In Anti & Politica, Economia

KrugmanDI MATTEO CORSINI

“A prescindere da quello che pensa Praet in privato, lui e il suo capo devono fare i conti con le Persone Tanto Coscienziose del vecchio continente, gente che crede nell’austerità a prescindere dalle circostanze, e che dice cose come questa dichiarazione di Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank: “Non è certo stampando moneta che si risolvono i problemi dell’Europa.” Lo dice come se fosse una verità conclamata, anche se qualsiasi Economista Perfettamente Ragionevole potrebbe facilmente dimostrare (come fa Praet) che stampare moneta sarebbe al contrario di grandissimo aiuto per risolvere i problemi dell’Europa. La cosa triste e significativa che abbiamo imparato nell’ultimo anno o giù di lì è che il dibattito intellettuale conta pochissimo”. (P. Krugman)

Paul Krugman ama categorizzare le persone. Due delle categorie a cui ricorre sono le Persone Tanto Coscienziose (PTC) – che lui considera deficienti, in quanto ree di non considerare il deficit pubblico e la stampa di moneta come soluzioni ai problemi di un’economia – e gli Economisti Perfettamente Ragionevoli (EPR) – che sarebbero coloro che la pensano come lui. Tra le PTC un posto d’onore lo occupa il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che Krugman prende di mira per aver pronunciato una frase che sottoscrivo nella sua interezza: “Non è certo stampando moneta che si risolvono i problemi dell’Europa.”

Peter Praet, capo economista della Bce, viene invece considerato un EPR per aver sostenuto che riportare la crescita dei prezzi al consumo a un livello prossimo al 2 per cento annuo aiuterebbe la ripresa europea; peraltro Krugman ritiene che Praet si sia autolimitato, avendo a che fare con gente come Weidmann, perché la crescita dei prezzi potrebbe benissimo andare anche al 4 per cento e le cose andrebbero ancora meglio. A questo punto verrebbe da chiedergli se non sarebbe ancora meglio il 5, il 7 o anche il 10 per cento. Krugman sostiene che qualsiasi EPR “potrebbe facilmente dimostrare (come fa Praet) che stampare moneta sarebbe al contrario di grandissimo aiuto per risolvere i problemi dell’Europa”. Al contrario, io credo che quella enunciata da Weidmann sia effettivamente “una verità conclamata”. Non vedo proprio come sia dimostrabile che aumentare la quantità di moneta in circolazione coincida con l’aumentare la ricchezza reale. L’unica cosa certa è la redistribuzione della ricchezza esistente. Non a caso l’uso dell’inflazione è auspicato dai keynesiani per ottenere riduzioni di costi (e aumento di competitività) in termini reali senza dover agire sui livelli di prezzi (e redditi) nominali.

A prescindere da ciò che si pensa sul metodo da un punto di vista etico, credo che in ultima analisi sarebbe necessario intendersi sul significato delle parole: quella che per Krugman e chi la pensa come lui è una soluzione, in realtà è solo un tampone che consente di rinviare il problema a un futuro più o meno distante. Indubbiamente un farmaco antidolorifico allevia le sofferenze del malato, ma sarebbe illusorio per costui ritenere che abbia trovato la cura per i suoi mali. Prima o poi dovrebbe constatare che l’antidolorifico porta benefici sempre meno duraturi, anche aumentando la dose, mentre iniziano a manifestarsi spiacevoli effetti collaterali. In buona sostanza il farmaco non ha rimosso le cause del malanno, dando però temporaneamente l’illusione di averlo fatto. Alla fine l’aver rimandato le cure necessarie, ancorché dolorose, si rivela controproducente. E’ stato ragionevole?

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Showing 3 comments
  • Albert Nextein

    Oggi ho ascoltato Roubini , intervistato da Platero del 24ore.
    Approva la politica monetaria attuata dalla Fed.
    Dice che lo stimolo artificiale sull’economia ha innescato un piccolo circolo virtuoso.
    Consiglia all’europa di fare lo stesso, con in più un allentamento dell’austerità e del carico fiscale.
    Non mi pare proprio che questo solone abbia fatto accenno alle teorie austriache.

    Semplicemente approva le pezze keynesiane ad un sistema economico piuttosto messo male.

  • Giacomo Consalez

    e in caso che qualcuno scambi queste parole per appoggio all’europa centralista e statalista di Bruxelles, smentisco anticipatamente.

  • Giacomo Consalez

    Ciò che sgomenta è il seguito oceanico che questi cerusici insigniti di premio Nobel riscuotono in iTaglia. Molti italiani invocano l’adozione di misure che ricalcano le scelleratezze compiute dai governi nazziunali dal dopoguerra al 2002. In pratica vogliono che proseguiamo dritti e spavaldi per la strada di sempre. Deficit, fiat money e inflazione. Una strada che ci ha portato sul ciglio del baratro. Dire memoria corta è dire poco. Molto poco. Certo, l’austerità dovrebbe farla lo stato ladro, bastardo e truffatore, non i poveracci, non i creatori di ricchezza e lavoro. Ma questa è l’unica cosa che non sento mai dire ai forconari italiani.

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