In attesa dei tagli Irpef promessi da Matteo Renzi sotto forma di detrazioni, c’è da fare i conti con il prezzo delle addizionali regionali e comunali imposte dagli enti locali. Tanto che a maggio, se il premier manterrà il suo impegno, gli 80 euro medi mensili di aumento per i ceti medio-bassi serviranno a recuperare, e a dire il vero in molti casi a superare, quanto perso in queste ore. Infatti, con la busta paga di marzo, piomba una mini stangata sugli stipendi. I cedolini saranno infatti appesantiti dagli acconti e dai saldi dell’Irpef federalista. Con aggravi che, in alcune città e in alcune regioni, saranno particolarmente gravosi. Molti amministratori locali hanno ritoccato le aliquote. E il risultato lo fotografa un’indagine della Uil: nella busta paga in arrivo lavoratori dipendenti e pensionati italiani dovranno versare mediamente 97 euro complessivi, pari al 29,3% in più rispetto allo stesso mese del 2013, con una punta record a Roma. Nel dettaglio, l’indagine sindacale (elaborazione su un reddito di 23 mila euro ) mostra che per l’Irpef regionale, in questo mese, verranno trattenuti mediamente 59 euro, a fronte dei 49 dello scorso anno (+20,4%), mentre per l’Irpef comunale si verseranno 38 euro rispetto ai 26 del 2013 (+46,1%).
L’IMPATTO
In termini assoluti, è l’Irpef regionale la posta che determina i prelievi più pesanti. Sono 4 i governatori che hanno aumentato le aliquote. E dunque in Lazio, Piemonte, Liguria e Umbria l’acconto dell’addizionale relativa al 2014 salirà rispetto all’anno scorso. In particolare nel Lazio, dove l’aliquota è stata trascinata dall’1,73 al 2,33%. Per quanto riguarda l’Irpef comunale (in questo mese si paga il saldo del 2013 più una parte del 30% di acconto del 2014 ), ci sarà l’effetto dei ritocchi di aliquota decisi dai comuni lo scorso anno. Nelle grandi città come Roma (la più tartassata con un’aliquota dello 0,9% ) l’acconto e il saldo peseranno mediamente 139 euro (83 euro per l’Irpef regionale e 56 euro per quella comunale). E per dare un’idea della situazione, un impiegato pubblico della Capitale titolare di un reddito di 20 mila euro pagherà 90 euro in più rispetto al marzo dell’anno scorso. Prelievo da 126 euro a Torino, da 123 euro a Napoli e di 115 euro a Genova. L’indagine Uil parla di un salasso federalista destinato a durare.
Alla fine del 2014 l’Irpef locale complessiva peserà mediamente 564 euro (+12,1% rispetto all’anno scorso). Infatti su 140 Comuni che hanno già fissato le aliquote Irpef 2014, ben 54 (pari al 38,6% ) hanno aumentato il prelievo. Si tratta di aumenti dolorosi in quanto, ricorda il sindacato “le addizionali si pagano sull’intero imponibile e non tengono conto delle detrazioni per la produzione del reddito”. Così il conto finale di quest’anno, per lavoratori e pensionati, sarà salatissimo. L’Irpef regionale passerà mediamente dai 363 euro del 2013 ai 409 del 2014 (+12,7%), con picchi di 536 euro nel Lazio (+34,3%) e 490 in Piemonte (+25,3%). L’Irpef comunale salirà invece dai 140 euro medi trattenuti in busta paga nel 2013 ai 155 medi di quest’anno (+10,7%), con punte di 207 euro a Roma e 184 a Napoli, Milano e Torino. Numeri alla mano, un impiegato con un stipendio di 2 mila euro, dal 2010 al 2013, ha versato ben 189 euro di Irpef comunale in più. Con un aumento del 30%.
TRATTO DA: http://economia.ilmessaggero.it/
ma continuate a bervi le panzane dei media sussidiati, che si vive meglio.
Quelli che vi dicono degli 80 € in più (forse) e che tacciono dei 100 € in meno (sicuri).
Quelli che fanno un gran battage pubblicitario per le auto blu in vendita (100) e si dimenticano di riportare la notizia delle auto blu in acquisto (210 ? Nemmeno loro sanno quante).
Buon giorno e “è tutta colpa degli evasori fiscali”, mi raccomendo.