In Anti & Politica, Economia

PARMIGIANOdi FRANCO CAGLIANI

In Italia lo Stato si occupa di tutto, mette il naso ovunque, decide su tutto ciò a che fare con lo scibile umano. La cosa divertente, se non fosse grottesca, è che tutto ciò viene chiamato “neoliberismo”.

Un caso recente di cronaca riguarda il “parmigiano Reggiano”, uno di quei prodotti di eccellenza di cui si fregia l’agricoltura italiana. Il formaggio emiliano sta attraversando una crisi profonda. Motivo? “A determinare la difficoltà nella filiera del formaggio emiliano ci sarebbe una forte riduzione nella produzione, con un calo evidente anche nelle esportazioni. I rivenditori accusano le conseguenze sul margine di profitto, che vede una sensibile contrazione per il costo al dettaglio, dove si può trovare l’eccellenza emiliana anche a 10 euro al kilogrammo”. A ciò si aggiunga la crisi economica generalizzata delle famiglie, che a differenza di quanto racconta Renzi, ha sempre meno soldi e, di conseguenza, diminuisce i consumi.

La soluzione? In questi giorni il tema della crisi del Parmigiano Reggiano è approdato in Senato, in commissione Agricoltura che ha visto la partecipazione dei vertici del Consorzio di tutela, i quali hanno illustrato le loro ragioni ai politici. Il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, ha detto :“In una situazione che registra pesanti difficoltà a carico di tutti gli allevamenti – ma con aggravi specifici per quelli operanti in montagna e per i giovani allevatori che si sono insediati più recentemente non è pensabile che possa essere lasciata al mercato una selezione fra allevatori e caseifici che indebolirebbe tutto il sistema”.

Capito, non solo gli italiani (dove i “prenditori” hanno di gran lunga superato gli “imprenditori) non solo rimpiangono il panettone di Stato. Ora, anelano persino al Parmigiano di Stato. Non c’è speranza, l’Italia è un paese senza futuro.

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Showing 3 comments
  • Mario

    Sono ridicoli, devono fallire e imparare a lavorare risparmiando e investendo soldi propri

  • Albert Nextein

    Il rappresentante dei produttori di parmigiano non capisce un cazzo di economia di mercato.
    I produttori che non ce la fanno a star su da soli è naturale che chiudano baracca.
    Dispiace, lo posso capire.
    Bisognerebbe spiegare a questo soggetto che se lo stato aiuta alcuni dei suoi associati deve trovare risorse da qualche parte : tasse o debito.
    Come la storia delle sovvenzioni ai pannelli fotovoltaici, ad altri settori dell’economia “di libero mercato”.
    E’ una vita che sento queste pippe.
    Tutti chiedono aiuto , affrontano un libero mercato che non riescono a capire e sopportare.
    Hanno paura.
    Vogliono la mamma stato.
    Salvo trovarsi tra i piedi il padre-padrone-padrino.

    Per me possono chiudere tutti coloro che non hanno i numeri per andar avanti.
    Come feci io nel 1983, senza lamentarmi e pagando tutti i debiti attingendo al patrimonio personale e familiare.

  • Antonino Trunfio

    Ho fatto qualche giorno fa, un’analisi statistica della produzione dell’attuale governo.
    al 25.1.2015 risultavano emesse 18 edizioni della Gazzetta Ufficiale, per 973 pagine totali.
    Proiettando questi dati su 365 giorni, è possibile stimare in 273 edizioni della GU per l’anno in corso e circa 15.000 pagine. Se volete sapere di quali inenarrabili temi si occupino i parassiti criminali di cui parlo, cliccate qui e cosi capite che razza di imbecilli sono ancora quelli che votano.
    http://www.rischiocalcolato.it/2015/01/fatti-non-pugnette.html

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