“I notai garantiscono la qualità dell’atto, la verità dell’atto, la serietà dell’atto. Ricorda la crisi dei mutui subprime Usa? Ecco, qui non è avvenuto quel collasso, pensi ai costi sociali risparmiati. E poi aperti al mercato ormai lo siamo già, senza più tariffe. Però, sia chiaro, la qualità impedisce di fare dumping sui prezzi. Non è un supermarket.” (M. D’Errico)
Maurizio D’Errico è stato da poco eletto alla presidenza del Notariato. Una delle sue attività consiste nel difendere la categoria dalle più o meno garbate lamentele di tutti coloro che si trovano costretti dalla legislazione ad avvalersi della loro prestazione professionale, il cui costo, piaccia o meno a D’Errico e colleghi, viene per lo più considerato esoso da chi deve pagare.
In questi casi, passi pure l’esaltazione delle virtù dei notai in merito alla qualità, alla veridicità e perfino alla serietà (ma senza l’intervento del notaio i contratti sarebbero delle buffonate?!?) dell’atto quando c’è il loro intervento. Sarebbe preferibile però, quanto meno dal mio punto di vista, se si evitasse, per eccesso di zelo, di usare argomentazioni non vere o poco pertinenti.
All’origine della crisi dei mutui subprime Usa non c’è la mancanza del notariato nella forma in cui esiste in Italia. I notai non avrebbero certo potuto evitare che quei mutui fossero dapprima erogati, poi cartolarizzati e venduti in giro per il mondo. Quei mutui erano conformi alla legislazione statunitense. E anche i problemi sorti nella fase successiva – quella delle escussioni delle garanzie ipotecarie – non credo giustifichi l’imposizione della figura del notaio.
A mio parere se compratori, venditori, banche e clienti sentissero l’esigenza di sottoporre i contratti alla validazione da parte di un professionista, sarebbe la domanda di mercato a giustificare la presenza di soggetti con le caratteristiche dei notai. Ma non vi è nulla che renda necessaria l’imposizione statale di questa figura professionale, né tanto meno che renda necessaria la sostanziale chiusura dell’accesso alla professione stessa. Per questo trovo piuttosto irritante l’affermazione “aperti al mercato ormai lo siamo già, senza più tariffe”, seguita subito dalla precisazione che “la qualità impedisce di fare dumping sui prezzi”. Non è la qualità a impedire di fare quello che impropriamente viene definito dumping. E’ semplicemente il numero chiuso, ossia la sostanziale assenza di concorrenza.
Ma irritante è anche la chiusura: “Non è un supermarket”. Purtroppo D’Errico ha ragione. Ma dovrebbe spiegare per quale motivo dovrebbe essere considerato un fatto positivo che non vi sia un supermarket anche per le prestazioni professionali dei notai. Nulla vieterebbe a chi lo volesse di rivolgersi alla boutique. O spaventa l’idea di lasciare scegliere agli individui?
Non credevo che questo mio breve pezzo avrebbe attirato tanta attenzione, e ringrazio tutti quanti hanno voluto impiegare un po’ del loro tempo per leggerlo e commentarlo. Ad alcune delle contestazioni mosse al contenuto del pezzo hanno già fornito repliche che condivido altri commentatori, per cui sarò sintetico.
Soprassedendo sui commenti di chi si limita ad affermare che trasudo ignoranza, stupidità e pressapochismo senza peraltro fornire alcuno spunto utile a colmare queste mie presunte lacune, non ho trovato nessuna argomentazione che smentisca fondatamente ciò che ho scritto nel pezzo.
Nessuno, in particolare, ha spiegato come si sarebbe evitata la crisi immobiliare Usa in presenza del notariato. Sostenere che la crisi sia dovuta alla mancanza di un registro immobiliare che dia la “certezza della effettiva titolarità dei beni in capo a un soggetto” mi sembra dimostri che non si vogliono considerare le cause primarie, di natura monetaria, della crisi. Se le si ignorano, è ancora peggio. Mi chiedo anche come abbiano fatto gli Stati Uniti e tutti gli altri Paesi in cui non esiste il notariato a non regredire già da decenni allo stato di sottosviluppo…
Vorrei anche sottolineare che io non ho alcuna avversione per i notai; semplicemente ho avversione per le barriere all’ingresso e alla obbligatorietà di avvalersi della prestazione di un notaio per taluni atti. Se vi fosse domanda per le prestazioni dei notai, credo emergerebbe anche senza imposizioni statali. Chi compra casa sa che sta usando i risparmi di una vita (anche futuri, il più delle volte). Credo che possa scegliere consapevolmente se affidarsi o meno a un notaio.
Non trovo poi particolarmente convincente la difesa dei notai, che non possono fare gli avvocati. Ciò che vale per i notai, per me vale anche per le altre professioni/corporazioni.
Infine, mi divertono le considerazioni sulla deriva monopolistica i capo alle “grandi società e alla finanza”. Marx ne sarebbe orgoglioso. Notai di tutto il mondo unitevi…
Purtroppo siamo già in un grande supermercato .
“Ordini professionali: Antitrust, i consigli notarili di Milano, Bari e Verona hanno ristretto la concorrenza attraverso intese finalizzate a reintrodurre le tariffe abrogate dalla legge. Con le loro deliberazioni hanno cercato di limitare l’autonomia nella determinazione dei compensi da parte dei singoli notai. Per far sì che i professionisti si allineassero alle tariffe indicate hanno minacciato il ricorso allo strumento dei provvedimenti disciplinari nei confronti di coloro che non si fossero adeguati. Al termine di tre distinte istruttorie comminate sanzioni calcolate sui contributi associativi.
I Consigli Notarili di Milano, Bari e Verona hanno posto in essere tre distinte intese restrittive della concorrenza finalizzate a reintrodurre le tariffe abrogate dalla legge quale parametro di riferimento per la determinazione dei compensi, minacciando provvedimenti disciplinari in caso di mancato adeguamento.”
Lo ha deciso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che, nella riunione del 30 maggio 213, al termine delle relative istruttorie, ha diffidato i Consigli coinvolti dal porre in essere analoghi comportamenti .
Le sanzioni, calcolate sulla base dei contributi associativi dovuti dai notai dei distretti di riferimento per le attività notarili, sono pari a 99.403 euro per il Consiglio notarile di Milano, 10.227 euro per il Consiglio notarile di Bari, e a 20.445 euro per il Consiglio notarile di Verona.
Secondo l’Antitrust i tre Consigli, sia pur con modalità differenziate, hanno in sostanza cercato di vanificare l’intervento liberalizzatore voluto dal legislatore con il decreto legge ‘Cresci Italia’: attraverso il principio dell’adeguatezza del compenso alla prestazione professionale veniva nella sostanza richiesto di ancorare le tariffe praticate alla clientela a quelle ministeriali abrogate dal legislatore.
Per garantire comportamenti omogenei, in termini di prezzo, da parte di tutti i professionisti del distretto, i Consigli ricorrevano poi alla minaccia di azioni disciplinari.
Nel corso dei procedimenti istruttori avviati dall’Antitrust i tre Consigli hanno ritirato gli atti finalizzati a reintrodurre le tariffe…..
…..Siamo già in un grande supermercato .
La mancanza di tariffe fisse ha già comportato riduzioni di onorari , prestazioni al ribasso , e prossimamente qualche notaio chiuderà i battenti perché “ non bene organizzato “ non avendo parametri fissi e sicuri sui quali basarsi . Tutto questo è un bene per i cittadini ? Non so . Il notaio ora deve “ starci dentro “ nel preventivo che ha fornito al cliente sulla base di preventivi fatti da suoi colleghi , disonesti , che lavorano male , si fanno pagare poco e fanno preventivi stracciati . Ma se questo è quello che vuole “ il mercato “ , ciò significa che è un bene per il cittadino ?
Stiamo attenti alle sedie a rotelle con cinque piedi e sedili reclinabili per le impiegate … a automobili che devono avere freni e luci di qualità … a gelati che devono essere prodotti con latte e uova pastorizzati e , per i notai , ci accontentiamo di avere il minor costo possibile anche se questo va inevitabilmente a scapito della qualità del servizio ?
fino a quando i professionisti non si faranno pubblicità comparativa coi tabelloni 6×3 in strada, NO , NON saremo come i supermercati!!
Cosa intende per libero mercato?
Cosa intende per accesso impedito o ristretto?
Chi deve valutare la sussistenza delle competenze per esercitare una professione?
1: libero mercato in libera concorrenza. : chi vuole apre lo studio e si mette a lavorare. Chiunque deve poterne parlare come gli pare, sia male sia bene. La ‘reputazione’ è cosa altrui e il singolo non può farci nulla se non lavorare al meglio e sperare che il cliente glielo riconosca.
2: qualsiasi cosa mi impedisca di aprire il mio studio quando e dove io voglia, con tariffe ed orari a mia insidacabile scelta, pubblicizzandolo in qualsiasi modo mi piaccia farlo.
3: esclusivamente il cliente, che potrà basarsi, a sua discrezione, su certificazioni locali o internazionali, su indicazioni di associazioni varie, sulle pubblicità, sul passaparla della portinaia o sul proprio capriccio del momento. Chi sceglie è solo lui e solo lui ne è responsabile e godrà di una buona scelta avveduta o di una sconsiderata sciocchezza.
i clienti che verranno dopo di lui avranno, se vogliono informarsi, una esperienza (positiva o negativa) in più da usare per scegliere nel modo via via sempre migliore.
L’alternativa del burocrate che pianifica centalisticamente tutto e tutti non ha alcuna speranza di successo: non difende lo sprovveduto, è sempre più cara (sommando costi palesi diretti e occulti nella tassazione) di ogni altra possibile scelta alternativa, tratta le persone accorte come imbecilli costringendole ad adeguarsi alla scelta del burocrate sconosciuto ed irresponsabile (nel senso che non pagano mai per i loro errori).
SI sarebbe evitata la crisi subprime? se ne può parlare ma non è il punto della questione.
Cina e U.S.A. guardano al natariato latino? sarà anche vero, comunque ciò non implica che sia un bene od un male.
I notai sono tutti figli d’arte? non credo sia così.
Le grandi società di capitali sono un male o sono un bene? discorso da socialisti e non mi interessa.
Il notaio è indispensabile per garantire la correttezza delle compravendite? Non so, non sono un esperto.
Il costo del notaio è alto o basso? Considerazione molto soggettiva, difficile da discutere.
La figura del notaio, più in generale, è negativa o positiva? sicuramente su cento persone ci sarebbero cento opinioni diverse.
Io risponderò solo con le seguenti considerazioni (visto che siamo su un sito libertario):
Tutti i servizi e prestazioni imposti dalla legge sono un male.
Tutto ciò che non è segue le regole del libero mercato (secondo la vera accezione del termine e non secondo l’interpretazione distorta dai socialisti) è un male.
Tutte le professioni ciò il cui accesso è impedito o ristretto (anche qui sempre per legge, solitamente, ma anche da lobby), nei confronti di chi abbia le competenze e la voglia di svolgerle è un male.
Il notariato rientra nelle categorie sopra citata? se si è un male, se no è un bene.
Tutto il resto sono inutili parole al vento.
Se la risposta è si, ma per voi è lo stesso un bene, purtroppo mi duole informarvi che avete sbagliato sito.
Le grandi società, mi permetta di correggerLa, sono fatte di grandi capitali al loro interno.
Il cliente di una società notarile, di fatto, sarebbe seguito dal professionista assegnatogli di volta in volta senza avere il potere di sceglierlo.
La possibilità di sostituire l’organico, poi, deve fare i conti con le norme a tutela dei lavoratori.
Oggi, sul mercato, il cliente può scegliere il professionista che vuole. L’unica vera differenza – che è, poi, l’anima delle liberalizzazioni – sarebbe che, con le società notarili, i profitti andrebbero alla società e non al Notaio che riceverebbe uno stipendio.
E’ questo il vero spirito delle liberalizzazioni ed io ritengo che chiamare in causa la tutela del consumatore per quella che è una pura guerra di interessi economici, mirata ad accaparrarsi il mercato delle professioni, equivalga a scomodare la difesa della fede per giustificare le crociate, i diritti degli schiavi per giustificare la guerra di secessione ed il buon nome di Menelao per giustificare la guerra di Troia.
Il Notaio, così come gli altri professionisti, non può fallire perché non è un imprenditore commerciale, ma può, comunque, andare in perdita. Se ciò avvenisse, a differenza degli altri professionisti, non potrebbe chiudere lo studio perché, come Pubblico Ufficiale, dovrebbe garantire la continuità della pubblica funzione.
Quanto alla crisi dei mutui subprime, i problemi scaturiti dalla facilità di accesso al credito sarebbero stati temperati se ci fosse stato un controllore, Pubblico Ufficiale, come il Notaio e, infatti, gli U.S.A. guardano con interesse al Notariato.
Infine, mi consenta una piccola considerazione: a me non sarebbe mai passato per la mente di dire che la mia professione è più nobile e difficile di quella dell’Ingegnere, ma ognuno si regola come vuole, secondo la propria sensibilità.
In ogni caso, se può farLe piacere, appartengo alla schiera degli out sider da Lei ritenuta inesistente e, come me, ne fa parte l’83% dei Notai, dato che soltanto il 17% dei Notai è figlio d’arte.
E come outsider ha sicuramente interessi a farsi strada tra i pochi che tra i molti e gradirebbe il mantenimento dell’oligopolio dei notai, è naturale.
Comunque ha detto molte inesattezze o cose giuste che comunque non cambiano la solfa del mio discorso.
Il fatto che le grandi società siano fatti di grandi capitali non nega che siano fatte di mote persone al loro interno, difficilmente si trovano società piene di capitali e con organici piccolisimmi, succede solo quando si riesce ad offrire un prodotto semplice ed altamente concorrenziale come la Apple degli albori ed i suoi computer domestici inizialmente assemblati in un garage.
“Il cliente di una società notarile, di fatto, sarebbe seguito dal professionista assegnatogli di volta in volta senza avere il potere di sceglierlo.” lei sa già che funzionaranno così una società notarile, tutto è possibile nel libero mercato si segue la domanda e se la gente ha utilità a scegliersi il notaio e farsi seguire da esso per tutto il tempo ci saranno società che coglieranno la palla al balzo ed offriranno questo servizio. Perché il bello del mercato è che la concorrenza migliora l’offerta a disposizione, cosa che attualmente manca nella professione notarile si vede anche da un rapporto qualità/prezzo che soddisfa soloi benestanti.
“Oggi, sul mercato, il cliente può scegliere il professionista che vuole” è una frase che varrebbe anche se ci fossero solo due notai a gestire il monopolio, significa che c’è libero mercato in tale professione? Anche un esperto nel campo qualsiasi, unlaureato in giurisprudenza o uno che ha studiato fuori dal sistemauniversitario italiano (sono personalmente contro il vlore del titolo di studio) dovrebbe poter essere scelto se è in gamba. Il mercato selezionerà i migliori, chi si affiderebbe ad un incompetenete?
“L’unica vera differenza – che è, poi, l’anima delle liberalizzazioni – sarebbe che, con le società notarili, i profitti andrebbero alla società e non al Notaio che riceverebbe uno stipendio” saprebbe esprimermi la sottile differenza tra profitto e stipendio del notaio? Lui fa parte della società notarile che gli ha dato visibilità e che paga il suo stipendio con il “profitto” di cui lei parla.
Gli esempi di cui parla, da Menelao alle Crociate, sono tutti esempi dove battaglie per i muolti hanno significato interessi per pochi, ma riflettiamoci un attimo. Chi sono i pochi in questo caso? Le probabili multinazionali cattivone che gestiranno il monopolio o voi che attualmente lo state gestendo?
Secondo me siete voi il Menelao della situazione, che parlate di interesse del consumantore e bla bla bla per difendere un vostro privilegio, quello di non avere troppi concorrenti e non vedervi sfumare un investimento passato fatto per entrare a fatica in questa corporazione di cui fate parte. E poi basta con questo discorso delle grandi società, in economia sono molto più diffuse le piccole e medie imprese che costituiscono la maggior parte del PIL. Le grosse società in tutti i settori sono poche e facenti parte di settori dove corrompendo i politici si è riusciti ad ottenere il monopolio, come la FIAT in Italia che senza gli Agnelli ed i loro inciuci politici non avrebbe ottenuto i tanti vantaggi che ha avuto, dalla svendita a sui favore dell’Alfa alla fornitura di mezzi alle forze dell’ordine senza effettive gare di appalto ecc. Insomma dove c’è monopolio c’è di mezzo uno stato corrotto, succede con i farmacisti, con i notai e con determinati settori di mercato. il libero mercato è ben altro.
“Il Notaio, così come gli altri professionisti, non può fallire perché non è un imprenditore commerciale, ma può, comunque, andare in perdita” con questa frase io intendevo dire che se un notaio non è in gamba deve poter fallire a vantaggio di altri che rpenderanno il suo posto, cosa che nelle professioni a numero chiuso come la sua difficilmente (per non dire MAI) succede. Non che viene a mancare il mestiere del notaio come l’ha interpretata lei. Anche perché nel libero mercato se c’è richiesta di un mestiere, se c’è una domanda, l’offerta non verrà a mancare.
“Quanto alla crisi dei mutui subprime, i problemi scaturiti dalla facilità di accesso al credito sarebbero stati temperati se ci fosse stato un controllore” il problema è che temperare tali problemi serve a poco se le cause sono a monte e risiedenti nella natura della moneta FIAT e del sistema bancario. Non sarebbe stata una bolla immobiliare allora sarebbe stata altro, oppure la recessione in USA sarebbe arrivata prima.
PS non volevo dire che ingegneria è più nobile del notariato, ma più difficile, evidentemente da come ho scritto si intuivano entrambe le cose, me ne scuso. Ingengneria del resto è nobile solo retoricamente parlando, ciò che è davvero una professione nobile è il notariato. Voi siente un po’ come i nobili del passato, loro avevano il monopolio di alcuni settori della società e l’individuo solo a loro poteva andare a bussare per ottenere determinate concessioni, senza potersi organizzare autonomamente con altri estranei e capaci allo stesso modo di aiutarlo.
Lei potrà non essere un figlio d’arte, potrà essere un outsider senza tanta fama, ma continuando a giustificare questo vostro monopolio porfessionale fa un po’ la figura del barone un po’ poverello a dispetto dei ricchi marchesi o duchi che però giustifica la nobiltà perché in fin dei conti lui è solo un piccolo barone i nobili ricchi sono altri. Quando secondo me ne ricchi marchesi e nemmeno piccoli baroni dovrebbero esistere. Se poi lei interpreta tutto a titolo personale è un problema suo mi creda.
Alla base della crisi dei subprime c’è solo la facilità di accesso al credito, poteva essere una bolla immobiliare a scoppiare o altro, poco sarebbe cambiato mentre i difetti legislativi americani anche se non ci fossero stati avrebbero solo fatto guadagnare tempo. Il problema vero è la mancanza nel mercato di una effettivo sistema bancario concorrenziale che avrebbe premiato nel lungo termine proprio i soggetti che investigavano sull’effettivo possesso dei beni. In un sistema dove le banche non falliscono o si fa di tutto per non farle fallire e dove i soldi per loro non mancano mai ma sono continuamente stampati di nuovi cosa volete che cambi, si concedono credini a gogò finché qualcosa non salta.
Gli individui possono già scegliere più che liberamente, basta che prendano le pagine gialle e che siano muniti di automobile o di biglietto dell’autobus.
Quando ci si rivolge a qualsiasi professionista, comunque, la scelta si riduce, in media, a tre o quattro nominativi, quanti sono i professionisti conosciuti dai propri parenti o amici. Fino a quattro o cinque Notai ci si arriva, mi sembra.
Il vero obiettivo, quindi, è un altro: fare aumentare il numero dei Notai, diluire le competenze notarili fra i vari professionisti (mentre i Notai, chi sa perché, non possono far gli Avvocati e tante altre cose), far scendere gli onorari a cifre ridicole, così da mettere alla corda i singoli Notai e costringerli a lavorare alle dipendenze di poche grandi società che, poi, trovandosi in regime di sostanziale oligopolio, ventuplicherebbero i prezzi, con buona pace dei consumatori.
Si vuole sottrarre le professioni ai professionisti, consegnando il relativo mercato alle grandi società ed alla finanza.
Si consideri, però, che, per diventare Notai, Avvocati, Architetti etc. “bastano” intelligenza, determinazione, cultura, serietà ed una famiglia di medie possibilità economiche alle spalle. Le grandi società e l’ata finanza, invece, sono appannaggio di chi ha miliardi.
Un ritorno in piena regola all’ancien régime.
Questo è il vero volto delle liberalizzazioni e tutto il resto è …. noia.
Il problema è che quei quattro cinque individui sono sempre gli stessi, mai uno che fallisca, mai un outsider che riesca essendo più competitivo ad inseririsi facendo concorrenza a quei quattro o cinque, insomma una vera e propria corporazione che come ogni buona corporazione non capisce che la vera concorrenza non è quella all’interno della corporazione stessa ma quella estesa a tutto il mercato. Perché fintanto che si resta in quattro cinque puoi perdere qualche cliente ma il lavoro non ti verrà mai a mancare stanne certo, a chi viene a mancare sono tutti gli altri stidenti o esperti di giurisprudenza potenziali futuri notai.
Quanto al discorso sulle grandi società badi bene che le grandi società sono fatte di grandi individui al loro interno, quindi in un porbabile futuro mercato dove la professione notarile è liberalizzata se sei bravo come notaio qualche società notarile prima o poi ti prenderà e magari se sei più bravo di qualcuno al nel suo organico ti sostituirà ad esso, a tutto vantaggio del cliente che troverà i migliori ad accoglierlo.
Io sono ingegnere in ingegneria nobile e dificilissima professione, anche più del notaio, funziona così nel libero mercato e guada caso gli ingegenri più competenti lavorano per le imprese e producono le cose, quelli meno competenti stanno nelle pubbliche università a danneggiare poveri e ignari studenti.
“Please comment with your real name using good manners.”: ecco, usare “good manners” non è facile di fronte alla disinformazione e al qualunquismo, a ogni buon conto replico con un invito: prima di vaticinare e/o di scrivere i soliti luoghi comuni (come ha giustamente già suggerito Luca Di Pietro), entrate in uno studio notarile e chiedete spiegazioni in merito a quanti dei soldi che lasciate al notaio sono tasse esatte per lo stato e girate allo stato (a differenza di tutti gli altri esattori, senza aggio). Guardate con attenzione la fattura di un acquisto immobiliare. Poi semmai ne riparliamo.
Gentile Sig Corsini, la prego di informarsi prima di scrivere…alla base della crisi dei mutui subprime non c’è quello che dice lei…bensì il fatto che non vi è, nel sistema di common law, un registro immobiliare che dia la certezza della effettiva titolarità dei beni in capo ad un soggetto…e la mancanza di un soggetto che ne garantisca l’effetto a veridicità…con la conseguenza che molto spesso negli Usa venivano accese ipoteche su beni inesistenti o intestati a terze persone. In tali sistemi i controlli vengono fatti a valle e non a monte…in tale sistemi non esistono registro immobiliare e il registro della Camera di Commercio che garantisca l’effettiva titolarità dei beni e la certezza delle cariche sociali e dei relativi poteri…essendo lasciata la tutela a polizze assicurative e a controlli molto costosi effettuati da parte di legali specializzati. È vero…negli Usa si può aprire una società in cinque minuti riempendo un modulo comprato da un tabaccaio…ma a che prezzo?? Quando si compra casa ci si gioca i risparmi di una vita… A questo serve il Notaio…a dare garanzie, a evitare truffe, a far rispettare la legalità…in un mondo dove il più furbo mangia il più debole! …e le assicuro a costi infinitesimamente più bassi rispetto alle professioni legali e ad altre professioni… Pensi che mediamente, nel mio distretto, per una Compravendita di un immobile da 200.000 viene percepito un onorario di 1000 euro…(calcoli al netto delle tasse e delle spese di studio quanto posso essere l’effetto o introito…e cmq le tariffe medie pensi che sono diminuite del 40% rispetto a 10 anni fa) …a fronte una consulenza iper specializzata e di una garanzia assoluta della operazione effettuata. Ma questo oramai lo si da per scontato…perché, come avviene nella vita, le cose che funzionano si danno per presupposte e acquisite…e si pensa che siano superflue. Se poi vogliamo fare come con le auto…liberi di farlo…in quel caso alla fine le spese per i trasferimenti sono raddoppiati…come anche le truffe…aumentate del 2.000%!!! …con la differenza che quando si compra casa si mettono in gioco i risparmi di una vita!!!
La crisi dei mutui subprime e’ dovuta anche all’assenza di controlli. Negli anni del boom le case venivano vendute da chi non era proprietario, le ipoteche concesse da chi non aveva titolo. Per non parlare dei pignoramenti negati dai Tribunali americani per “carenza o errata documentazione prodotta” dalle banche. E questo sgnifica “crediti irrecuperabili”. Ma vi informate prima di scrivere o sparate a caso basandovi su vecchi luoghi comuni ? Se la Cina, in occasione della transizione verso un’economia di mercato, ha deciso di adottare un sistema simile a quello del “notariato latino” un motivo ci sara’. Se Obama guarda con interesse al nostro sistema di pubblicita’ immobiliare un motivo ci sara’. Ma noi come al solito dobbiamo disprezzare quello che di buono abbiamo. La piu’ efficiente ed economica forma di Pubblica Amministrazione in outsorcing al mondo, il piu’ avanzato sistema al mondo di conservazione a norma degli atti digitali. Usiamo la firma digitale da oltre DIECI anni. Pero’ noi italiani siamo famosi per questo. Quando abbiamo qualcosa che funziona, e molto bene, dobbiamo distruggerla.
Trasudi ignoranza da ogni parola, trasudi stupidita’ da ogni idea manifestata, trasudi pressapochismo da ogni virgola.
Fare il vigile urbano è gratificante come pagare le tasse, in fondo in questo paese abbiamo avuto un ministro che diceva proprio così…. I burocrati e i politici sanno sempre cosa è meglio per te, sono le menti superiori loro :-)