Quale democrazia? È la domanda alla quale si propone di dare risposte nuove e provocatorie il convegno 2013 dell’associazione politica Interlibertarians (l’Internazionale dei libertari). Promotore della tavola rotonda è Rivo Cortonesi, segretario dei Liberisti ticinesi. L’appuntamento è per questo sabato, 30 novembre, nella sala multiuso di Paradiso (dalle 14:00 alle 19:00). Numerosi i relatori suddivisi in tre gruppi (democrazia ieri, oggi e domani). Tra di essi l’olandese Frank Karsten, autore del saggio Oltre la democrazia , l’economista ticinese Paolo Pamini («Vogliamo un futuro democratico?»), l’editore italiano Leonardo Facco («Non voglio la democrazia nel mio futuro»), lo stesso Rivo Cortonesi* («La risposta è nella nostra storia»), Daniel Martinez, responsabile finanziario del Partito spagnolo della libertà individuale («Le vie per la libertà dalle attuali democrazie»). Entrata libera. Programma dettagliato su www.interlibertarians.org.
Il convegno pone la questione di fondo: quale democrazia? Tra i relatori di punta c’è Frank Karsten, autore, con Karel Beckman, del pamphlet provocatorio Oltre la democrazia. Come si pongono i libertari? Dentro o oltre la democrazia?
«L’universo libertario ha molte sfaccettature in merito. Secondo me dobbiamo rimanere “dentro” questa democrazia, ma solo fino a quando non faremo parte di una maggioranza, che possa varare nuove regole del gioco per andare “oltre” questa democrazia, verso quella che gli storici, rifacendosi ad alcune esperienze del passato medioevale, usano chiamare con il nome di “democrazia pura”. È una forma di democrazia di tipo partecipativo, esercitata in dimensioni territoriali minime, come ad esempio i Comuni, attraverso amministrazioni di tipo condominiale, alle quali si accede con l’elezione a sorte, non più di una volta in un determinato periodo di tempo, in rapida rotazione e senza compenso».
Decentramento, piccole unità amministrative: resta comunque il problema di come esercitare il potere, di come scegliere le persone a cui delegare il compito di governare. Quale via auspicate?
«Auspico che “governare” voglia dire soltanto: difendere nel più efficace dei modi la proprietà privata dei cittadini, intesa, non mi stancherò mai di ripeterlo, come il proprio corpo, il proprio spirito, i frutti del proprio lavoro e la libertà di scambiarli liberamente con chiunque lo si desideri. Nella società libertaria esiste una regola semplice per tutti: ognuno può fare ciò che vuole, purché, così facendo, non violi la proprietà privata altrui, come sopra definita. Quindi non c’è niente da governare se non garantire a tutti i cittadini, attraverso l’esercito, la polizia e la magistratura, questo diritto giusnaturale e punire chi lo offende. Tutto il resto, inclusa quella che i laici chiamano “socialità” e che i cristiani come me chiamano “amore per il prossimo”, dovrebbe essere delegato alla società civile nei modi e nelle forme che essa vorrà liberamente darsi, ma ad una condizione: in nessun caso e qualunque ne sia la motivazione la proprietà privata, definita come sopra, potrà essere violata con un voto a maggioranza».
Il convegno avrà un seguito pratico? Ci saranno proposte di riforme istituzionali?
«Ci sarà, da parte mia, la proposta di una riforma costituzionale, le cui linee guida, come liberisti ticinesi, cercheremo di proporre all’attenzione dei cittadini in occasione delle elezioni federali 2015. Vedremo, se da soli, o, come auspico, in compagnia. Il modello di democrazia pura, che ne seguirebbe, sarebbe orfano dei partiti e dei loro “principi illuminati”, ma sfido chiunque a dire che una costituzione siffatta, legittimata dal voto popolare, potrebbe essere definita non democratica solo perché la curiosa avidità del pubblico sarebbe privata dello spettacolo dei loro dibattiti appassionati e delle loro lotte drammatiche».
*segretario dei Liberisti ticinesi
TRATTO DAL Corriere del Ticino
La democrazia è come l’amore o la religione: ognuno la vede a modo suo. A mio avviso, vi sono due elementi che possono renderla ragionevolmente accettabile: a) una sostanziale omogeneità culturale, intesa in senso molto ampio, tra i propri membri; b) paletti molto rigidi nell’azione del governo, il quale si limiti alla tutela della libertà privata. Tertium non datur. Cordialità.
Contro la democrazia o per una democrazia diversa? Puri o spuri, accettate il principio democratico per cui una maggioranza può imporre il suo volere a una minoranza? Conoscete le critiche, molto forti, che il pensiero dei Sofisti rivolgeva a una democrazia “pura”, con massiccio ricorso al sorteggio, come quella ateniese, assai simile al modello da voi propugnato?