Le prossime generazioni saranno impiccate ad una tassazione formidabile per pagare gli interessi del debito accumulato dallo stato, attraverso il quale nonni e padri hanno campato bene, tipo andare in pensione a quarantacinque anni o accumulare settimane e settimane di finta malattia senza il timore di perdere il lavoro.
Non vuol dire che dovranno scucire un sacco di soldi, perché non avranno un sacco di soldi, vuol dire che dovranno lavorare molto e guadagnare poco cercando di riempire con le loro fatiche lavorative il secchiello bucato dei prestiti contratti quando ancora non erano nati e dei corrispondenti interessi. Siccome un secchiello bucato non si può per definizione riempire, e le misere retribuzioni per un lavoro sempre più raro non possono bastare, lo stato si vedrà costretto a ridurre al minimo i servizi essenziali.
Le prossime generazioni non si potranno più permettere di prendere il treno o usufruire del servizio pullman per spostarsi per studio o lavoro.
I nostri discendenti dovranno aspettare che le loro patologie diventino veramente gravi prima di rivolgersi a una sanità pubblica che, se esisterà ancora, avrà dei ticket esorbitanti.
Il sogno socialista del “a ciascuno secondo i suoi bisogni”, ma soprattutto quello keynesiano della bolla economica perpetua a botte di spesa a debito e stampa di quattrini, si sta fragorosamente schiantando contro il muro della logica delle leggi di natura.
Diranno che è colpa della Merkel e delle politiche di austerità, oppure che è colpa del neoliberismo e dei ricchi egoisti. Purtroppo tra pochi anni, chi verrà dopo di noi, non saprà mai che ci fu un tempo, quando la macchina pubblica era ancora piccola e la politica non entrava troppo nella vita delle persone, un tempo ahimè durato un quindicennio scarso, in cui chi aveva testa e volontà poteva prosperare e tirarsi dietro tanta gente. Si stanno scannando per gli ultimi rimasugli di quel tempo che fu.
Coincide perfettamente con le conclusioni dell’articolo del WSJ di fine febbraio 2013 (venne pubblicato, ironia della sorte, proprio il giorno delle elezioni del 2013) sulla generazione di noi 40 e qualcosa-enni; si diceva che in Italia c’è una forte solidarietà intergenerazionale all’interno della singola famiglia, ma questa solidarietà manca del tutto a livello generale nel paese…..
Hanno stato li libberissssti !!11111!!
(cit.)
Devo dire che Gargaglione scrive sempre meglio.
In poche frasi incisive riassume un quadro esemplare.
I giovani sono , da sempre, le vittime sacrificali dello stato.
Una volta venivano mandati a crepare in guerra dopo aver loro farcito il cervello con pattume patriottico.
Oggi, li si impoverisce di tutto a partire dallo stato embrionale.