Come hai trovato l’opportunità per il primo trasferimento in Estonia?
E’ una lunga storia ma cercherò di essere per quanto possibile breve: la causa fondamentale è stata forzata, direi anche necessaria allora, ma oggi la considero la mia più grande fortuna!!
Andare a trovare lavoro all’estero dopo il fallimento della mia internet company nel lontano 2002.
Chiunque sia passato da un fallimento sa cosa significhi viverlo in Italia, dal punto di vista professionale sei praticamente morto.
Sono stato uno dei primi imprenditori dell’internet in Italia, nel 1994, dopo aver lasciato il gruppo Fiat circa cinque anni dalla laurea in ingegneria meccanica, contribuii con degli amici d’infanzia a fondare in Puglia uno dei primi Internet Service Provider .
Fu un’avventura esaltante e meravigliosa, l’impresa segui pedissequamente la crescita e la follia della prima bolla di internet, fino a diventare una delle più importanti realtà italiane, con circa cento dipendenti e grandi soci comprese due note banche italiane.
Quando la bolla scoppiò fui letteralmente travolto dalla follia, dall’inettitudine e dalla perversione di tutti i grandi attori coinvolti, soprattutto dalle due banche socie, la mia società fu lasciata improvvisamente ed inaspettatamente sul lastrico e fallì miseramente dopo più di un anno di durissima agonia.
In seguito sarei stato condannato in primo grado da un tribunale locale (ancora più perverso ed ignorante dei “grandi soci”) addirittura a quattro anni di reclusione per bancarotta fraudolenta per dissipazione del capitale sociale!
In poche parole aveva preso letteralmente fischi per fiaschi!
Condannando e praticamente distruggendo sul nascere una promettente carriera imprenditoriale.
Ad onor del vero alla fine ho avuto la fortuna di essere stato pienamente assolto dal tribunale di appello lo scorso mese di Maggio (dopo più di dieci anni di gogna, ma solo questa vicenda meriterebbe un intero libro per raccontarla e prima o poi qualcosa farò!) per aver incontrato un giudice d’appello che oltre ad essere competente si è preso a cuore la vicenda!
Una fortuna nel nostro Paese ahimè, basta solo dire che in tutta questa vicenda, come imprenditore, avevo investito e perso tutto quello che avevo, e questo per un solo e semplice motivo che qualunque imprenditore vero ben sa, perché ci credevo fino in fondo.
Era la fine del 2002 e potete facilmente immaginare il vero e proprio senso di nausea, depressione e vero e proprio senso di abbandono che provavo oramai quotidianamente nel vivere in Italia, tanto più che nel nostro Paese malato, dove l’invidia e l’inettitudine sono ben radicate, il fallimento, soprattutto quando è causato dall’ineluttabile rischio di mercato (per non parlare dell’apporto del sistema bancario), è ahimè ancora visto come un crimine, a prescindere.
Fu cosi che dopo un paio di anni di inutili tentativi di rimettermi in gioco decisi di lasciare l’Italia e di raggiungere due miei ex dipendenti nell’internet company a Londra, oggi due carissimi amici che mi piace citare in quest’articolo, Paolo Rizzi e Francesco Vitobello, che mi offrirono la possibilità di lavorare con loro.
Fu cosi che da Londra, dopo un breve periodo di collaborazione, ebbi l’occasione di visitare l’Estonia per un fine settimana, fu un colpo di fulmine!
Quella città mi ammaliò e decisi che sarebbe stata la mia destinazione futura e fu cosi che solo dopo un paio di settimane mi ero già trasferito a Tallinn avendo raccolto l’offerta di collaborazione da parte di una piccola impresa di consulenza
In Estonia ho vissuto cinque splendidi anni sino al 2008, alternando diverse vicende professionali come l’aver intrapreso un progetto dedicato al Made in Italy e la consulenza a piccola imprese italiane interessate ad aprirsi il mercato del mar Baltico, fino a quando la grande recessione colpì duramente questo piccolo Paese.
Per la seconda volta nella mia vita professionale mi vidi travolto da qualcosa d’improvviso e d’incomprensibile e per certi versi inspiegabile, fu cosi, che quasi per caso, incrocia la Scuola Austriaca di Economia e la mia vita prese ancora un’altra direzione
Cosa offre l’Estonia in più rispetto all’Italia?
Praticamente tutto: bassa burocrazia, bassa tassazione, alta scolarizzazione, ottimi servizi ed infrastrutture sia tecnologiche che sociali, per non parlare di un popolo educato e gentile.
L’Estonia, dopo essersi liberata nei primi anni novanta del secolo scorso da circa mezzo secolo di devastante dominazione sovietica, ebbe l’intelligenza di guardarsi intorno e di scegliere le migliori pratiche economiche da seguire per ricostruire il Paese.
La scelta cadde proprio seguendo l’esempio del Cile, il destino avrebbe in seguito scelto proprio questo Paese come mia prossima destinazione, e sulle sue riforme autenticamente liberali che l’avevano già reso un caso di successo in America Latina.
Infatti l’Estonia è un Paese che ha fatto passi da gigante: minima politica e burocrazia, infrastrutture efficaci e supermoderne, assenza di debito pubblico, produttività e crescita costante, d’altronde basta fare un salto a Tallinn per rendersene conto immediatamente.
Con l’inizio della Grande Crisi Economica nel 2008 decisi di ritornare in Puglia per dedicarmi allo studio a tempo pieno della Scuola Austriaca di Economia che avevo incontrato per caso su internet e che intuii mi avrebbe dato la possibilità di dotarmi degli strumenti teorici con cui avrei compreso la vera e propria follia alla base delle due più importanti esperienze professionali della mia vita: la bolla dell’internet e l’attuale Grande Crisi economica.
L’Estonia è un Paese che adoro e che rimane sempre nel mio cuore, per questo motivo mi piace ricordare che questo Luglio ritornerò a Tallin dopo più di cinque anni per presentare la mia nuova attività che ho cofondato in Cile con un team di imprenditori provenienti da ogni parte del mondo, ma questo è un argomento delle prossime domande
Dopo l’Estonia, il Cile. Cosa ti ha portato (quasi) agli Antipodi?
E’ stato lo studio della Scuola Austriaca di Economia a portarmi in Cile, dopo circa un paio di anni di durissimo studio a tempo pieno, ero pronto per ripartire e rilanciarmi nella vita pratica, fu cosi che in un internet forum internazionale di economisti vicini al pensiero della Scuola Austriaca incontrai Skinner Layne, con cui in seguito avrei fondato la mia avventura imprenditoriale di oggi, Exosphere.
Skinner è un giovane imprenditore americano che aveva lasciato gli Stati Uniti per il Cile già nel 2008, allorquando si rese conto dell’inevitabilità della crisi economica e delle sue nefaste conseguenze sia economiche che sociali.
Fu cosi che decise di svendere il suo patrimonio, al contrario mio Skinner aveva avuto successo ed era riuscito a capitalizzare la sua internet company prima dello sboom, e di lasciare gli Stati Uniti per un nuovo Paese che avesse le condizioni macroeconomiche ideali per intraprendere e costruire qualcosa d’importante.
Dopo aver fatto un’attenta analisi a livello mondiale optò per il Cile, un Paese che, oltre ad essere ricco e ponte di approdo ad un grande mercato in via di sviluppo come l’America Latina, è oramai da più di vent’anni che segue delle politiche relativamente libertarie come: un governo minimo, bassa tassazione, infrastrutture moderne e protezione totale della proprietà privata.
Fu cosi che nel Dicembre del 2010 decisi di fare la valigia e di trasferirmi in Cile dal momento che anch’io ero oramai pronto per dedicarmi ad un’altra avventura imprenditoriale, cosi, dopo aver inizialmente lavorato come consulente per alcuni progetti dedicati allo sviluppo di impianti di energia fotovoltaica, contribuii a fondare Exosphere con Skinner Layne e il mio socio argentino Carlos Miceli
Di cosa ti occupi adesso?
Ora mi occupo a tempo pieno di Exosphere che non ho problemi a definire la più straordinaria ed importante esperienza professionale della mia vita.
Direi che consiste nella summa di tutte le esperienze della mia vita, anche personali, dalle più belle a quelle più dolorose, in pratica Exosphere consiste in un esperienza dove s’impara ad imparare, a diventare imprenditori veri e a riacquistare l’indipendenza economica e la libertà che solo la titolarità della propria impresa può dare.
L’esperienza Exosphere consiste in un periodo di tre mesi da trascorre in Cile, nella bellissima cittadina costiera di Vina del Mar, dove ci si incontra con altri cinquanta imprenditori provenienti da ogni parte del mondo per dedicarsi completamente al proprio futuro, è per tutte le età e non è necessaria nessuna esperienza professionale specifica, solo avere la ferma convinzione di voler cambiare vita e di diventare indipendenti economicamente, in una parola: imprenditori.
Sul nostro sito l’esperienza exosphere è spiegata nei dettagli, il prossimo boot camp sarà a fine Settembre, ci si può ancora iscrivere e nel mese di Luglio faremo anche un salto in Italia e in Europa per dei workshop di due giorni dove proveremo a sintetizzare l’esperienza educazionale che abbiamo sperimentato quaggiù in Cile.
In Italia saremo sia al Sud, a Barletta, che al Nord, a Venezia, basta collegarsi al sito Exobase per avere tutte le informazioni ed eventualmente iscriversi al workshop.
Secondo te, chi dovrebbe prendere in considerazione il Cile come meta per l’espatrio?
Chiunque decide di dare un taglio netto alla propria vita!
Il Cile è il Paese ideale per espatriare e costruirsi una nuova vita, sia per la sua stabilità economica sia perché rappresenta il ponte di approdo di un mercato cosi grande e in via di sviluppo come il Sud America.
Magari partecipare ad uno dei nostri BootCamp di Vina del Mar può essere il punto di svolta, laggiù si può trovare un luogo ed una comunità pronta ad accogliere coloro che vogliono veramente cambiare vita puntando sul proprio spirito imprenditoriale
Lati negativi del Cile?
Direi pochissimi e tutti di secondaria importanza, uno per tutti, una burocrazia ancora lenta, anche la lingua, essendo molto vicina a quella italiana, non costituisce un lato negativo.
Che consigli daresti a chi vuole seguire le tue orme?
Vincere la barriera mentale che ci inchioda in Italia, come dico sempre io, ci vuole più coraggio a rimanere in Italia piuttosto che andare via e questo diventa evidente solo dopo poche settimane di vita all’estero
Hai cambiato opinione sull’Italia dopo questi anni passati all’estero? In che modo?
Certo che ho cambiato opinione e in peggio evidentemente, l’Italia mi sembra una foto ingiallita che non cambia mai, che rimane sempre la stessa e che si appanna anno dopo anno, fuori invece si vive in un film che cambia giorno dopo giorno, e questo è il vero spirito della vita.