“Con il passaggio alla Tari, la componente rifiuti della Iuc, la nuova imposta unica comunale introdotta dalla Legge di Stabilita’, avvenuto ad inizio anno, nel 2014 si registrera’ un vero e proprio salasso per le imprese dei servizi e del terziario di mercato”. L’allarme e’ della Confcommercio, secondo la nuova imposta comportera’ un aumento medio dei costi pari al 302%.
Per alcune tipologie commerciali, poi, gli aumenti saranno ancora piu’ salati, come nel caso dei negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante (+627%), delle discoteche (+568%), dei ristoranti e pizzerie (+548%).
Secondo Confcommercio, “si tratta di incrementi ingiustificati, che trovano peraltro riscontro anche nel dato medio nazionale, derivanti essenzialmente dall’adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantita’ di rifiuti prodotta; una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese che impone la necessita’ di rivedere al piu’ presto la struttura dell’attuale sistema di prelievo affinche’ rifletta la reale produzione di rifiuti ridefinendo con maggiore puntualita’ coefficienti e voci di costo e distinguendo tra utenze domestiche e non domestiche”.
Ovviamente, per la vulgata propagandista e di regime, Letta non ha aumentato la pressione fiscale…
Vi dico questa.
Un mio amico, con un’aziendina di nicchia ben avviata e sufficientemente redditizia, aveva intenzione di passare dall’affitto all’acquisto di un capannoncino.
In sostanza per più che raddoppiare gli spazi operativi e lavorare meglio , con un occhio verso un ulteriore aumento degli affari.
Si è guardato attorno per circa un anno.
Intanto, a causa della crisi diffusa, gli affitti sono calati, le tasse sulla proprietà e sui redditi da immobili sono aumentati.
In sostanza si è radicata una crisi immobiliare tremenda, con una disaffezione totale per gli investimenti immobiliari di qualsiasi genere.
Risultato.
E’ rimasto in affitto.
Paga poco più di prima per avere spazi raddoppiati e strutture più moderne.
Il capannone restituito rimane vuoto, e non si affitta e non si vende.
Il nuovo locatore è stato preso per fame, visto che gran parte dell’affitto va in Imu e imposte sui redditi.
In tutto questo si vede l’effetto distruttivo ed espropriativo degli interventi governativi in merito alla fiscalità sul settore immobiliare.
Questa, del settore immobiliare, è una crisi assoluta, irreversibile.
Uno non può incassare 20mila€ annui di affitto e poi pagarne 12mila di Imu e altri per Irpef , più le tasse consorziali e di bonifica. Non rimane un tubo.
Parlo , nel caso specifico, di un’immobile di 400mq che, prudenzialmente si potrebbe valutare 500mila€
Così il capitale viene confiscato, così si impoverisce e bastona la proprietà immobiliare.
E Confedilizia che fa?