Ancora fresco di lezione universitaria sullo stile sovietico di Tito durante l’occupazione jugoslava a Trieste, decido di concedermi un boccone appena fuori l’ateneo presso un venditore ambulante di panini e pizze. Il gestore del camioncino è un ragazzo classe 1989, come riporta, insieme ad altri dati anagrafici, il foglio di licenza esposto al pubblico. Mentre mangiavo seduto ai tavolini a fianco, ho notato il suddetto ragazzo lamentarsi con un amico di tutti i problemi che il rispetto delle “regole” e i controlli fastidiosi di finanzieri, carabinieri ed ASL gli infliggono senza vergogna alcuna. Attratto dalla conversazione, mi avvicino e mi intrometto nel discorso…
Il giovane si è sfogato del fatto che non è possibile avere a che fare con una burocrazia assurda e così costosa per poter lavorare e vendere dei semplicissimi panini, citando degli esempi emblematici: lui, insieme al fratello e alla madre, possiede due camioncini, ma può lavorare solo su uno dei due perché sull’altro non sarebbe “abilitato”, mezzo sul quale lavora invece la madre. In caso di scambio apriti cielo, verbale, multa e rischio chiusura attività. Il fratello è l’unico a disporre del permesso per lavorare su entrambi. Giustamente il ragazzo lamenta il fatto di dover sostenere spese doppie in quanto le partite Iva che fanno capo alla famiglia sono due. Inoltre, se volesse chiedere alla sorella di dargli una mano saltuariamente nella sua attività deve comunque ottenere un ulteriore permesso. In particolare, durante il suo racconto, il titolare è entrato nel merito di due casi specifici:
– il primo riguarda due finanzieri in una delle consuete giornate di controllo, i quali, constatando che la tastiera del registratore di cassa aveva una fila di numeri non funzionante e scoprendo tramite lo scontrino di un cliente un’evasione di circa 1 euro, hanno ovviamente emesso verbale compiacendosi in modo evidente della multa appena emessa. Ammenda della quale il titolare dell’attività ancora non conosceva l’importo, nonostante fossero passati parecchi giorni dalla contestazione;
– il secondo caso, invece, riporta l’atteggiamento aberrante e criminale di un carabiniere che, per gioco, dovendo “insegnare” l’arte del mestiere (quello della persecuzione e dell’abuso di potere evidentemente) ad un altro giovane dell’Arma, ha letteralmente minacciato, gratuitamente e a caso, il titolare e suo fratello di far chiudere l’attività. In sostanza pretese di verificare senza competenza alcuna le precauzioni igieniche adottate per cucinare, assumendo arrogantemente un ruolo che peraltro sarebbe formalmente spettato agli ispettori dell’ASL.
Giustamente il giovane si chiede, a questo punto, se nelle forze dell’ordine deve avere fiducia o paura. Dice di aver segnalato questo caso ai vigili e ad un dirigente dell’ASL, i quali hanno promesso di prendere provvedimenti.
Ora, di situazioni come quella di questo ragazzo potremmo raccontarne a migliaia. Chi vi scrive ha 27 anni, quindi nonostante sia sensibile a qualsiasi caso di ingiustizia e prepotenza, lo sono ancor di più quando sono coinvolti giovani volenterosi, vogliosi di costruirsi un futuro in questo inferno chiamato Italia ed essere invece scoraggiati e danneggiati da quell’associazione a delinquere che è lo Stato Italiano. Certo, finché questi ragazzi vengono lasciati soli ad affrontare un mostro non cambierà mai nulla, invece se la gente onesta e perbene cominciasse a linciare, e non solo metaforicamente, questi parassiti il cui unico scopo è vivere sulle spalle degli altri, magari non ci sarebbe bisogno di andare alla ricerca di mete estere per vivere in modo dignitoso.
Quando scoppierà la rivoluzione libertaria, questa gentaglia sarà la prima ad essere appesa ai lampioni
Casa sarebbe la rivoluzione libertaria? Potrebbe spiegarla a qualche ex-imprenditore artigiano che ha dovuto licenziare degli operai del suo stesso paese perché non ce la faceva più a sostenere le spese?
Non vi si capisce, sapete, anche con tutta la buona volontà. Voi teorizzate, fate degli articoloni; citate degli economisti ma di concreto?
tranquilla, ‘non succede gnente’ TM
Il mio barista, che ormai è diventato mio amico, ha subito angherie simili. Due verbali nello stesso momento per due scontrini, di cui peraltro non sono stati in grado di dimostrare la non emissione, essendosi rifiutati di controllare il libro mastro, quando naturalmente sono tenuti a fare un solo verbale.
Il mio amico è andato a denunciare la cosa al responsabile del comando, il quale ovviamente non ha promesso o lasciato trapelare alcuna conseguenza, ma almeno ha avuto il buon senso di fare un confronto diretto con i due agenti e il mio amico. Sembrava quasi un paese civile – quasi.
I fatti accadevano ormai mesi fa, ancora non ci sono notizie… ma ci aspettiamo qualche vendetta trasversale, o comunque un nulla di fatto…
E questo sarebbe un paese democratico.