“Io spero che sia un partito che mantiene ancora la sua caratteristica di sinistra, la difesa dei più deboli, l’intervento regolatore dello Stato dell’economia, la redistribuzione della ricchezza dall’alto verso il basso, l’uguaglianza. E poi una battaglia intransigente per difendere uno stato sociale sicuramente più moderno, per dire ai giovani che noi vogliamo darvi più tutele e più diritti previdenziali”. (C. Damiano)
Così si è espresso Cesare Damiano, già ministro del Lavoro, parlamentare del PD di provenienza sindacal-comunista, alla vigilia delle primarie per l’elezione del segretario del partito, poi stravinte da Matteo Renzi. Damiano sosteneva la candidatura di Gianni Cuperlo, unico dei tre candidati con un passato comunista. Mentre il successo di Renzi a livello nazionale era scontato, devo confessare, non essendomi interessato più di tanto alla questione durante i mesi scorsi, che mi sarei aspettato una vittoria di Cuperlo in una regione dalla lunga tradizione comunista come l’Emilia Romagna, dove la gente ha militato fin dal dopoguerra in tutte le denominazioni del PCI con una disciplina, più che da militante, da militare: quello che il partito diceva, andava bene, si condivideva e si agiva di conseguenza. Supponevo che i vertici del PD non fossero convinti, a livello regionale, di sostenere un candidato alla segreteria di origini politiche non comuniste. Ma evidentemente erano convinti che la vittoria di Renzi fosse inevitabile, quindi sono a loro volta divenuti renziani.
Non so cosa farà Renzi; quello che so è che i desiderata di Damiano sono l’esatto opposto di quello che penso serva all’Italia. Lo Stato regola già pesantemente l’economia, con esiti che non definirei positivi. Chiunque oggi abbia il coraggio di fare impresa in Italia e lo faccia cercando di evitare intrallazzi con lo Stato o il parastato è un autentico eroe, che va incontro a mille ostacoli e problemi creati ad arte dallo Stato e dalla sua burocrazia. La redistribuzione della ricchezza è già praticata in lungo e il largo, altrimenti la pressione fiscale non sarebbe così elevata. Sentire ancora qualcuno parlare di redistribuzione dovrebbe infastidire non soltanto chi, come il sottoscritto, la considera una violazione della proprietà delle persone alle quali si prende, bensì anche coloro che si limitano a osservare gli effetti di decenni di redistribuzione. Qualcuno crede veramente che con più redistribuzione si risolverebbero i problemi dell’Italia? Non è chiaro a sufficienza che non si farebbe altro che accelerare il decesso di chi sta continuando a tirare avanti la baracca?
Uguaglianza è una parola usata a sproposito, dato che quella auspicata da Damiano presuppone un trattamento diseguale dei singoli individui da parte dello Stato. Il buon senso dovrebbe peraltro indurre a capire che è impossibile, a maggior ragione nell’Italia malandata di oggi, ottenere l’uguaglianza desiderata da coloro che utilizzerebbero la redistribuzione per conseguirla. Last, but not least, la previdenza per i giovani. Chi non ha mai digerito le riforme pensionistiche degli ultimi anni (Damiano stesso smontò un pezzo della riforma fatta dal governo precedente ed è sempre stato contrario alla riforma Fornero) non può in alcun modo pretendere di essere creduto quando promette ai giovani “più tutele e più diritti previdenziali”. Questo per il semplice fatto che solo limando sui pensionati e pensionandi, oltre che sui super tutelati lavoratori dipendenti a tempo indeterminato si potrebbe (forse) promettere qualcosa in più ai giovani. Damiano non vuole certo riforme di questo tipo. Se fossi un ventenne, ascoltando proclami del genere io mi sentirei preso in giro.
Renzi non è un liberale.
Anche per lui un bel regalo natalizio di 5 o 6 libri libertari.
Sono certo che sotto quell’aspetto sia davvero a digiuno totale.
Per ora, oltre ad un’ottima attitudine comunicativa, non mi pare abbia indicato soluzioni incisive e risolutive per questo caos.
Anche lui, a spizzichi e bocconi, va avanti a massicce dosi di parole, auspici , opportunismo.
Eccellenti premesse per un ennesimo fallimento se alla base permane la teoria economica catto-socialista e la stampa a rotta di collo di nuova moneta.
menomale ce lo siamo tolto dalle palle da Firenze, e ora ne viene unaltro
Egr. sig. Corsini mi permetto di correggerla, l’ex ministro Damiano non è di provenienza sindacal-comunista, è a tutt’oggi un Komunista sindakalizzato :-))
Annamo bbene.
Il nuovo che avanza.
E il giorno dopo non riesci nemmeno a ripassarlo in padella.
ho 28 anni, non sono propriamente un ventenne forse, ma mi sento assolutamente preso in giro, confermo! d’altronde da Damiano non mi aspetto nulla di sensato..
Questi “nuovi” piddini così come quelli di equitalia vanno presi a calci in culo
A me sembra che ora ci sia il PD dei “dritti”, che altro possono fare per galleggiare nel mare di merda in cui sono a mollo?
A ballarò di ieri sera la Picierno (nuova segreteria PD targata Renzi) ha sentenziato con forza: “Negli ultimi anni , troppe politiche liberiste”
Ma questi sono fuori di testa, all’ennesima potenza!!!
Ai pagliacci Berlusconi e Grillo si è aggiunto il terzo, Renzi,.. aldo giovanni e giacomo possono tirare un sospiro di sollievo, abbiamo degni eredi.