“Dopo che la caduta del Pil si è fermata nel terzo trimestre, abbiamo forti indicazioni che nel quarto trimestre l’economia abbia ripreso a crescere… Guardando agli ultimi sette mesi il Governo ha raggiunto i tre obiettivi che si era posto a maggio: rilanciare l’economia, restare dentro le direttive europee sul bilancio pubblico e aprire il capitolo delle riforme istituzionali ed economiche”. (F. Saccomanni)
Nei giorni scorsi Fabrizio Saccomanni ha partecipato al World Economic Forum che tradizionalmente si tiene a Davos in gennaio. Da buon tecnocrate che frequenta quel genere di consessi da tanti anni, Saccomanni ha ricevuto diversi attestati di stima da parte degli altri partecipanti. Un’euristica piuttosto efficace mi induce a ritenere che quando un ministro viene apprezzato a Davos (o alle riunioni del FMI e altre organizzazioni del genere) significa che non c’è nulla di apprezzabile nel suo operato. Nel caso di Saccomanni, peraltro, non è stato necessario aspettare il WEO di Davos per farsi un’idea della sua inettitudine, nonostante la (o proprio per via della) sua lunga carriera da tecnocrate.
Ho già notato in altre occasioni che quando un cosiddetto tecnico assume incarichi ministeriali tende a diventare meno obiettivo (qualcuno direbbe più cialtrone) di qualsiasi politico di professione. Si pensi alla questione della previsione di crescita del Pil nel 2014 (per quanto possano contare tali previsioni): Saccomanni continua a parlare di una crescita dell’1.1 per cento, quando nessun altro soggetto pubblico o privato va oltre lo 0.7 per cento. Compresa la Banca d’Italia, da tutti costantemente osannata e nella quale Saccomanni ha lavorato per decenni, fino al momento in cui è divenuto ministro. Questo signore parla di raggiungimento di obiettivi che solo lui (e forse Enrico Letta) ritiene raggiunti. Il rilancio dell’economia è più un auspicio che realtà e dentro alle direttive europee ci si sta per il rotto della cuffia e a suon di tasse (nonostante Saccomanni dica senza pudore che stanno calando). Quanto al capitolo delle riforme istituzionali ed economiche, per ora tante chiacchiere e null’altro.
Adesso non resta che attendere i dati sull’andamento del Pil nel quarto trimestre 2013: se la variazione rispetto al terzo trimestre sarà tra zero e 0.1 per cento, Saccomanni esulterà come se avessimo vinto i mondiali di calcio. Contento lui…
saccomà non esiste più. E’ in uscita dal governo e non se ne sentirà parlare oltre.
Chi occupa quel tipo di posizioni viene pagato per raccontare menzogne. Il fatto che le racconti, non implica necessariamente che ci creda, anche se spesso accade che a forza di dire fandonie si finisca per crederci.