“Il presidente Letta e il suo Governo sanno che questo è l’interesse del Paese e che su questo possono avere il sostegno delle forze economico-sociali dalle quali già nei mesi passati è venuto un importante contributo e con le quali sono iniziate ieri le consultazioni. Quelle che non piacciono ai liberisti libertari e ai politici movimentisti”. (A. Quadrio Curzio)
Da qualche mese a questa parte le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e delle imprese vanno sostenendo con maggiore insistenza che sia necessario abbassare il cosiddetto cuneo fiscale, ossia quell’importo che separa la retribuzione netta percepita dal lavoratore dal costo lordo a carico del datore di lavoro. Non stupisce, quindi, che chi, come Alberto Quadrio Curzio, scrive editoriali sul giornale di Confindustria, perori la causa dell’editore del quotidiano che ospita i suoi articoli. Non sarò certo io a essere contrario alla riduzione del cuneo fiscale (anzi); il problema è che per porre in essere tale riduzione i sindacati sono contrari ad altre riduzioni di tasse, e sarebbero anzi favorevoli ad appesantirne altre (tipicamente su coloro che considerano “ricchi”).
L’unico punto che divide Confindustria e i tre principali sindacati pare essere l’aumento dell’Iva (peraltro già scattato): agli imprenditori va bene, ai Cgil-Cisl-Uil no. Quadrio Curzio sostiene che la sua posizione (per meglio dire: di coloro che ospitano i suoi articoli) corrisponda al tanto famoso “interesse del Paese”, e che Letta e il suo governo sappiano che “possono avere il sostegno delle forze economico-sociali”. Dopodiché fa l’elogio della cosiddetta concertazione, una pratica a mio avviso sciagurata inaugurata vent’anni fa ed espressione del peggior istinto di conservazione del corporativismo che ingessa l’Italia. Da libertario (ma non politico movimentista), sono tra coloro a cui risulta indigesta l’idea che qualcuno pretenda di stabilire in un numero sempre crescente di ambiti dell’esistenza di un individuo cosa costui debba fare e come farlo (estorcendogli pure denaro per questo).
Che, poi, lo faccia “concertando” con corporazioni che pretendono a loro volta di rappresentare anche chi non è tra i loro iscritti, mi risulta ancora più indigesto. Sarei quindi contrario alla concertazione anche se avesse portato grandi benefici all’economia italiana. Cosa che, peraltro, non mi sembra riscontrabile.
P.S.: Non mi pare che la riduzione del cuneo fiscale previsto legge di stabilità fornirà un beneficio tangibile ai destinatari del provvedimento.
Ma davvero Letta ha pronunciato la parola “libertari”?
La vera notizia sarebbe che ne conoscesse il significato.
Pollice su.
Enrico
—————————————
pulgarias.wordpress.com
A proposito di interesse del paese o del famigerato bene comune mi permetto di prendere in prestito una frase dall’ultimo libro di Leonardo Facco «La mia patria è la mia famiglia, la mia nazione sono le persone con cui mi trovo bene, al di là di ogni frontiera»