DI MAURO GARGAGLIONE
Grazie alla genialità dei nostri politici e tecnici che hanno introdotto una serie misure per attenuare il dramma della mancanza di lavoro, si è diffusa una nuova strategia occupazionale tra i poveretti in difficoltà.
Moltissime aziende assumono, temporaneamente si intende, solo persone con la certificazione di disoccupazione lunga che viene rilasciata dallo stato attraverso i centri per l’impiego.
Un disoccupato lungo ha gli sgravi contributivi. Lo sgravio contributivo è il discrimine tra assumere o non assumere. Puoi avere anche le doti di un premio nobel ma se posso risparmiare anche solo qualcosa assumendo un altro, tu Einstein non hai speranza.
La strategia quindi è accettare qualunque impiego a qualunque retribuzione per poter essere iscritto, una volta terminati i mesi di contratto, a un centro per l’impiego, chiedere il misero sussidio temporaneo di disoccupazione ed entrare nella lista degli ‘sgravati contributivi’. In questo modo si ha la speranza di essere assunti saltando da un impiego temporaneo all’altro.
Questo è diventato il sogno di carriera dei nostri giovani (e meno giovani), in questi giochetti si esercita la prontezza nel cogliere le opportunità. Opportunità di sopravvivenza sia chiaro, non di progresso e prosperità.
Il discorso è ancora più ampio, così come le stupide leggi sul femminicidio o sull’omofobia si vuole divedere la società in categorie in perfetto stile collettivista. Bianchi vs neri, giovani vs vecchi, uomini vs donne o occupati vs disoccupati invece di vedere gli individui e basta.
P.s. I centri per l’impiego sono l’ennesimo stipendificio italiota
Non sono quasi mai daccordo con quello che scrivete qui, ma con quanto scritto qui lo sono pienamente. La stessa storia c’era già con la “mobilità”…
Ti assumevano se eri in mobilità cosi per 1 anno pagavano poche tasse.