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DONMARINORUGGERODI REDAZIONE

Ma allora, bisogna o no pagare le tasse? E’ un dovere pagarle, visto anche il danno grave che procurano allo Stato Italiano gli evasori fiscali?

La dottrina cattolica ricorda che vi sono tasse giuste, che vanno pagate sotto pena di peccato mortale e di reato penale, tasse ingiuste che si possono evadere senza peccato e senza reato e, addirittura, tasse intrinsecamente e direttamente perverse, cioè direttamente contrarie alla legge divina che debbono essere non pagate anche col rischio della propria vita. Concretamente, la tassa giusta non deve superare circa il 10% – 20% del salario. Papa Ratzinger affermava, in una udienza generale, che “il buon cristiano è anche un buon cittadino e perciò comprende la necessità di fare fronte agli oneri fiscali, per quanto gravosi e sgraditi possano apparire”. Io non sono d’accordo!

ASCOLTA L’INTERVISTA A DON MARINO RUGGERO

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Showing 18 comments
  • Pedante

    Erratum corrige: Emmerick.

  • Pedante

    @ al skender:
    Grazie del commento. Non abbiamo nessun racconto del processo, solo della condanna. La ricostruzione di Emerick non mi convince. Se fosse crocefisso solo per essersi detto re dei giudei allora perché tanta enfasi sul tranello della moneta che i farisei gli avevano teso? Un’insurrezione militare dei giudei, popolo già sconfitto, sarebbe meno problematica a mio avviso per un governatore che non uno sciopero fiscale, il quale potrebbe anche diffondersi tra altri sudditi o popoli.

    Non sempre le parole di un amministratore pubblico dicono tutta la verità, né allora né oggi.

  • al skender

    ( anche per chi non crede ai miracoli e alle ” rivelazioni private ” il processo a Gesù avvenne più o meno così )….”Pilato si assise sul seggio più elevato, di fronte alla colonna della flagellazione. Il seggio era ricoperto da un drappo scarlatto sul quale stava un cuscino azzurro con i bordi gialli; dietro ad esso si trovava il banco degli assessori.
    Il Salvatore fu trascinato attraverso la folla e venne posto in mezzo a due ladroni condannati alla crocifissione. Gesù aveva il manto rosso sulle spalle e la corona di spine intorno al capo martoriato; la moltitudine furiosa lo scherniva e lo malediceva. I sacerdoti avevano fatto ritardare l’esecuzione di questi ladroni della peggiore specie con l’intenzione di umiliare maggiormente Gesù.
    Le croci dei ladroni giacevano a terra accanto a loro; ma non vidi la croce del Salvatore, probabilmente perché la sua sentenza di morte non era stata ancora pronunciata. Appena si fu assiso sul seggio, Pilato disse ancora una volta ai nemici di Gesù: «Ecco il vostro re!». Ma essi risposero: «Crocifiggilo!».
    Pilato replicò: «Dovrò dunque crocifiggere il vostro re?».
    «Noi non abbiamo altro re all’infuori dell’imperatore!», risposero pronti i sommi sacerdoti. Vidi Gesù, alla base della scalinata che conduce al tribunale, esposto al dileggio dei suoi nemici…

    Pilato pronunciò la sentenza di morte Con la disinvoltura di un pusillanime. Dopo un lungo preambolo espose i capi d’accusa contro Gesù: «Condannato a morte dai capi dei sacerdoti per aver turbato l’ordine pubblico e violato le leggi ebraiche, facendosi chiama figlio di Dio e re dei Giudei».. E, facendo portare la croce, Pilato concluse con la condanna capitale:
    «Condanno Gesù di Nazareth, re dei Giudei, alla crocifissione!».

    Pilato redasse la condanna a morte… Il senso di questo scritto era il seguente: «Costretto dalle insistenti pressioni dei sacerdoti del tempio, da tutto il Sinedrio e dalla minaccia di una sommossa popolare, ho consegnato agli Ebrei Gesù di Nazareth, accusato d’aver turbato la pace pubblica, di aver bestemmiato e violato le loro leggi. Ho pronunciato la condanna di quest’uomo nonostante le accuse non chiare, per non essere accusato dall’imperatore di aver provocato una rivolta dei Giudei. L’ho consegnato alla crocifissione insieme a due criminali già condannati dai Giudei».

    Egli fece scrivere su una tavoletta di colore bruno iscrizione da apporre sopra la croce i sommi sacerdoti, che si trovavano ancora nel tribunale, protestarono indignati contro la formulazione della sentenza, poiché Pilato aveva scritto che essi avevano fatto ritardare l’esecuzione dei ladroni con il proposito di crocifiggere Gesù con loro. Inoltre essi chiesero che sulla tavoletta non si scrivesse «re dei Giudei», bensì che «si era detto re dei Giudei». Pilato si spazientì e rispose loro incollerito: «Ciò che ho scritto, è scritto!». Tuttavia essi pretendevano che l’iscrizione fosse almeno soppressa, rappresentando un insulto alloro onore. Pilato non esaudì la loro richiesta, e così fu necessario allungare la croce mediante l’aggiunta di un altro pezzo di legno, sul quale si poteva inchiodare la tavoletta con la scritta.

    Quando la croce di Gesù fu adattata in questo modo, risultò più alta di quelle dei ladroni e assunse la forma di una Y, come ho sempre contemplato; i due bracci risultarono più sottili del tronco; infine si appose uno zoccolo di legno nel posto dei piedi per sostenerli…

    Il Signore venne abbandonato nelle mani dei carnefici. Gli restituirono i suoi indumenti, poiché era usanza dei Romani rivestire coloro che venivano condotti al supplizio…
    Per poterlo rivestire, quegli ignobili lo denudarono un’altra volta e gli slegarono le mani. Gli strapparono violentemente il mantello purpureo, provocandogli con gran dolore la riapertura delle ferite. Egli stesso, tremante, si cinse con la fascia che serviva a coprirgli le reni. Gli fu gettato lo scapolare sulle spalle. Siccome a causa della corona di spine era impossibile infilargli la tunica inconsutile, essi gliela strapparono dalla testa causandogli dolori indicibili. Sulla tunica, tessuta dalla sua santa Madre, gli fecero indossare l’ampia veste di lana bianca, la larga cintura e il mantello. Intorno alla vita gli legarono la cinghia munita di punte, dov’erano attaccate le corde con le quali lo trascinavano. Tutto ciò fu eseguito con disgustosa brutalità.

    I due ladroni stavano uno a destra e l’altro a sinistra di Gesù, avevano le mani legate e portavano una catena at torno al collo. Erano ridotti male: a causa della recente flagellazione i loro corpi erano ricoperti di piaghe. Indossavano una tunica senza maniche e una cintura intorno alle reni, sul capo avevano un cappello di paglia intrecciata, simile a quello che portano i bambini.
    Il ladrone, che più tardi si convertì, era già calmo, rassegnato e pensoso; l’altro, invece, era volgare e insolente: egli si univa ai carnefici nel lanciare insulti e imprecazioni contro Gesù, il quale offriva le sue sofferenze per la loro salvezza. Vidi i carnefici occupati a sistemare gli attrezzi di tortura e a organizzare il doloroso cammino del Redentore.

    Dopo aver ricevuto una copia della sentenza, i sacerdoti si affrettarono a raggiungere il tempio. E mentre questi perfidi immolavano sull’altare di pietra gli agnelli pasquali, lavati e benedetti, i brutali carnefici sacrificavano sull’altare della croce l’Agnello di Dio, sfigurato e contuso. Il primo era l’altare simbolico della legge; il secondo era quello della grazia, della carità e del perdono.” ( Caterina Emmerick )

  • al skender

    mi sembra più probabile che il capo d’accusa sia stata istigazione alla rivolta fiscale che non oltraggio alle divinità romane,??? il capo di accusa era essere un bestemmiatore …e per questo Gesù venne condannato … per far ratificare la condanna a morte del sinedrio , i capi dei sacerdoti .. accusarono che GESU’ si proclamava RE DEI GIUDEI ( quindi un sovversivo antiromano ) … Ponzio Pilato ratificò la condanna a morte ( molto ) controvoglia … per non evitare tumulti …La rivolta romana non c’ entra per nulla e meno ancora l’ oltraggio alle divinità romane …

  • Pedante

    @ Carlo Butti.
    Bel commento. Grazie. Riguardo al processo, mi sembra più probabile che il capo d’accusa sia stata istigazione alla rivolta fiscale che non oltraggio alle divinità romane, visto che il regno di Cristo “non era di questo mondo” e i suoi fini non politici. Credo che sia i farisei che Pilato erano molto sensibili invece al rischio esistenziale che la rivolta fiscale rappresentava per il loro potere temporale.

    Un grazie anche a don Ruggiero, se manca di coerenza non manca di coraggio e di sicuro pagherà caro questo suo candore.

  • CARLO BUTTI

    San Paolo (Ef.6,5)esorta gli schiavi ad obbedire ai loro padroni: non credo che da questo invito si possa dedurre una giustificazione morale della schiavitù. Ma allora, anche laddove lo stesso Paolo accenna al dovere di pagare i tributi(Rom. 13,6-7) non prende posizione sulla liceità morale delle imposte. Memore della raccomandazione di Cristo a essere, all’occorrenza, candidi come colombe e astuti come serpenti, impartisce alle prime comunità cristiane, gracili e indifese, direttive molto prudenti, al fine di evitare che le autorità infieriscano su di esse per “crimen maiestatis” o “proditionis” : proprio le accuse che avevano costretto suo malgrado Pilato a pronunciare la sentenza di morte contro Gesù “re dei Giudei”. Non dimentichiamoci che, nonostante tutte queste precauzioni e un atteggiamento di sostanziale lealismo nei confronto dell’autorità imperiale, al tempo di Traiano il cristianesimo sarebbe stato bollato da Tacito come “exsitiabilis superstitio”. Bisognava essere prudenti, molto prudenti; se al rifiuto di venerare il genio dell’imperatore si fossero aggiunti atteggiamenti eversivi nei confronti di imposizione fiscale e schiavitù, sarebbe stato come decretare la propria fine. Con Costantino lo scenario sarebbe cambiato: diventati la Chiesa puntello dell’Impero e l’ lmpero difensore della Chiesa, con ampia elargizione di donazioni e privilegi, diventava inevitabile che il civis christianus, identificandosi col civis Romanus, venisse ritenuto soggetto all’obbligo di pagare le imposte, come dovere sia civico sia religioso, la cui trasgressione comportava una sanzione penale sulla terra e la condanna all’Inferno dopo la morte. L’attuale dottrina della Chiesa è figlia di quel turpe compromesso che ha snaturato la predicazione di Cristo.

  • Pedante

    Matteo 5:46 Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno anche i pubblicani lo stesso? .

    Perché queste parole dure per i pubblicani se pagare le tasse è un dovere civico? Non è diffamare un’intera categoria?

  • Pedante

    1 Pietro 2:13 Siate soggetti, per amor del Signore, ad ogni autorità creata dagli uomini: al re, come al sovrano; 14 ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dar lode a quelli che fanno il bene. 15 Poiché questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca alla ignoranza degli uomini stolti; 16 come liberi, ma non usando già della libertà quel manto che copra la malizia, ma come servi di Dio. 17 Onorate tutti. Amate la fratellanza. Temete Iddio. Rendete onore al re. 18 Domestici, siate con ogni timore soggetti ai vostri padroni; non solo ai buoni e moderati, ma anche a quelli che son difficili.

    In base a quale autorità questi appelli di Pietro? Confliggono con gli insegnamenti cristiani a mio avviso.

  • Pedante

    Da Costantino in poi la Chiesa è fin troppo vincolata allo Stato.

  • Pedante

    Giovanni 11:47 I capi sacerdoti quindi e i Farisei radunarono il Sinedrio e dicevano: Che facciamo? perché quest’uomo fa molti miracoli. 48 Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui; e i Romani verranno e ci distruggeranno e città e nazione.

    Questo di sopra precede l’episodio della moneta “di Cesare”. Mi è difficile credere che i romani si sarebbero dati la briga di distruggere un popolo già in ginocchio solo per qualche presunto miracolo. Se invece Gesù stesse predicando di non versare le tasse, mettendo a rischio l’amministrazione dei territori occupati, allora i timori dei farisei sarebbero ben fondati, e da qui il tranello.

  • Christian

    Concordo con Albert Nextein, è già un passo avanti enorme ed ha “disconosciuto” quanto a suo tempo quello che adesso è solo Papa Emerito (chi sa se avrebbe fatto la stessa riflessione se Ratzinger fosse ancora stato in carica).
    Distinti Saluti
    p.s. ma Hilda è giunta allo stato terminale? Mi dispiace molto per lei. (Non la leggo mai ma difficile non notare il suo ossessivo ripetere “piddini”, gran brutta malattia)
    I miei più sinceri auguri per una rapida guarigione od almeno che smetta di soffrire,
    ciao Hilda, forza che siamo tutti con te.

  • Albert Nextein

    Non sarà libertario, ma alla fine ha detto che se deve scegliere tra la legge e la persona, lui sceglie la persona.
    Mi pare un buon inizio.

    • FrancescoL

      @albert nextein, ottimo inizio visto quanto il collettivismo sia presente nella chiesa cattolica

  • myself

    Non facciamo confusione, questo signore dice di non pagare le tasse quando si è troppo poveri, non centra niente con i principi libertari. Probabilmente è anche il primo ad affermare che quando si può bisogna pagare le tasse per aiutare i poveri.

    • Fabio

      il funzionario pubblico, della guardia di finanza, dell’Agenzia (con la A maiuscola, non è una presa per il culo ma ci credono veramente) delle Entrate, non scherzano assolutamente quando possono fare il loro lavoro più accuratamente possibile potendo rispondere che hanno solo eseguito gli ordini, che la legge è uguale per tutti, che non è colpa loro, ecc..
      Anzi, aggiungo che solo coi politicamente potenti, quelli che hanno qualcosa da scambiare (favori, leggi ad hoc, ecc) possono chiudere uno o entrambi gli occhi.
      Coi morti di fame, quelli che non possono barattare nulla, che non hanno niente da offrire in cambio di un timbro salvifico sulla pratica, nessuna pietà. Non si dica mai in giro che sono corruttibili e di dubbia moralità!!

  • FrancescoL

    E’ lo stato che crea la povertà, le tasse sono sempre un furto. Non concordo col suo collettivismo ma il messaggio di non pagare è giusto

  • Sigismondo di Treviri

    A Cesare glielo avrei dato volentieri: ha creato un impero. Ma Letta che ha creato?

  • andrea

    date a cesare quel che è di cesare… il problema è che quello che era di cesare se lo sono già preso tutto

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