”A mano a mano che la realta’ si rivela in tutta la sua dimensione si scoperchiano sempre nuovi gironi in quell’infenro fiscale chiamato Italia. Cosi’ scopriamo oggi che l’alta pressione fiscale non e’ piu’ solo un incentivo all’evasione o all’elusione, ma genera addirittura la corruzione fra l’esattore e il contribuente. I fenomeni corruttivi sarebbero avvenuti, stando alle perquisizioni in corso da parte della Guardia di Finanza, tra i contribuenti piu’ ricchi e alcuni funzionari. E’ ovvio: maggiori sono le tasse che il contribuente deve pagare maggiore sara’ la tentazione di aggirarle con la compiacenza ‘oliata’ di qualche funzionario disonesto”.
Lo afferma Osvaldo Napoli, esponente del Pdl. ”La pressione fiscale stellare ha in se’ un risvolto ancora piu’ inquietante: l’esattore diventa, agli occhi del contribuente, il detentore di un potere monopolista e dunque, per sua natura, arbitrario poiche’ l’accesso al contenzioso, con le sue lungaggini burocratiche e i percorsi procedurali mai troppo chiari, diventa un terno al lotto. Il bombardamento fiscale evocato ieri dal presidente Berlusconi trova nella realta’ conferme tristissime e risvolti nauseabondi. Verrebbe da dire, sul filo dell’ironia, che chi di blitz ferisce di blitz perisce. Ma qui, a perire, rischia di essere l’Italia e non Equitalia. Fara’ bene il presidente Letta a prendere forbici enormi per tagliare equamente tasse e spese. Tanto le prime, moltissimo le seconde. E’ la via piu’ breve e piu’ giusta per salvare il futuro delle nuove generazioni”, conclude Napoli.
Da anni, su questo sito si raccomandano le stesse cose. Ma si sa, questo è il paese dei cialtroni e dei ciarlatani, a cui piace dire quel che si dovrebbe fare, ma che non fanno mai. Veri parassiti. Tanto, gli utili idioti stan sempre con la matita in mano…
Napoli parla da persona intellignte. Infatti non conta niente.
Napoli non conta un tubo.
Parla solo.
Belle parole, ma quand’erano al governo perche’ non le hanno messe in pratica, come spettava loro? Cosi’ danno l’impressione non solo di averci preso per il sedere, ma anche di credere che siamo proprio idioti.