L’anguria “personalizzata”, il “lamoon plum”, che sembra un limone ma ha la polpa simile alla prugna, una versione ibrida di broccoli e cavolo cinese, un tipo di sedano che sembra una zucchina. Sono state loro le star quest’anno dell’Agro-Mashov, la fiera che presenta ogni anno il meglio dell’agricoltura hi-tech israeliana. Questo tipo di coltivazione è parte integrante del sistema produttivo agricolo ed è certamente uno dei suoi elementi di punta nei mercati internazionali.
Lo scopo di queste nuove varietà di frutta e ortaggi, ottenute manipolando il gene delle piante, con il loro aspetto insolito e più alto valore nutrizionale, è quello di permettere agli agricoltori di ottenere prodotti in grado di essere coltivati anche dove la natura sembra più ostile, che possono crescere anche in climi secchi senza un grande dispendio del bene più prezioso in Medio Oriente: l’acqua.
Molti di questi ortaggi sono destinati anche a competere sul mercato mondiale sempre a caccia di novità alimentari. Infatti fra gli stand ci sono compratori da tutto il mondo. Quelli che vediamo sui banchi di esposizione sono “prototipi” coltivati su piccola scala, quindi se i grossisti non sono qui per firmare un contratto di almeno un anno con le aziende, non sarà facile vedere questi prodotti speciali nelle grandi catene di supermercati in Israele. In attesa di consumatori israeliani, però si sono fatti subito sotto quelli americani, i sudamericani e i cinesi naturalmente.
Ma non sono mancati compratori da Gran Bretagna e Francia, dove i prezzi medi sono quattro volte superiori a quelli in Israele, e i “cacciatori di gusto” che lavorano per i ristoranti dei grandi chef internazionali.
L’anguria personalizzata sviluppata dalla “Origene Seeds” è una versione del frutto di diverse dimensioni: da un chilo e mezzo; da 2 a 3; da 4 a 6; e da 6 a 8 chili. Pesi che si adattano a single e a piccole e grandi famiglie. Il frutto è altamente salutare, pieno di licopeni, zuccheri e vitamine, cresce con poca acqua e si mantiene a lungo in frigo. “La gente si lamenta sempre per le dimensioni del cocomero da mettere in frigo e l’idea è stata quella di creare angurie con un elevato contenuto di zucchero, facili da trasportare e sufficienti anche per una persona sola, senza sprechi”, spiega Dov Godinger, direttore delle vendite dell’azienda. Fra le altre tante novità di quest’anno gli spinaci nani, che crescono soltanto 20 millimetri, ma il cui concentrato di sapore è altissimo; il broccolo dolce, piccolo come grani di pepe, ideale per la cottura, messo sul mercato da una piccola azienda agricola a conduzione familiare di Afula. Ricco di vitamine A e C, è ideale per la cottura al forno o saltato in padella.
Il pepe resta sempre un “cult” e qui non poteva mancare quello più potente del mondo: da 150 a 300 volte più forte del pepe normale, messo a punto dalla Yofi Shel Yerakot (Belle Verdure), una cooperativa agricola della Valle di Arava. Che dire poi della banana con la buccia nera, ideale per essere cucinata sulla brace?
Le nuove varietà di melanzana, che si affacciano da grandi cesti di vimini come mazzi di fiori allo stand della “B&D”, hanno davvero grandi peculiarità. Una varietà ha come caratteristica principale il basso assorbimento di olio durante la frittura, cioè un più alto valore nutrizionale unito alla velocità di cottura. Un’altra è invece senza semi, il che la rende più semplice da trattare per essere usata nelle pietanze ispirate alla “nouvelle cuisine”; le melanzane con i semi (sono questi a renderle amare) sono considerate inadeguate per essere servite nei ristoranti di fascia alta. Ai pomodorini di colore giallo o nero – questi ultimi si ottengono aggiungendo un pigmento del mirtillo – si sono aggiunti i peperoni a “stella”, bassi e larghi. Il sedano che somiglia a una zucchina può essere affettato in orizzontale e si presta bene per le “composizioni” degli chef più esigenti. Oppure i peperoncini color arancione, quasi per nulla piccanti che possono essere mangiati crudi come un frutto.
L’hi-tech agricolo in Israele è un mercato in forte crescita e in espansione sui mercati mondiali, in campo ci sono le aziende agricole più diverse: quelle familiari, le cooperative, i kibbutz, quelle (poche) dello Stato dove fanno pratica i neo-agronomi appena usciti dall’università. Aziende, che realizzando la coltura agricola in serre e quasi su ordinazione, macinano fior di utili. Uno degli altri aspetti più singolari è rappresentato bene dalle aziende della Valle dell’Arava, che congiunge la depressione del Mar Morto con la costa del Mar Rosso: anche se è nel deserto, il 90% dei suoi abitanti sono tutti agricoltori di successo.
TRATTO DA: http://www.repubblica.it