In Anti & Politica, Economia, Libertarismo, Varie

aaa1di LEONARDO FACCO

Ieri, uno stolto* – che di nome fa Michele Boldrin (perché noi simpatizzanti della scuola austriaca siamo abituati a tirare sassi senza nascondere la mano) – ha scritto un mezzo papiro di ostica lettura (ingoiare un bicchiere di puntine sarebbe stato meno indigesto), sul sito N.F.A., intitolato “Un dibattito mancato e la cosiddetta “teoria austriaca”. Lo potete leggere qui.

Per giustificare il distillato di sapienza che ha vergato, “Boldrin ex machina” nel secondo paragrafo afferma: “Il precedente è abbastanza secondario: tempo fa mi venne proposto di dibattere un signore sul tema “la teoria austriaca non esiste” (affermazione mia). Rifiutai di farlo perché la maniera in cui il dibattito era strutturato ci avrebbe condotti a polemizzare su teorie libertarie, stato minimo, riserva frazionaria ed altre fantasie marginali che alcuni confondono con la realtà, da un lato, e la ricerca nel campo economico, dall’altro. Tempo perso”.

Ora, solo per la cronaca, “il signore” di cui sopra sarei io, ma “mister ex-kathedra” non si abbassa a nominare chi non ha almeno due lauree, un master e una partecipazione allo Zecchino d’Oro. E’ fatto così.

Benissimo. Io, invece, ho poche regole, ma chiare nella vita e in questo caso ne applico una, sintetizzabile in un aforisma (sapete che sono un forsennato collezionista del genere). Eccolo: “Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza”. Non ricordo chi l’abbia pronunciata, forse un comico (o magari non esiste), ma la faccio mia per la bisogna. Orbene, considerato che non sono né un intellettuale, né un celeberrimo professore amerikano, ma non son altro che un un uomo libero che tira a campare facendo il giornalista e l’editore (se proprio evadendo, ma mai pesando sulle spalle dei contribuenti), vi posto qui sotto la registrazione della conversazione che avemmo quel giorno (perché un giornalista ha il dovere di documentare, forte del fatto che a scuola mi hanno insegnato che “verba volant”…).

Prima, però, mi si conceda una postilla, utile a chiarire come questo dibattito sia nato. Sul mio profilo Facebook, feci una battuta delle mie (probabilmente sui politici amorali o sui banchieri biscazzieri, non ricordo). Giorgio Fidenato intervenne, apportando un commento in cui sosteneva – più o meno – che senza seguire i sani principi della “Scuola Austriaca” le cose sarebbero andate sempre peggio. A quel punto, è intervenuto il genio assoluto della Teoria Dominante (non mi capacito del fatto che non gli abbiano ancora dato il Nobel) affermando, come lui stesso ha confermato sopra, che “la Scuola austriaca non esiste”. Da qui, arrivò la mia “sfida a duello”. Sfida che lanciai pubblicamente, facendone menzione a tutti coloro che mi sono amici su Facebook, così come pubblicamente ho anche detto all’universo mondo, che avrei parlato con Michele Boldrin (sempre in merito all’evento da organizzare).

Ho un sospetto, a parer mio Cipolla immaginava a uno come Boldrin quando scrisse le “Leggi fondamentali della stupidità umana”. Null’altro da aggiungere, se non che il dibattito che si sarebbe dovuto fare non aveva nulla di strutturato, come lui va affermando nel suo articolo (avevo solo accennato ad un’idea, prima di sentirlo) e (vedi qui).

Poche ciance, non ho lezioni da impartirvi, né voglia di tediarvi. Ascoltatevi la registrazione del nostro incontro e traete da voi, cari lettori, le vostre conclusioni.

NOTE ED ASTERISCHI

*Stolto è tratto dal Wikizionario, inutile scomodare la Treccani. Del resto, il megaprofessoregalattico (concedetemi la licenza fantozziana) avanza la sua critica alla Scuola Austriaca leggendo il sunto da Wikipedia.

CLICCA SOTTO ED ASCOLTA 

Per una ventina di secondi, ascolterete dei rumori di fondo, poi inizia la conversazione.

TELEFONATA_FACCO_BOLDRIN

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Showing 42 comments
  • Luigi

    Io una cosa non ho capito nella mia elaborazione del lutto. Perché Giannino la laurea ora non se la pigghia?

  • JeffersonSpirit

    Vabbeh!… se questo qui e’ un economista allora faccio il concorso per insegnare anch’io!…e ha pure fondato un partito. ahahahah…

    • leonardofaccoeditore

      Tu puoi insegnare, a prescindere dal concorso. Peggio di Boldrin non puoi fare.

  • leonardofaccoeditore

    Nel monologo delirante, avrete sentito Boldrin definire Huerta de Soto come fosse un idiota assoluto.
    Bene, in questo paper-studio della Bundesbank, chi viene citato? Boldrin? No Jesus Huerta de Soto.
    http://www.miglioverde.eu/gioite-aumenta-la-tredicesima-ma-lo-stato-vi-fotte-il-90/

  • Rorschach

    Non sono un esperto della parte economica del libertarismo, ho maggiori competenze sulla parte di teoria politica e morale. Proprio per questo, leggendo il post di Boldrin, devo dire che non ho capito quali sono i problemi che Boldrin individua nella teoria austriaca. Nel post mi sembra si prendano definizioni e concetti molto superficiali che vengono ironicamente smontati o considerati parte della teoria dominante. Peró il problema é che non si comprendono le differenze tra i modelli, e la critica sembra piú legata alla forma “sarcastica” che ai contenuti.

    In generale, peró, il problema é un altro. Per quale ragione un leader politico che si promette di chiamare a raccolta tutte le anime liberali in un partito fa un post in cui attacca uno dei modelli liberali cosí alacremente? Invece che attrarre nuovi potenziali alleati massimizzando i punti di contatto, allontana gli stessi con critiche sarcastiche. Ma poi, con tutti i temi che si possono trattare a proposito di statalismo… uno che fa? Scrive contro Rothbard. Boh…

    • leonardofaccoeditore

      Per delirio di onnipotenza! Hai ascoltato la registrazione?

  • lorenzo s.

    E’ così sicuro delle sue teorie economiche, così com’era sicuro delle lauree e dei master di Giannino.

  • andre

    Un liberista più ragionevole sembra Fabio Scacciavillani che scrive sul fatto quotidiano. Per carità, gratta gratta alla fine è un interventista e quando gli parli nei suoi post dell’obbrobbrio delle banche centrali si chiude a riccio, però pare una persona dialogante. Forse perchè non è di accademia ma di mestiere dichiara di fare l’investitore per conto di un fondo sovrano dell’oman…

  • andre

    Oh io non sono l’andrea di sopra, il libro di rothbard “la grande depressione” è una bibbia.

    • leonardofaccoeditore

      :-)

  • alessandro

    ciao LEONARDO,non si capisce tutto per via della qualità dell’audio.perchè non mettete nero su bianco le caxxate di boldrin?
    capire la scuola austriaca non è semplice,boldrin non riesce a capirla poverino.
    il 99% della popolazione mondiale non la capisce e non la capirà mai.

    • leonardofaccoeditore

      Caro Alessandro, non perdo tempo per mettere nero su bianco insulti e minchiate senso senso :-)

    • hilda

      povero il 99% per cento della popolazione…ma un dubbio non vi viene??

  • Nicola Magni

    Pazzesco. Un cretino VERO.

  • leonardofaccoeditore

    AHAHAHAHHAHAHAHAHAHA

  • Andrea

    Borioso, ma abbastanza sicuro di quello che dice. La grande depressione non mi pare un libro scientifico, è poco convincente la tesi di rothbard.

  • natascia finotto

    beh, che orecchino e le sue strampalate idee non contino una mazza se non nel ristretto gruppo dei suoi camerieri, è un dato di fatto. Il mondo accademico, cioè il “suo” mondo, la pensa in modo tutt’all’opposto: http://www.washingtonpost.com/news/volokh-conspiracy/wp/2014/09/29/israel-kirzner-for-the-nobel-prize-in-economics/

    • leonardofaccoeditore

      Grazie Natascia

  • Albert Nextein

    Non mi piace.
    Mi annoia.
    Non è affatto brillante, ma solo supponente.

    C’è molto meglio in giro.

  • fabrizio

    L’arroganza appartiene ai parassiti di stato.
    Questo ha preso la laurea di giullare.

  • Leo s

    Ho letto il post su Noise from Amerika, dove dà del guru megalomane a Rothbard, e parla di sedicenti modelli empirici sconosciuti alla scuola austriaca ed i suoi economisti….. Non si capisce a quali modelli questo signore si riferisca, dato che qualora fossero funzionanti, riusciremmo a prevedere e prevenire le crisi… Mi basta questo, evidentemente a questo chicago boys lo 0,299999% preso alle europee con la lista Tabacci-Giannini deve avergli dato alla testa… questo frustrato….
    P.s.: La Grande Depressione di Rothbard è un testo pieno zeppo di dati empirici, dalla prima all’ultima pagina, svela la crescita dato per dato e voce per voce dell’inflazione monetaria avvenuta negli anni ’20…..

  • Guglielmo

    Grande Leo!

    Non so quanto darei per assistere a un bello scontro tra Boldrin e Jesus Huerta de Soto.

    Non ho dubbi sull’esito, ma temo che uno dei due non accetterebbe la sfida :)

    • leonardofaccoeditore

      Ma Huerta de Soto non esiste credo…

  • andre

    Spero solo che la realtà li smascheri in fretta (ancora di più di quel che sta già facendo) questi sacerdoti della fuffa pseudo-economica e pseudo-matematica.

  • Mario

    Ma è una registrazione vera oppure una invenzione. Perché é semplicemente agghiacciante che un tizio non dialoghi con l’interlocutore e non faccia altro che insultare personaggi ai quali lui non è degno nemmeno di pulire le scarpe.

  • charlybrown

    difficile stabilire se è maggiore la spocchia o l’imbecillità.
    comunque, agghiacciante ascoltare per 18 minuti idiozie a raffica dalla viva voce dell’intellighenzia delle facoltà di economia.
    riesce a riunire in sè tutte le caratteristiche che uno scienziato e docente NON dovrebbe avere.
    d’altra parte si spiega come siamo finiti dove siamo.
    poveri noi

  • Enrico

    To study these things, economics makes the assumption that human beings will aim to fulfill their self-interests. It also assumes that individuals are rational in their efforts to fulfill their unlimited wants and needs. Economics, therefore, is a social science, which examines people behaving according to their self-interests. The definition set out at the turn of the twentieth century by Alfred Marshall, author of “The Principles Of Economics” (1890), reflects the complexity underlying economics: “Thus it is on one side the study of wealth; and on the other, and more important side, a part of the study of man.” ( http://www.investopedia.com/university/economics/ )

    Investopedia non esiste!

  • claudio

    non so perchè ma io contiunuo a chiedermi che senso abbia questa guerra di etichette, dopotutto in un’area già devastata da particolarismi spinti..(Alberto quello delle lauree in zecchino e varie era Giannino e non Boldrin)

  • leonardofaccoeditore

    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA

    • leonardofaccoeditore

      :-)

    • Pedante

      Non che Kirzner faccia parte della corrente di Menger/Mises/Rothbard, ah ah. Non c’è da stupirsi che solo gli eredi intellettuali di Wieser come Hayek e Kirzner possano aspirare al premio.

  • leonardofaccoeditore

    Mai! Perché, pensavi che io credessi che lui mi avrebbe chiamato? :-D

  • Enrico

    Dibattiti tra scuole di pensiero economico avvengono frequentemente, come normale che sia: proprio perché si hanno idee diverse, si confrontano e si portano obiezioni.
    Se a Boldrin non piace questo approccio, pazienza. Ma si rende ridicolo quando cerca di criticare quello che chiunque (perfino un economista della Fed https://www.youtube.com/watch?v=P-gl0E9bRa4 ) ritiene perfettamente normale: confrontare teorie diverse.

    • winston diaz

      Il problema e’ che in economia (politica) hanno ragione tutti, ognuno nel suo contesto ideologico, la discussione e’ inutile.

      E’ come discutere di religione: il modo piu’ sicuro perche’ finisca a pugni.

      E questo e’ il motivo per cui gli economisti “a la page” oggi sono piu’ o meno tutti da oscar dell’arroganza: tolta l’arroganza non resta nulla.

      En passant Boldrin era dirigente periferico della FGCI quando era giovane universitario, se non sbaglio (FGCI=federazione giovani comunisti italiani). Si’, anche allora loro erano quelli arroganti, che sapevano tutto sullo svolgersi della storia secondo le leggi ineluttabili del materialismo storico, e tutti gli altri non capivano un cazzo. Questa e’ l’unica costante degna di nota, mi pare.

      Da rimpiangere andreotti e forlani, ma non per scherzo, che adesso ci si rende conto quanto fossero umili, e ironici, nonostante il grandissimo potere che esercitavano.

      Trovate qua il riferimento alla FGCI, assieme ad altre amenita’ di quell’accolita di “secchioni” la cui arroganza e’ inversamente proporzionale alla cultura (come sempre, del resto):
      http://www.rischiocalcolato.it/2012/09/serata-lombarda-di-fermare-il-declino.html
      “Per finire un aspetto che può dare a mio parere il polso dell’umanità dei personaggi incontrati; sono andato a salutare Michele Boldrin, che avevo conosciuto da giovane studente di architettura a Venezia presso la Federazione Comunista locale, mentre lui era dirigente della FGCI e studente di economia a Ca’ Foscari.”

  • eridanio

    certo che farsi dare dello zomibie da Boldrin bisogna essere stoici.
    Facco, ti ha detto che non esisti e che sei un’inutile antichità e che lui non ha tempo da perdere con chi si occupa di scienze sociali perché lui con la sua scienza esatta è razionalmente, idiotamente ed onnipotentemente in grado di speculare sul suo mondo di robot e pinguini prevedibili e gestibili con equazioni. Gli umani, suoi simili, si fottano. Lui (con la sua cricca di ombelicologi) serve il leviatano.
    Lui non ha interesse a confrontarsi in un dibattito sia pur acceso ma civile. Non ha abbastanza neuroni per capire che in un dibattito non serve vincere, perdere o far bella figura. Il dibattito è lo strumento con il quale chi ascolta può farsi di prima persona un’idea o maturare una curiosità che andrebbe poi sfamata con l’approfondimento personale.
    Certo è vero che nei dibattiti, a volte, qualche cocomeraro perde l’occasione di stare al proprio posto.
    Rifiutare di confrontarsi con spirito libero ed aperto rimanendo alla fine della propria idea non serve a chi sostiene il dibattito, ma a chi ascolta, riflette, ragiona ed agisce di conseguenza sulle proprie consapevolezze.
    Un professore questo strumento di trasmissione informale di conoscenze disperse, tacite e non articolabili lo dovrebbe trovare utile insieme allo studio formale di concetti strutturati e didascalici. Ma questo non insegna per trasmettere o per far cogliere con fatica grappoli di conoscenza col sudore della fronte.
    Mi pare che sto tizio giustifichi l’onere dell’insegnamento come gravame del proprio status sociale. Una somma abilitazione per sparare di tutto, anche minchiate a discrezione.
    In fondo lui opera studi che solo il leviatano è in grado di comprare per l’utilità specifica.
    Solo chi ha combattuto nell’arena del consenso, non sapendo fare altro, ha bisogno di qualcuno che gli soffi nell’orecchio qualche gioco di prestidigitazione.
    Le formule devono essere tanto complesse. I poveri dementi, che dovessero esercitare il controllo sociale su questi mercanti di consenso, dovranno trovale misteriose.
    Per non far la figura degli ignoranti la gente deve abituarsi a valutare le questioni come alternative nella categoria degli “atti di fede”.
    E poi…in fondo….dai … non hanno nemmeno i titoli.
    Tra l’altro di professori del leviatano non è che ce ne sia bisogno in grande numero e la competizione è accesa e scomoda.
    I posti sono limitati e se anche i discepoli non capissero una cippa…sarebbe tanto meglio, così questi “ercoli di sto logaritmo” si levano il rischio di avere a breve qualche bimbominkia che vuole superare il professore.

    Facco …. tu si che sei un grande …. altro che quella bifora mona.

    • leonardofaccoeditore

      (y)

  • Leo s

    Io due anni fà, ho aderito persino a Fid e gli ho votati alle elezioni; è un movimento abortito, di gente complessata effettivamente, come il caso Giannino lo dimostra e le beghe con Zingales, un altro americano figo e sopravvalutato… Trattasi di convinti monetaristi dopotutto inutile stare li a cincischiare con questi complessati e tutto il partito su scala nazionale è orientato ad essere il partito dei laureati, di gente che si fregia del pezzo di carta, il partito dei broccoloni insomma… come se la lezione Einaudiana sul valore legale non conti nulla… addirittura se l’inventano i titoli.
    Cmqe sto leggendo Credito Bancario, moneta e ciclo economico del prof Huerta de Soto, lo trovo magnifico, un capolavoro… una mostruosa disamina dell’attività bancaria dai tempi di Babilonia sino ad oggi e l’influenza pressoché totale di questa attività sui cicli economici; Boldrin si vada pure a sciacquare la bocca, del resto non potrà mai ammettere che il lavoro dell’economista non è poi così importante ai fini previsionali, anzi è del tutto inutile come lavoro…

  • Bartok56

    L’aforisma credo che sia di Oscar Wilde

  • Matteo C.

    Confondere Hernando De Soto e Jasus Huerta de Soto significa non avere una grande conoscenza di ciò di cui si parla. Eufemisticamente parlando.

  • myself

    Michele Borldrin: “[La teoria economica austriaca, n.d.r.] È una roba italiana…”

    @Facco Penso che tu abbia già perso abbastanza tempo con questo personaggio. Non gli dedicherei più alcuna delle mie energie.

  • Gianci

    Un personaggio borioso e brioso

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