“Tra la Finanziaria del 2014 e quella del 2015 c’è una differenza di 18 miliardi di tasse in meno… Abbiamo promesso che avremmo fatto una Finanziaria senza aumentare le tasse, abbiamo promesso che avremmo fatto una Finanziaria senza penalizzare i più deboli e si sta realizzando. Sinceramente è la prima volta che questo accade”. (M. Renzi)
Parlando a una platea di (conf)industriali a Bergamo, Matteo Renzi ha fatto marketing per la legge di stabilità che il governo si accinge a varare.
La differenza tra la pubblicità e la politica è che fare pubblicità ingannevole è sanzionabile, mentre raccontare balle in politica, oltre a essere la regola, è generalmente considerata un’arte. Gli stessi “esperti” di comunicazione ritengono molto efficace, da un punto di vista “tecnico”, lo stile di comunicazione di Renzi.
Da inesperto di comunicazione, oltre che da individuo che preferisce concentrarsi sulla sostanza delle cose anziché sulla forma, io non comprerei mai nulla dal venditore Renzi.
Prendiamo alcune delle dichiarazioni di ieri. Renzi sostiene che nella legge di stabilità ci sarà un taglio delle tasse di 18 miliardi; lo sta vendendo come qualcosa di nuovo, quasi fossero nuovi tagli. In realtà si tratta semplicemente di confermare i provvedimenti assunti per il 2014 anche per l’anno successivo. Quindi, per fare un solo esempio, chi ha beneficiato del famoso bonus da 80 euro continuerà a beneficiarne, ma non avrà una ulteriore riduzione di tasse.
Oltre a questo non insignificante dettaglio, ciò che Renzi si guarda bene dal dire è che l’incremento di imposta sui redditi di natura finanziaria (con passaggio dell’aliquota dal 20 al 26 per cento a partire dal 1° luglio scorso) è strutturale, ossia non si discute anno per anno se confermarlo o meno.
Quanto alle coperture, il bonus da 80 euro viene sostanzialmente finanziato in deficit, mentre sugli annunciati 16 miliardi di spending review credo che di tagli veri si vedrà una cifra ben inferiore, come da tradizione. Tra l’altro molti di quei tagli pare che dovranno farli gli enti locali, i quali poi con ogni probabilità spingeranno poi al massimo i tributi e le addizionali di loro competenza.
Un’ultima considerazione: un’euristica abbastanza efficace mi induce a ritenere che quando un politico sente l’esigenza di rivolgersi ai propri interlocutori iniziando la frase con “sinceramente” si può stare sicuri che non sarà sincero.
I parassiti non raccontano bugie, e neppure fanno pubblicità ingannevole. I parassiti fanno l’unica cosa che possono : attaccarsi e succhiare risorse altrui. Dove e come possono attaccandosi a tutto e tutti quelli da cui possono trarre nutrimento per vivere e prosperare. Punto. Dei parassiti occorre solo liberarsi, come è indispensabile fare dai pidocchi, dalle zecche e altre forme parassitarie notoriamente nocive alla salute e al benessere umano. Per fare questo serve solo una mano ferma e un veleno mortale. Nient’altro. Cosi solo si ritornerà a vivere e riavere il benessere perduto.
Il bullo di Rignano, ex patacca degi uffizi, attuale parassita del consiglio itaGliota, dorma pure tranquillo. La Storia è inesorabile : altri lampioni e altri piazzali sono pronti per lui e tutti i suoi sodali, dinosauri del mesozoico compresi.
Mi piace davvero la conclusione dell’articolo! Quello messo in atto da Renzi, con la sua abile e accattivante retorica, è un vero e proprio “dolus malus”: vende patacche per oro.
Non si può parlare di diminuzione di tasse se le minori entrate dovute al minor prelievo vengono coperte facendo debito. Si tratta solo di spostamento di tassazione dal presente al futuro. E’ il livello di spesa pubblica che misura effettivamente l’entità del prelievo fiscale, perché, che sia oggi, o sia domani, è sempre ed esclusivamente con l’imposizione fiscale che si copre la spesa pubblica.
Non c’è altro modo.
Insomma, non ha senso parlare di diminuzione di tasse senza taglio di spesa pubblica. E chi lo fa è un imbroglione!