di FONDAZIONE VINCENZO SCOPPA
In un’atmosfera di grande partecipazione è stata inaugurata, e riaperta al pubblico dopo i lavori di ristrutturazione, la nuova piazza nel Comune di San Floro (CZ), che la locale amministrazione, guidata dal sindaco Teresa Procopio, ha deciso di dedicare a Ludwig von Mises, l’insigne economista austriaco, che per più di cinquant’anni è stato il prodigo maestro di generazioni di studiosi, a cui ha insegnato i principi del liberalismo classico.
Tale scelta esprime la volontà della municipalità sanflorese di intitolare le vie a personaggi noti, in modo tale che i loro nomi possano rimandare a gesta, opere e azioni che tutti conoscono e che possano essere da esempio; possano rappresentare qualcosa anche per la vita quotidiana dei cittadini.
Intitolare la piazza a Ludwig von Mises ha pure il significato di aprire il comune al mondo, ai valori della grande società, e aprirlo nello stesso tempo come emblema di città aperta, che accoglie persone provenienti da ogni luogo e dalle esperienze di vita, sociali e culturali più variegate. A tale proposito, si ricordano le parole pronunciate da Pericle nella famosa orazione funebre riportata da Tucidide: «Atene è aperta al mondo; noi non cacciamo mai uno straniero».
La manifestazione è stata aperta dal medesimo sindaco di San Floro che, insieme a Lorenzo Infantino, presidente della Fondazione Hayek Italia e ordinario presso la Luiss Guido Carli di Roma, Sandro Scoppa, presidente della Fondazione Vincenzo Scoppa, Angela Fidone, coordinatore del Tea Party Calabria, Daniela Rabia, per l’Istituto Mises Brasile, e Luca Gariani, presidente di Confimpresa, ha scoperto la targa contenente l’indicazione toponomastica e i riferimenti bio-biografici del grande economista e scienziato sociale.
Successivamente, dopo l’illustrazione della decisione dell’amministrazione di San Floro e una breve introduzione alla vita e alla opere di Mises da parte del primo cittadino del comune, e gli interventi di Daniela Rabia e Angela Fidone, si è svolta una interessante conversazione su: ‘Mises, il maestro di tutti noi’ con Lorenzo Infantino intervistato da Sandro Scoppa.
Nel corso della conversazione sono stati discussi aspetti rilevanti dell’opera di Mises. L’analisi delle caratteristiche strutturali dei regimi totalitari, a partire dall’impossibilità del calcolo economico in una società basata sulla pianificazione economica; la critica dell’interventismo, attraverso cui pure è possibile giungere (lo mostra il nazismo) alla completa soppressione della libertà individuale di scelta; le manipolazioni monetarie che puntualmente portano alla formazione di bolle speculative, alla loro esplosione e a quella distruzione di capitale che determina ampie e drammatiche zone di disoccupazione: la crisi che stiamo vivendo è la dimostrazione lampante.
Altro tema sviluppato ha riguardato la limitazione del potere pubblico, senza la quale nessuna libertà di scelta è mai possibile. Infine i dialoganti si sono soffermati sull’annosa distinzione tra liberalismo e liberismo, prodotto esclusivo della cultura italiana, che ciecamente nega l’indissolubile legame tra libertà politica e libertà economica.
La piazza, ubicata nell’abitato di San Floro e da ora aperta al pubblico, è corredata dall’opera La libertà ha un futuro, realizzata dall’artista Angela Fidone e donata dalla Fondazione Vincenzo Scoppa al Comune di San Floro, per essere ivi collocata.
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«Atene è aperta al mondo; noi non cacciamo mai uno straniero».
Parole più che mai attuali. Se non vado errato oltre il 20 percento della popolazione greca è straniera il che ha contribuito non poco alla popolarità di Alba Dorata. Faccio notare a Pericle inoltre che imperi multiculturali come la Grecia antica (o gli Stati Uniti di oggi) seminano la loro propria distruzione attraverso universalismi come quello suo. Il benessere e il progresso economico e sociale derivati dalle intuizioni dei fondatori della società attraggono così tanti immigrati da scatenare una trasformazione demografica. La Grecia resta sempre la Grecia; cambiano però i greci. (Una simile tesi politicamente scorretta si potrebbe fare per l’Impero romano. Faccio fatica a credere i romani di oggi siano della stessa stirpe dei fondatori della civiltà romana.)
La biografia di Hülsmann su Mises Mises: The Last Knight of Liberalism rivela quanto fossero forti i vincoli della famiglia Mises con i suoi connazionali, tant’è che Hülsmann parla quasi uno stato dentro lo Stato polacco. Mises, inoltre, fuggito dall’occupazione nazista si stabilisce a NYC, città dove i suoi connazionali hanno sempre avuto una forte presenza. Una preferenza rivelata, questa, perfettamente legittima e in linea con il generalizzato desiderio umano di omogeneità etnica. (Per ulteriori prove si vedano le varie Little Italy a NYC.).
Tutt’altro discorso è la libertà commerciale.
. Infine i dialoganti si sono soffermati sull’annosa distinzione tra liberalismo e liberismo, prodotto esclusivo della cultura italiana, che ciecamente nega l’indissolubile legame tra libertà politica e libertà economica.
Se chi ha scritto l’articolo avesse letto von Hayek saprebbe la differenza tra liberale liberista e libertario. Von Hayek ha scritto la storia del liberismo. Il movimento liberale è quello che ha portato all’unità statale di Germania e Italia in particolare. I liberisti sono quelli che sono critici verso questi movimenti nazionalisti.