“La nostra agricoltura si basa sulla biodiversità e sulla qualità e su queste dobbiamo continuare a puntare, senza avventure che anche dal punto di vista economico non ci vedrebbero competitivi. Il decreto è solo il primo elemento, quello più urgente, di una serie di iniziative con le quali definiremo un nuovo assetto nella coltivazione di Ogm nel nostro paese” (N. De Girolamo)
Forte della co-firma di altri due giganti della scienza a livello mondiale, quali i colleghi di governo Lorenzin e Orlando, Nunzia De Girolamo ha così commentato l’emanazione del decreto interministeriale che vieta in Italia la coltivazione di mais Mon810.
Un governo infarcito di persone che ripetono come un mantra che “serve più Europa” ha quindi deciso ancora una volta di emanare un provvedimento che con ogni probabilità sarà destinato a schiantarsi contro la legislazione comunitaria, ma che, nel frattempo, complica la vita a chi, conformemente a quanto previsto dall’Unione europea, intende coltivare mais Ogm in Italia.
Non è un mistero che le principali organizzazioni di agricoltori siano da sempre pregiudizialmente contrarie all’idea che in Italia si coltivi utilizzando sementi Ogm.
Per giustificare l’avversione agli Ogm si sentono argomentazioni che non hanno nulla di scientifico, mentre a me pare del tutto evidente che solo su basi scientifiche avrebbe senso giustificare un divieto in questo settore. Biodiversità e qualità non sono affatto a rischio; le coltivazioni tradizionali e Ogm possono coesistere ed è possibile evitare la commistione tra di esse.
Si dice spesso che gli italiani sono per lo più contrari agli Ogm e probabilmente è vero, ma ciò che non si dice è che non è mai stata fatta informazione in modo oggettivo. Il fatto è che non esiste alcuna prova scientifica che le sementi Ogm siano dannose per la salute. E qui torno al mantra del “serve più Europa”. Si dà il caso che la tanto invocata Europa abbia autorizzato, tra le altre, il Mon810; anche a Bruxelles saranno servi della Monsanto? Se sì, perché allora prendere per oro colato tutto il resto che viene stabilito da quelle parti? Se no, perché continuare in questa guerra antiscientifica e antiliberale che rischia solo di rendere più costosi i prodotti italiani e mantenere il settore in uno stato di arretratezza?
Tra l’altro, la retorica del divieto agli Ogm si schianta anche contro un fatto evidente: in Italia buona parte del mangime importato è basato su coltivazioni Ogm. In altri termini, il bestiame che ci fornisce latte e carne viene allevato con mangime derivante da coltivazioni Ogm.
In attesa che anche questo decreto finisca come gli analoghi provvedimenti precedenti, non resta che constatare quale sia il disprezzo in Italia per la libertà di scelta degli individui, siano essi coltivatori o consumatori.
Nulla obbligherebbe un coltivatore a utilizzare il Mon810 e nulla obbligherebbe un consumatore ad acquistare solo prodotti coltivati con sementi tradizionali o totalmente biologici. Ma guai a lasciare libertà di scelta in Italia.
Tutte chiacchere inutili: la Cultura dell’ultima generazione e mezzo in questo paese l’hanno fatta santoro e la gabanelli e di pietro, e questi sono i risultati, di cui grillo (via internet, il media che da’ voce agli idioti tanto quanto ai dotti) raccoglie le messi.
Questo e’ il paese (di merda) reale.
Purtroppo il sistema economico e’ talmente robusto e sovraproduttivo che per quante coglionate vengano dette e fatte cio’ che ne resta e’ sempre ampiamente sufficiente per dar da mangiare e bere e divertirsi se non a tutti di certo alla maggioranza suddetta.
manca l’unica cofirma rilevante: il ministero dell’Economia. Infatti quel che non si produce sul suolo non si può impedire che entri già prodotto o incorporato in altri prodotti dagli altri stati membri della Ue o addirittura da questi ammesso in libera pratica nell’unione doganale anche da fonti extra Ue.
Siccome la sovranità doganale, come in materia di iva, è dell Unione europea allora CICCIA.
Si tratta di puro bullismo politico perchè compiono atti con il preciso intento, giuridicamente censurabile perchè datto da un ministro, di vanificare la giurisprudenza senza le motivazioni scientifiche richieste dalla stessa disciplina solo per una questione di difetto di gradimento, vista l’ assenza di motivazioni rilevanti legalmente, salvo dimostrazione di altra più grave causa.(compiacere gli amici?)
La prticolare disciplina non prevede che le opinioni (non importa quanto improntate alla cautela) possano costituire valido motivo.
Eventualmente se ci troviamo nella presente situazione non gradita è stata causata eventualmente solo dalla imperizia e negligenza di chi, pro-tempore, non si è occupato della materia secondo le prescrizioni legali specifiche avendo la responsabilità di farlo.
Ma ragazzi…. li prendete ancora sul serio? hanno la credibiltà di Wanna Marchi ante condanna, ora, la signora “dacooordo” è, anche a sua insaputa, di gran lunga più stimabile delle guaglione ministre per aver pagato almeno un conto.
Questi i conti li fanno pagare a noi. E voi gli date credito?