortemente innovativo per quanto riguarda beni, tecnologie, servizi, modi di scambio, rapporti di lavoro e di produzione, etc..probabilmente lo sarebbe anche sul piano delle forme sociali e culturali. Da questo punto di vista la distruzione dell’economia di mercato è l’obbiettivo dei decrscenti perchè ne colgono appunto la spinta verso l’innovazione su tutti i fronti. La sinistra ha accusato spesso la destra di avere paura del nuovo e del cambiamento, di volere una società chiusa, che rifiuta la diversità, il rimescolamento, l’evoluzione, il dinamismo sociale, il cambiamento negli equilibri di potere.. che vede in ogni cosa corruzione e decadenza.. ora si trova in casa la caricatura parossistica di queste accuse.. gente che abolirebbe in un soffio tutto ciò che la sinistra ha precedentemente ritenuto una conquista..
c’è qualcosa di profondamente buffo!
spago
x di più Marx era notoriamente nemico della metafisica: i vari Latouche, Mattei, Pallante, Shiva, Illich, etc.. hanno dei toni fortemente misticheggianti che avrebbero fatto veramente cagare a Marx, penso..
fin dall’inizio la decrescita mi è parso uno dei movimenti più ridicoli e cretini in circolazione..
Start typing and press Enter to search
Questo sito utilizza cookies con i quali non riusciamo a manipolare le elezioni ma solo a migliorare la vostra esperienza di navigazione AccettoRifiutoMaggiori informazioni
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
che lo stato crei falsa ricchezza non vuol dire che non possa esistere vera ricchezza.
Non è che se io ho una stampante in casa e mi stampo 1.000.0000 di euro vuol dire che sono parimenti ricco a uno che il milione se l’è fatto lavorando. Lo sono solo a un livello apparente, ma se finisco l’inchiostro posso attaccarmi al tram ;-)
Quando qualcuno mi spiegherà cosa c’entra il monetarismo con l’economia austriaca diverrò vegano e mi comprerò una macchina ad idrogeno
E’ o non è lo stato che si è inventato milioni di stipendi inutili?
Grazie a quei soldi l’economia cresce….
Non cresce l’economia, crescono i parassiti che distruggono l’economia…
E invece, grazie ai trucchetti monetaristi, grazie alla manipolazione economica, io credo che lo stato possa creare più ricchezza del libero mercato. Finta ricchezza, s’intende.
@serpe devi partire dall’idea che per un libertario lo stato non produce proprio alcuna ricchezza, e non ha risorse se non quelle che prende dagli altri. Attraverso le tasse, i debiti, e l’inflazione, la sottrae ai cittadini e agli usi che ne avrebbero fatto. C’è quello che si vede e quello che non si vede: ciò che lo stato fa si vede, ma ciò che ha impedito e distrutto, non si vede. Per i libertari lo stato è un parassita, che distrigge ricchezza e basta.
Se per i libertari lo stato distrugge ricchezza e basta, temo che non avete la corretta percezione del nemico.
Ci illumini lei, egregio mr snake, come agirebbe il nemico?
Non mi dirà che è uno di quelli che pensa che il nemico sia colui che vuole privatizzare tutto per obbligarci a mangiare nei McDonald con gli Hamburger ogiemmizzati.
Io penso di aver ben capito come il nemico agisce. Il nemico non vuole cancellare lo stato, ma vuole solo prenderselo. Ed è importante determinare questo punto perchè accertato questo tutte le teorie stataliste crollano.
Tu hai fatto l’esempio delle persone stipendiate dallo stato.. ma quelle risorse sono state sottratte ad altri usi. Non è che non sarebbero state investite o consumate se fossero rimaste ai loro legittimi proprietari. Sono state prese e investite in un uso che tu stesso nell’esempio definisci inutile. Se secondo te questo è creare ricchezza.. Lo stesso vale per la stampante giù in cantina: se secondo te stampare denaro è “creare ricchezza”.. Per me tutto questo è redistribuirla e distruggerla. Prenderla a qualcuno e destinarla ad altre persone e ad altri usi (peggiori).
Per dire che lo stato crea ricchezza devi dire che sottraendo risorse al mercato e dandole allo stato si crea ricchezza: capisci che è il contrario di ciò che qualsiasi sostenitore del libero mercato e del capitalismo – austriaco o meno – sostiene. Per trovare sostenitori di questa tesi devi cercare tra i socialisti piuttosto..
Devo ammettere che la mia conoscenza delle teorie libertarie non è approfondita..
Nel mio piccolo, io credo di osservare il ruolo di sostegno statale all’economia, e questo sostegno, mi pare determinante nel tenere in piedi tutta la baracca.
Con questo non voglio dire che lo reputo un fatto positivo, tutt’altro, credo che tutto il sistema ne guadagnerebbe in aderenza alla realtà.
In breve, io sono uno che ama la sicerità e ho l’impressione di vivere in un sistema falsato. Tutto qui.
Devo ammettere che la mia conoscenza delle teorie libertarie non è approfondita..
Nel mio piccolo, io credo di osservare il ruolo di sostegno statale all’economia, e questo sostegno, mi pare determinante nel tenere in piedi tutta la baracca.
Con questo non voglio dire che lo reputo un fatto positivo, tutt’altro, credo che tutto il sistema ne guadagnerebbe in aderenza alla realtà senza l’intervento statale.
In breve, io sono uno che ama la sicerità e ho l’impressione di vivere in un sistema falsato. Tutto qui.
@spago
Ma io infatti l’avevo detto subito che siete “progressisti”.
Sapresti accettare un sistema libertario che conducesse invece alla povertà? Contrariamente alle tue aspettative?
@serpe un libertario non crede che lo stato possa generare più ricchezza del libero mercato.. quindi in ogni caso genererà meno povertà.
Certo, altrimenti si tratterebbe dell’homo oeconomicus, stereotipo giustamente ridicolizzato da Mises.
Le idee austriache mi sembrano idee per una crescita sostenibile, non di decrescita. Al di là delle necessarie correzioni per ripulire il sistema dagli effetti delle politiche monetarie, l’orientamento di fondo è favorevole alla crescita e la convinzione è che il libero mercato porta innovazione, crescita, sviluppo e benessere, in modo più sostenibile e diffuso, rispetto all’intervento statale, che invece consuma e distrugge ricchezza. Il contrario dell’orientamento di fondo dei decrescenti, che è ostile alla ricchezza, al benessere, allo sviluppo, alla tecnologia, e alla crescita sempre e comunque in quanto tali.
Spetterà alla gente scegliere quanta crescita desidera. È possibile malgrado tutto che desideri invece la decrescita. Ad ogni modo sono d’accordo che è la sostenibilità il valore che più caratterizza l’ideologia austriaca.
@pedante sono d’accordo, ma se esiste questa scelta significa che di per sè il sistema libertario non è un sistema che produce povertà. La povertà la produce se mai il socialismo, come si vede in tutti i paesi socialisti. Il capitalismo invece di fatto produce ricchezza, sebbene chi lo desideri può sempre scegliere una vita austera, e magari sia anche ammirabile per questo. Per lo meno produce più ricchezza e meno povertà del socialismo.
D’accordo su tutti i punti.
@pedante
In quanto “austriaci”, avete capito bene che il giochino della carta moneta priva di valore è servito a questo capitalismo degenerato a far sembrare tutti più ricchi.
Persone più ricche consumano di più e alimentano il “mercato”.
Ma un’economia “vera”, sarebbe piuttosto “povera”, o comunque avrebbe meno slancio.
In questo senso anche le idee “austriache” sono decrescenti, che ne siate consapevoli o no.
È poco realistico analizzare la delocalizzazione di molte attività senza considerare il ruolo determinate giocato dai tassi di cambio, manovrati dai governi per motivi strategici.
Si vede bene dai commenti che i “libertari” che sono in circolazione qui da noi, sono in fondo dei “progressisti”.
Come quelli del PD.
@ serpe:
Riconosco l’efficacia del mercato nel produrre beni e servizi, però se i prezzi non sono prezzi genuini ma prezzi falsati (il che è necessariamente il caso con la cartamoneta) allora quei beni e servizi non rispecchieranno l’uso ottimale delle risorse da parte dei consumatori. Austrian Economics 101, ah ah.
http://vonmises.it/2012/03/19/884/
Con ciò non sto giustificando – come farebbe un “progressista” – ulteriori interventi che non potrebbero che peggiorare una situazione già infelice, ma indicando invece l’errore tattico di difendere incondizionatamente un sistema compromesso.
Un secolo fa quando il sistema monetario era indubbiamente più sano e i prezzi meno soggetti alla manipolazione statale pure il commercio estero non dimostrava i difetti economici fin troppo evidenti oggi. Le delocalizzazione rispecchiava più fedelmente i desideri realizzabili dei consumatori.
“delle 973 parole che Ricardo dedica a spiegare la legge del vantaggio comparativo, 485 sottolineano l’importanza dell’immovibilità dei fattori di produzione”
http://mises.org/library/clarifications-case-free-trade
Paul Craig Roberts ricorda ai libertari ciò che stipula Ricardo perché i benefici del commercio internazionale siano reciproci. Se poi abbia torto o ragione Ricardo è un’altra questione.
La globalizzazione di oggi ha ben poco a che vedere con il libero mercato o la libertà in generale. È il mercantilismo che prevale. Le cartamonete falsano i prezzi creando delocalizzazioni anche quando i fondamenti non le giustificano. Che dire poi sul terzomondializzazione dell’Occidente, fenomeno organizzato ai massimi livelli degli Stati e mai approvato dal grande pubblico?
Falsando i prezzi si distorce pure la naturale divisione del lavoro. L’iperspecializzazione della globalizzazione non è frutto della libertà ma una diretta conseguenza degli interventi di ogni Stato nel campo monetario, in quello dei trasporti e delle infrastrutture nonché in specifici accordi commerciali domestici e internazionali.
Basterebbe che questi pirla la decrescita la applicassero a sè medesimi.
Rinunciano alla tecnologia e a tutto il resto e il problema è risolto.
Senza bisogno di rompere le balle al mondo con le loro fesserie.
http://www.libreriadelponte.com/det-libro.asp?ID=1432
Questo è un libro che rade al suolo le fesserie dei decrescenti e fa capire quanto siano pazzi.. direi in modo definitivo!
Ops.
Ho scritto in fretta il primo commento e non ho terminato la frase. Intendevo dire che il primitivismo non può che portare a una qualità inferiore a quella che può essere richiesta.
Toh, a proposito di marx, perfino gli ultrasocialisti sono contro la decrescita:
http://www.statopotenza.eu/13588/decrescita-infelice-e-neoluddismo-la-rovina-della-nazione
Caro Spago sono perfettamente d’accordo con te.
Aggiungere inoltre che il concetto di decrescita non potrebbe mai andare di pari passo col libero mercato. Qual’è l’obiettivo del mercato? Creare una qualità sempre maggiore per il cliente. Quindi il ritorno al primitivismo, che si potrebbe solo realizzare mediante coercizione non di certo con lo spontaneismo delle buone intenzioni. E inoltre andrebbe aggiunto che la decrescita paradossalmente si ottiene con la crescita!
Tutti i decrescisti prendono come esempio la “barbarie” delle grandi industrie inglese della rivoluzione industriale, centrali a carbone, inquinamento, smog…. ecc…ecc… Ma tutto questo è stato superato grazie allo sviluppo tecnologico. Ma loro non ci pensano a questo, chissà perchè?
E’ una teoria demenziale.
Del tutto contro natura.
I propugnatori sono quantomeno degli ottusi.
A me la decrescita sembra un mix incoerente e delirante di estrema destra ed estrema sinistra..
Marx era almeno a favore della tecnologia, dell’industria e dello sviluppo e vedeva la meta come davanti a noi al termine di un percorso di progresso. Voleva il benessere materiale, lo intendeva fatto di beni e non come condizione spirituale, lo sognava esteso a chiunque, non lo voleva certo estirpare. Questi propongono la direzione contraria, tornare indietro (chi dice a prima della rivoluzione industriale, chi dice al medioevo, chi dice alle società primitive ma già agricole, chi a prima dell’agricoltura), buttare via l’industria, lo sviluppo e la tecnologia, rifiutare il benessere e vivere poveri e miserabili..
Per loro capitalismo e globalizzazione sono decandenza e perdita della dimensione comunitaria. Sviluppo e benessere sono perdita di valori e di senso per l’uomo. Esaltano una società primitiva, dove il senso della comunità è forte e il sapere e la vita sono tradizionali, evolvono in modo molto lento o non evolvono affatto. Interessante il fatto che in molti decrescenti si trovi la critica alla democrazia e alla mentalità dei diritti umani associata al capitalismo. Nonchè l’accusa di hybris al genere umano che vorrebbe andare oltre i suoi limiti (e qui per qualcuno offende il divino, per altri la terra o l’universo, ma comunque divinizzati).
Sono tutti temi – come anche la critica alla tecnologia – ambivalenti che si trovano a destra come a sinistra. Se la sinistra recenetemente punta sull’ecologia, la destra li ha declinati all’insegna della lamentazione per la distruzione dell’ordine e della gerarchia, del rispetto per la tradizione e della religione.
Sono temi che spuntano in pensatori diversissimi, in modo sorprendente. Per cui nel più fervente comunista trovi gli accenti misticheggianti che ti aspetteresti in qualche guru della destra esoterica.
Una società capitalista comporterebbe penso realisticamente sia evoluzione che conservazione, ma nella misura in cui ci aspettiamo che il mercato possa essere fortemente innovativo per quanto riguarda beni, tecnologie, servizi, modi di scambio, rapporti di lavoro e di produzione, etc..probabilmente lo sarebbe anche sul piano delle forme sociali e culturali. Da questo punto di vista la distruzione dell’economia di mercato è l’obbiettivo dei decrscenti perchè ne colgono appunto la spinta verso l’innovazione su tutti i fronti. La sinistra ha accusato spesso la destra di avere paura del nuovo e del cambiamento, di volere una società chiusa, che rifiuta la diversità, il rimescolamento, l’evoluzione, il dinamismo sociale, il cambiamento negli equilibri di potere.. che vede in ogni cosa corruzione e decadenza.. ora si trova in casa la caricatura parossistica di queste accuse.. gente che abolirebbe in un soffio tutto ciò che la sinistra ha precedentemente ritenuto una conquista..
c’è qualcosa di profondamente buffo!
x di più Marx era notoriamente nemico della metafisica: i vari Latouche, Mattei, Pallante, Shiva, Illich, etc.. hanno dei toni fortemente misticheggianti che avrebbero fatto veramente cagare a Marx, penso..
fin dall’inizio la decrescita mi è parso uno dei movimenti più ridicoli e cretini in circolazione..