“So che c’è la percezione che l’Italia violi le norme ma guardate bene i numeri, non è vero, rispettiamo le regole meglio di altri nonostante il debito elevato per il quale facciamo ogni sforzo perché si mantenga in un percorso di riduzione”. (P. C. Padoan)
Questo ha detto, tra le altre cose, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan in audizione al Parlamento Ue. Proprio chi guarda bene i numeri, però, non può fare a meno di rimanere allibito dinanzi alle affermazioni di Padoan.
Il rinvio a marzo della valutazione sulla posizione dell’Italia da parte della Commissione Ue, non credo possa essere interpretato come una promozione a pieni voti dei conti presentati a fine 2014 dal governo italiano con la legge di stabilità.
Né può dissipare i dubbi di chi diffida dell’Italia sentire il ministro sostenere, riferendosi al debito pubblico, che “facciamo ogni sforzo perché si mantenga in un percorso di riduzione”. Probabilmente Padoan si riferisce al lieve calo, in rapporto al Pil, registrato tra il secondo e il terzo trimestre del 2014. Dato reso noto da Eurostat pochi giorni fa. Il problema è che su base annuale il dato era in crescita di 4 punti di Pil, oltre che di circa 100 miliardi in valore assoluto.
Il percorso di riduzione mi pare quindi ben lungi dall’essere intrapreso, figuriamoci dall’essere mantenuto.