L’economia statale funziona come una specie di macchina termica: in certi periodi può “produrre denaro” (calore) da rilasciare nell’ambiente (economico), mentre nel frattempo assorbe dall’ambiente stesso un certo quantitativo di risorse attraverso la tassazione. La macchina dello Stato “produce” risorse dal “lato tesoro” e ne assorbe dal “lato fiscale”.
Se le risorse immesse sono superiori a quelle prelevate ciò porterà ‘maggiori stimoli all’economia’, spesso con conseguenze – nel breve periodo – non controllabili e indesiderate (inflazione), ma con conseguenze disastrose nel lungo periodo (crescita del debito). Questa è stata la situazione della macchina dello stato per diversi decenni, almeno fino ai primi anni ’90. Dal 1980 al 1992 la macchina dello stato ha ‘prodotto’ attraverso la spesa a deficit circa 230 miliardi (correnti, circa 385 a valori attuali).
Non si è trattato ovviamente solo di ‘risorse create’, perché ad un certo punto le risorse immesse, prelevate attraverso il debito pubblico, provenivano dal risparmio, spesso però generato dalle stesse risorse immesse precedentemente. A partire dal 1992 la macchina dello stato è cambiata completamente: ha iniziato invece a funzionare come una macchina frigorifera, prelevando dall’ambiente più risorse di quelle che vi immetteva.
Non si è più fatta (o quasi) spesa a deficit; i “virtuosi” avanzi primari che si sono accumulati successivamente vogliono dire essenzialmente una cosa: una quota sempre più ampia delle tasse prelevate (sempre più alte) sono servite per pagare gli interessi sul debito, invece che andare in “servizi” (scadenti o no). Dal 1992 al 2012 le tasse (cumulate e rivalutate, quindi a valori attuali) impiegate per pagare gli interessi sono stati circa 900 miliardi. Non sentite un po’ di freddo?
Leggi fisiche.
Leggi statali.
Provvedimento governativo : tirammo a campà.
Qui entra in gioco il rendimento del processo o della macchina intesa fisicamente. Quando il rendimento è troppo basso, si interviene con delle modifiche al processo, quando questo non è possibile si ferma la macchina, si cerca di individuarne i suoi punti negativi e si pensa a qualcosa di diverso tenendone conto.
La macchina Italia ha un rendimento negativo, i politici usano il termine riforme intendendole camaleonticamente nell’attesa che l’economia si aggiusti da sola o che almeno loro abbiano modo di arricchire e delle grane siano altri ad occuparsene, ma essa non è riformabile e deve essere fermata quanto prima per dar vita a qualcosa di diverso.