In Anti & Politica, Varie

UBRIACOdi LEONARDO FACCO

Un giorno è un pizzaiolo, il giorno dopo un gelataio, un altro ancora un imprenditore qualsiasi, fatto sta che questo Stato ladro e collettivista ne inventa quotidianamente una per far ribollire la bile. E stavolta, non siamo di fronte ad una multa, ma ad una condanna per omicidio.

Ieri, l’agenzia di stampa AdnKronos, ha rilanciato questa notizia: “Il datore di lavoro è passibile di condanna per omicidio colposo se, nell’affidare i compiti ai suoi lavoratori, non ha tenuto conto della loro “salute” oltre che della loro “sicurezza” e in conseguenza di queste sottovalutazioni succede l’irreparabile ad un dipendente. E’ per questa ragione che la Cassazione ha reso definitiva una condanna per omicidio colposo nei confronti di un datore di lavoro pugliese, M.D.L., colpevole di non avere vigilato sulle condizioni nelle quali un lavoratore stagionale, poi deceduto, si era messo al lavoro. Come ricostruisce la sentenza 38129 della Quarta sezione penale, P.M., lavoratore stagionale presso una cooperativa sociale  nel brindisino, nel 2004 era caduto dentro una vasca piena di mosto ed era morto in seguito all’insufficienza respiratoria acuta causata dalla permanenza in un ambiente senza ossigeno. Nel sangue della vittima era stato trovato un tasso di alcool compatibile con uno “stato di ubriachezza patologica”. Da qui l’inchiesta sul datore di lavoro condannato per omicidio colposo dalla Corte d’appello di Lecce, nell’aprile 2012. Inutile il ricorso del datore di lavoro in Cassazione che, tra l’altro, ha contestato la sua responsabilità in relazione allo stato di ubriachezza del lavoratore. Piazza Cavour ha bocciato la tesi difensiva e ha evidenziato che il datore di lavoro era chiamato a “prevenire e fronteggiare il comportamento imprudente del lavoratore”. La Suprema Corte, inoltre, ha fatto notare come “la condizione di ubriachezza del lavoratore sul luogo di lavoro non è circostanza eccezionale e quindi non prevedibile dal datore di lavoro, con l’ulteriore effetto della riconducibilità al medesimo dell’infortunio occorso, pure in presenza di uno stato di ebbrezza alcolica del lavoratore rimasto vittima” di un incidente. La Cassazione ha inoltre osservato che la botola nella quale era caduto il lavoratore non era stata nemmeno chiusa con l’apposita griglia”.

Dai, provate a convincermi che questo paese ha un futuro…

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Showing 13 comments
  • Marco

    Il problema è che per i giudici nostrani, perlopiù di estrema sinistra il lavoratore è una povera vittima del sistema capitalista e non deve avere nessuna responsabilità, solo tutele e protezioni e non è mai responsabile delle sue azioni, tanto poi sarà sempre condannato quello sporco capitalista del suo datore di lavoro. Berlusconi è un cialtrone per mille altri motivi, ma sulla magistratura ha semplicemente ragione.

    P.S. spero che questo imprenditore vada all’estero e lasci questo paese che non merita gente che produce, ma solo la merda di cui è fatto

  • gino

    Tranquilli, se era un rumeno o uno zingaro che guidava ubriaco, era già fuori

  • Mauri

    Paghiamo il medico aziendale, questo non ha alcun collegamento con il medico della mutua che da mesi e mesi lo giustifica a casa, il lavoratore parla di esaurimento nervoso causa moglie…inadeguata, noi rassegnati aspettiamo.
    Poi un giorno uno dei migliori clienti investe un imbecille ubriaco che attraversa la strada e ti telefona per chiederti come si fà ad avere un dipendente del genere e viene a galla tutta la storia.
    Storia vera non balle.

  • Paolo

    Io avrei dato un cazzotto sul naso al giudice e poi lo avrei accusato di non aver previsto il mio comportamento inconsulto, quindi secondo la sua stessa logica, la colpa, per aver preso un pugno, doveva essere solo sua (chi è causa del suo mal …)

  • William

    Il ribaltare la responsabilità per le idiozie fatte dai dipendenti ai datori di lavoro è ormai diventata cosa comune nel mondo occidentale ma in Italia abbiamo la chicca nel fatto che tutti noi imprenditori paghiamo l’INAIL per “assicurarci” contro queste cose ma l’INAIL si rivale sempre sul datore di lavoro per cui una seconda assicurazione RC è sempre necessaria.

    L’INAIL va soppresso immediatamente non serve a niente.

  • Albert Nextein

    Primissimi anni 80.
    Su una ruspa avevamo come dipendente un soggetto, peraltro delegato sindacale, che era uso far colazione a base anche di alcool.
    Più di una volta si addormentò sul mezzo, bloccando l’alimentazione dei cassoni e della tramoggia, inchiodando la produzione per alcune ore.
    Svariati richiami, raccomandate, lettera di licenziamento.
    Ma non si riuscì a mandarlo via.
    Non era una cattiva persona, ma era vittima dell’alcool.
    Gli venne cambiata la mansione.

    Che poi l’italia non abbia un futuro, questo è già scritto nei fatti.

    La gente ha ancora troppi soldi in tasca.
    Secondo me i risparmi sono ancora oltre soglia.
    Tirammo a campà, ha da passà a nuttata , sono i precetti italici attualmente applicati.

    Ma non dura, dura minga.
    Non può durare.

  • Liberty Defined

    @ Leonardo Facco, certo che questo paese ha un futuro… IL FALLIMENTO!

    • leonardofaccoeditore

      :-)

  • Sigismondo di Treviri

    All’aeroporto di Newark a New York, nei trenini automatici che collegano i gates, c’è una scritta equivalente sulle porte automatiche a vetri: “Non uscire prima che la porta si apra”. Pare che un giorno uno ci si è ferito la testa e ha fatto causa all’amministrazione dell’aeroporto, naturalmente vincendola. Sempre negli USA, un tizio acquistò un camper, uscì dalla concessionaria, mise l’acceleratore automatico e credendo che fosse il pilota automatico, andò a sfracellarsi contro un muro. Fece causa alla ditta produttrice del camper e la vinse. Da quel giorno sul libretto di istruzioni delle automobili c’è scritto che l’acceleratore automatico, non ha la funzione di pilota. Il male non è soltanto italiano purtroppo.

    • Liberty Defined

      Certo perchè i pensare comune ha deresponsabilizzato le persone, e i giudici spesso prendono decisioni stupide… Il common sense come dicono gli anglosassoni o il ns. buonsenso non conviene piu’, ogni scusa è buona per fregare il prossimo

  • Giuseppe

    Naturalmente, mi dispiace per il lavoratore deceduto.

  • Giuseppe

    No, questo paese non ha nessun futuro. Io conosco molti casi analoghi.
    In una puntata di forum c’era un tizio che andava in piscina, ha fatto un tuffo in un punto in cui l’acqua era più bassa, ha riportato un lieve infortunio, e ha citato il proprietario della palestra per non aver messo un cartello del tipo: “Non tuffarsi in questo punto, acqua bassa!”. Il giudice ha condannato il proprietario della piscina ad un risarcimento.
    In un Politecnico italiano ho visto affissi alle porte delle aule avvisi che dicevano: “Porte in apertura. Non sostare davanti alle porte”. All’ università! Io dico: se uno studente di Ingegneria non sa che le porte sono fatte per essere aperte e chiuse, allora è bene che se la prenda una porta in faccia.
    Lo stato, con il pretesto di proteggerci, vuole che noi ci si abitui ad essere trattati da imbecilli.

  • Sigismondo di Treviri

    “prevenire e fronteggiare il comportamento imprudente del lavoratore”. Cioè? Lo doveva gonfiare di botte se lo trovava ubriaco? Il lavoratore lo avrebbe denunciato e l’imprenditore sarebbe finito in galera. Licenziarlo? I sindacati sarebbero intervenuti, sarebbe stato assunto di nuovo e l’imprenditore avrebbe dovuto pagare anche i danni morali. Quanto a ‘prevenire’ che significa? Che doveva entrare di nascosto a casa sua con una chiave falsa e buttare nel cesso tutte le bottiglie di alcolici? Per fortuna ho smesso di fare l’imprenditore qualche anno fa. Adesso faccio allegramente il parassita in una inutile azienda di stato gestita da inutili raccomandati, da figli di pezzi grossi, da lecchini e chi più ne ha più ne metta. Lo stato vuole parassiti? Ubbidisco! E due volte l’anno mi danno pure il premio di produzione per avere prodotto debiti. Contenti loro……….

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