Per fare andare (e far restare) i comunisti al potere e farli addirittura andare al governo, in questi 23 anni, l’Italia è diventata uno stato di polizia giudiziaria.
Per cercare di impedire l’arrivo di Berlusconi al governo con la Lega Nord (cosa in sé anche condivisibile) la sinistra ha inventato la Riforma del titolo V, che ha portato allo sfascio definitivo dei conti pubblici italiani (oltre 100 miliardi € di spesa pubblica aggiuntiva tra 2001 e 2010), moltiplicando centri di spesa, frammentando ancor di più i processi decisionali e quintuplicando i contenziosi d’innanzi alla Corte Costituzionale.
Pur di cacciare Berlusconi, si è avallata la guerra in Libia del 2011 e oggi abbiamo l’Isis sotto casa. Dopo l’ignobile e vergognosa condanna di Berlusconi nel 2013, il governo Letta, con il consenso delle sentinelle delle tasse di Alfano, ha inasprito l’IMU, soprattutto su immobili commerciali e capannoni, e ha partorito Mare Nostrum. Infine, nel loro tentativo di scalare il potere, i comunisti hanno rimandato al potere la peggior Democrazia Cristiana. Come fa un paese a sopportare la presenza di un Berlusconi per più di 20 anni, vi chiederete? Basta sperimentare le alternative.
Aggiungiamo allora una cosa, giusto per chiarirci. Occupare il potere con mezzi legali ed extralegali, costituzionali o extracostituzionali è stata cosa comune di tutti i partiti, chi più chi meno, dal 1948. Nel 1992, però, si è proceduto a un colpo di Stato in piena regola, chiamato Mani Pulite, senza il quale il Pci sarebbe scomparso.
Con lo scenario creatosi, ci siamo cuccati (PURTROPPO!!!!) Berlusconi, pregato da Cossiga di scendere in campo. E non potevamo cuccarci altro soggetto che un saltimbanco furbastro, egocentrico ed debordante come lui, che è la negazione dell’arte del governante, sotto tutti i punti di vista. Però, a differenza di quanto dicono tutti i commentatori di questo paese, il tutto è iniziato nel 1992, non nel 1994. Senza la verità su quegli anni non se ne esce. E senza crogiolarsi in minchiate tipo Britannia.