Nel Settembre 2012, Giovanna Melandri, parlamentare PD non rieletta dopo esservi stata per cinque legislature, venne nominata presidente del Maxxi, il nuovo museo romano dell’arte contemporanea. Visti i malumori (perfino all’interno di una parte del suo stesso partito, ed è tutto dire), per questa nomina giudicata essere quantomeno “inopportuna” sotto diversi punti di vista (soprattutto sotto quello delle procedure), la Sig.ra Melandri si impegnò a svolgere questo lavoro senza compenso, gratis. Nelle sue parole, «totalmente gratuitamente». In un recente articolo sul Corriere della Sera, Gian Antonio Stella mette in evidenza il ruolo determinante che questa promessa della Sig.ra Melandri ebbe nella sua nomina.
Adesso, tuttavia, viene fuori che quell’impegno era a termine e che la Sig.ra Melandri, auto-proclamatasi “manager”, a partire da settembre-ottobre 2013 percepirà uno stipendio da dirigente. In altre parole, la Sig.ra Melandri «fa retromarcia».
Ora, credo che un commento sulla vita “professionale” di un parassita, cioè di una persona che vive di denaro estorto dallo Stato con la forza alle persone invece che ottenuto mediante uno scambio volontario e legittimo, non valga il foglio di carta su cui viene scritto, quindi non ne parlerò.
Quello che invece richiede un breve commento è il pensiero di Gian Antonio Stella, che nel suo articolo scrive:
- «è giusto che chi guida un grande museo lo faccia gratis? … Se si tratta di un professionista famoso e magari strappato alla concorrenza perché venga a lavorare una dozzina di ore al giorno con l’obiettivo di far di quel museo una straordinaria vetrina nel pianeta, allora no, non deve lavorare gratis. Deve essere pagato e pagato bene.
- Questo tipo di professionisti, però, proprio come i grandi chirurghi e i grandi fisici nucleari e i grandi architetti, si vanno a cercare sul mercato. Possibilmente (e già qui l’Italia è zoppa) il mercato internazionale. Non si scelgono, quei professionisti, tra amici, colleghi, compagni di partito o amabili frequentatori delle terrazze romane. Ed è su questo punto che la nomina di Giovanna Melandri, l’anno scorso, sollevò un putiferio».
Se, come sembra dato per scontato visto l’oggetto dell’articolo, il “grande museo” di cui parla Stella è “pubblico”, la risposta che egli dà al primo punto è sbagliata, e di grosso: chi guida un grande museo pubblico non deve essere pagato un centesimo per la semplice ragione che quel grande museo non dovrebbe proprio esistere. L’esistenza stessa di musei pubblici è espressione di totalitarismo. L’argomentazione di questa tesi la ho in parte sviluppata in un altro articolo e quindi qui non la ripeto per motivi di spazio.
Nel secondo passaggio, Stella mostra di avere un’idea piuttosto confusa di cosa sia il mercato. Il mercato è quell’ordine economico che è prodotto dagli scambi volontari fra le persone e che è regolato dalla Legge intesa come principio astratto (cioè come regola generale di comportamento individuale valida per tutti allo stesso modo), non come provvedimento particolare. Se in uno scambio una delle due parti paga l’altra con denaro che, grazie alla “legge” intesa come provvedimento particolare (cioè come strumento di potere) e non come principio generale (cioè come limite al potere), è stato estorto con la forza ad altri (e non ottenuto mediante scambi volontari), questo non è mercato ma distruzione del mercato.
Se l’Italia affonda non è a causa della cosiddetta “casta”: la società produttiva avrebbe ancora la forza per spazzarla via con un soffio e per vaccinarsi contro di essa. Se l’Italia affonda è a causa della sempre più dilagante confusione sul significato di parole quali legge, uguaglianza davanti alla legge, mercato, democrazia, denaro: una confusione che intellettuali come Gian Antonio Stella (se consapevolmente o meno non lo so) fanno tutto ciò che è umanamente possibile per consolidare ed estendere. È grazie a questa confusione, e quindi anche grazie a questi intellettuali, che la burocrazia dilaga, che l’interventismo economico dello Stato si espande, che le tasse e il debito pubblico aumentano e che l’economia muore.
Concordo su tutto, purtroppo le mosche bianche come noi sono troppo poche per cambiare le cose. La speranza è nel fallimento di questo paese socialista, una volta azzerato tutto e affamati i parassiti forse potremo ripartire nella giusta direzione….
Eh, gli intellettuali del nostro Paese sono quel che sono. A volte credo che siano fatti della stessa sostanza della Boldrini, cioè di ipocrisia e statalismo sfrenato.
Comunque, per rispondere ad Antonino Trunfio (stima per l’articolo), ricambio con qualcosa scritto di recente sul caro Gasparri, ispirato proprio allo stesso modo, cioè guardando svogliatamente la tv.
http://saint-jacobus.blogspot.com/2013/05/neanche-gasparri-piace-la-realta.html
Anche comprare il corriere della sera, però, mi sembra un’ottima fonte di ispirazione. Spesso sui giornali si leggono cose tanto divertenti…
@ Eridanio e Antonino
Grazie, non solo dell’apprezzamento ma soprattutto dell’osservazione sui toni più elevati. Non era mia intenzione elevarli e, se davvero lo ho fatto, me ne scuso. Gli argomenti sono dalla nostra parte: non abbiamo bisogno di toni elevati per affermarli. Però è vero che i commenti di giornalisti come Stella o Travaglio hanno su di me un effetto diverso da quelli di una persona come Fede, per dire. Infatti io considero Stella e Travaglio delle persone profondamente perbene, che però stanno dalla parte sbagliata. Avrebbero gli strumenti per non contraddirsi, ma non li usano, e in questo modo contribuiscono a tenere dalla parte sbagliata (quella incoerente) le molte persone perbene che li leggono. Come ho scritto in altri articoli, io sono convinto che il totalitarismo moderno sia tenuto in piedi dalle persone perbene, cioè che il suo genio stia nell’essersi appropriato dell’essere perbene di quelle persone. Tempo fa mi capitò di andare a un funerale di una persona. Una delle persone che parlò in chiesa disse fra le prime cose e con enfasi che quella persona “aveva sempre rispettato la legge”. Io mi chiesi se fosse davvero così oppure se, invece, quella persona aveva sempre rispettato quella che oggi viene comunemente chiamata “legge” ma che, in quanto provvedimento particolare, è espressione di quel potere politico illimitato che la Legge nel suo senso originario di principio generale e astratto era nata per limitare in modo non arbitrario.
Non deve scusarsi, ci faccia il favore di elevarli più spesso piuttosto, perché hanno una carica positiva ed aiutano ad affrontare articoli e giornate in modo diverso.
Davvero, quando si parla di criminali è più che giusto alzare i toni, a prescindere dalle buone intenzioni del criminale in questione.
Birindelli for President !! se non fosse che nè io, nè te, e nessun uomo al mondo ha migliore rappresentante che se stesso. Non dirmi però che il corriere lo compri e lo leggi pure, fosse anche solo per avere degne ispirazioni. A me capita di scrivere anche con molto meno, solo passando da un bar per un caffè, dove dallo schermo al plasma alcuni giorni fa, una tale Boldrina tuona contro un 5 stelle : “il parlamento è il Kuore della demoKrazia. La demoKrazia non ha alternative se non la dittatura” !!! Robe da ricovero alla neuro d’urgenza. http://www.rischiocalcolato.it/2013/07/il-cuore-e-lalternativa.html
Per trovare ispirazione, appunto :) Grazie per la segnalazione! Leggerò asap, mi piace un sacco il modo in cui scrivi! Buona giornata
Ottime riflessioni. Ineludibili puntualizzazioni e, forse, un pò più incavolato del solito.
ERIDANIO : ho colto anche io un insolito e inaspettato aumento della pressione sanguigna dell’amico Giovanni. Che Dio lo benedica, ma un po di ipertensione in questi nostri tempi assopiti da tg, giornaloni e calcio mercato e lotterie itagliane, non fa male a nessuno