I patrimoni si formano in due modi, col risparmio oppure col crimine. Parliamo della prima categoria. Se c’è un risparmio c’è stato un compenso che, verosimilmente, è stato soggetto a tassazione. Quello che è rimasto e che non è stato speso diventa, appunto, patrimonio. La stessa identica cosa vale per i patrimoni ricevuti in eredità, c’è stato un compenso che qualcuno ha ricevuto, che è stato soggetto a tassazione, che non è stato speso e che è stato lasciato a qualcun altro.
Con questo risparmio ci posso comprare degli immobili, dei quadri, degli orologi oppure delle azioni, per esempio. Quindi immobili, orologi, azioni e quadri, sono risparmio. E’ tutto patrimonio, ed è tutto risparmio. In qualunque modo io impiego il mio patrimonio, lo rischio. Il rischio può produrre una perdita se l’ho prestato a gente incapace, oppure un utile, consistente se il rischio è elevato, moderato se il rischio è più basso.
Questo utile viene chiamato reddito ma è ingiusto chiamarlo così, il reddito propriamente detto viene generato dal lavoro, preferisco chiamarlo frutto del risparmio “messo a rischio”.
Tassare i patrimoni significa che lo stato, se vinci vuole il suo pizzo, se perdi sono fatti tuoi. In ogni caso tassare i patrimoni equivale a tassare il risparmio, cioè, come abbiamo detto, quel che rimane dopo aver pagato le tasse e che non è stato speso.
Ecco perchè è doveroso imboscare i patrimoni e sfuggire al pizzo di stato, sarebbe una doppia tassazione. Comunque, prim’ancora, è doveroso imboscare i redditi ed evadere le tasse.
Il risparmio è visto come il fumo negli occhi dai keynesiani, lo è sempre stato, ecco perchè fanno di tutto per scoraggiarlo e ostacolarlo. Più poveri e più dipendenti ci sono meglio è per gli statalisti, avranno sempre più potere e controllo. Dal mio punto di vista la tassazione del reddito è furto, quella del risparmio è peccato mortale
Le osservazioni di Gargaglione sono molto sensate.
A mio avviso, comunque, è inutile cercare una razionalità nell’azione fiscale dello Stato.
Lo Stato cerca sempre di prendere più che può, ogni volta che può, ovunque trovi delle ricchezze aggredibili.
Non sta tanto a sottilizzare sulla logica o sulla giustizia di quel che fa.
Giusto, ma il socialismo fiscale premia chi sperpera i suoi soldi, e punisca coloro che si privano di qualcosa di futile per risparmiare.
Cioè, li tassa due volte.
Perfettamente d’accordo. Mi permetto di aggiungere che tassare il risparmio vuol dire tassare la crescita sostenibile: gli investimenti economicamente sostenibili, infatti, possono derivare solo dai risparmi: quelli che derivano da manipolazione monetaria e del credito o da spesa pubblica sono economicamente insostenibili e quindi hanno dentro di loro il seme della crisi. In altre parole, tassare i risparmi vuol dire dare una mano (e che mano) alla decrescita. E la stessa cosa avviene quando si tassa il reddito: non c’è infatti alcuna differenza fra reddito e capitale in quanto il capitale produce reddito. Se si prendono le dovute accortezze, tassare l’uno o l’altro è indifferente (il che si vede bene anche nel caso del reddito da lavoro, che è quello prodotto dal capitale umano).