Tassa sulla casa ancora più salata. Ai comuni manca, per far quadrare i bilanci, almeno un miliardo e mezzo di euro. E il governo, per colmare il “buco”, sta pensando di alzare l’asticella della nuova Tasi. Dando ai comuni la possibilità di alzare l’aliquota sulla prima casa dal 2,5 al 3,5 per mille e, sulla seconda, dal 10,6 all’11,6 per mille. Una possibilità che, è probabile, in pochi si lasceranno sfuggire.
È questo l’orientamento maturato al ministero dell’Economia. In questo modo i sindaci avranno quel miliardo e mezzo in più che ritengono indispensabile, ma dovranno usare le nuove risorse, almeno in parte, per stabilire detrazioni a favore delle famiglie e dei soggetti svantaggiati. L’aumento arriverà con un emendamento al decreto legge che ha abolito la seconda rata dell’Imu sulla prima casa per il 2013. Provvedimento che sarà lunedì nell’aula del Senato.
Contraria all’aumento Confedilizia, che parla di “stato di esasperazione dei piccoli proprietari”. Ma l’idea di un aggravio sulla casa non piace neanche a Scelta civica, al punto che Enrico Zanetti, responsabile delle politiche fiscali del partito, minaccia di non votare un eventuale emendamento del governo con gli aumenti della tassa. In attesa di vedere cosa uscirà dall’Aula i Comuni, ma soprattutto i cittadini che, ancora ad oggi, non sanno né quanto né quando dovranno pagare. La versione finale della legge di Stabilità ha infatti mantenuto la data del 16 gennaio come scadenza per la prima rata della Iuc (la nuova tassa che somma Tasi e Tari), ma ha dato ai comuni la facoltà di posticipare questa data, oltre che di stabilire il numero di rate annuali in cui potrà essere suddivisa la nuova imposta. E in quei comuni che alla scadenza di gennaio non avranno preso alcuna decisione su aliquote e rate, si dovrà pagare, entro il 16 gennaio stesso, la Tasi con l’aliquota base dell’uno per mille e la Tari versando la stessa somma pagata per la vecchia tassa rifiuti con la prima rata del 2013, come hanno spiegato i tecnici del Tesoro. Stando così le cose è evidente che tutti si ridurranno all’ultimo minuto a meno che i comuni non stabiliscano in massa uno slittamento del termine del 16 gennaio.
Resta ferma, invece, la scadenza del 24 gennaio per il pagamento della cosiddetta mini-Imu in quei comuni, circa 2.500, che hanno deliberato un aumento dell’aliquota base del 4 per mille. Qui i proprietari dovranno coprire il 40% della differenza tra l’aliquota maggiorata e il 4 per mille. I sindaci dell’Emilia-Romagna, infine, hanno proposto al governo di sostituire la mini-Imu del 24 gennaio con un prelievo una tantum sul gioco d’azzardo. Il ministro degli Affari regionali, Graziano Del Rio, ha promesso un’attenta valutazione della proposta, aggiungendo però che è difficile cambiare le norme in corso.
RAINEWS.IT
Confedilizia, guidata da Sforza Fogliani che è anche avvocato, non serve ad un tubo.
Sbraita un poco, e poi rientra nei ranghi del timore.
Lascia che gli associati subiscano ogni bordata governativa.
Come Confedilizia, le altre associazioni della proprietà edilizia.
Così come sono, e come sono guidate, sono inutili e controproducenti.
Da associazioni del genere, invece, potrebbe partire un’organizzata protesta fiscale relativa alle tasse da confisca sulle proprietà immobiliari.
Sforza Fogliani è ora che vada in pensione.
Ci vuole gente più determinata, con meno scrupoli, e veramente liberale.
E non non è l’unica tassa fresca fresca.
Per quelli che volessero donare ad un figlio la propria casa o comprare un immobile intestandolo ad uno dei figli, in tempi record hanno raddoppiato le tasse.
Come sono bravi ad accordarsi per aumentare le tasse: il 23 dicembre deliberano che dal 1 gennaio si raddoppia, in solo 6 giorni lavorativi.
E pensare c’è qualcuno che va dicendo che lo Stato non funziona!