Privatizzazioni in massa, aumento dell’Iva, imposta sugli immobili, tagli all’apparato pubblico. E’ il piano di salvataggio della Slovenia presentato dal primo ministro Alenka Bratusek, in carica da poche settimane, per evitare di dover ricorrere a quelle che potrebbero essere ben piu’ drastiche cure europee, per evitare cioe’ una cura del tipo di quella somministrata a Cipro. L’obiettivo di Lubiana e’ risanare le finanze pubbliche, in primis il settore bancario, sull’orlo del crack e di stimolare la crescita, ha sottolineato la premier, accompagnata dal ministro delle Finanze Uros Cufer.
La Slovenia, piccolo Paese di due milioni di abitanti, nato dal crollo della ex-Yugoslavia, paga ora la decisione di non aver privatizzato le principali banche al momento della sua indipendenza nel 1991 e si ritrova con un settore creditizio che crolla sotto il peso di 7 miliardi di prestiti deteriorati, il 20% del Pil. Per questo Lubiana iniettera’ 1,3 miliardi nelle banche pubbliche, ma questo fara’ schizzare il deficit al 7,8% del Pil nel 2013 dal 3,7% del 2012. Le banche tuttavia hanno un peso ben diverso rispetto a Cipro, rappresentando il 130% del Pil contro l’800% dell’isola. Tornando al piano, il Governo punta a raccogliere un miliardo di euro l’anno, con un’equa suddivisione tra entrate e tagli, secondo il ministro Cufer. Tra le misure previste c’e’ l’aumento dell’Iva dal primo luglio al 22% dal 20% per l’aliquota generale e dall’8,5% al 9,5% per i generi di prima necessita’. Verra’ anticipata al primo gennaio 2014 una tassa sugli immobili, su cui per ora non sono stati forniti dettagli. Al Parlamento sara’ proposta la privatizzazione al 100% di una quindicina di aziende pubbliche.
Tra di loro ci saranno la banca Nkbm, il gruppo Telekom, la Adria Airways, l’aeroporto di Lubiana e il produttore alimentare Zito. Ha suscitato una certa sorpresa il fatto che il Governo abbia per ora rinunciato a una ‘tassa di crisi’ che avrebbe colpito tutti i cittadini. Lubiana si riserva di ricorrervi in un secondo tempo, se i conti non dovessero comunque tornare. Il Governo ha preannunciato tagli all’apparato pubblico, ma non ha fornito precisazioni per ora, rimandando in particolare all’esito delle trattative con i sindacati su una riduzione dei salari nella pubblica amministrazione, gia’ ridotti dell’8% nel 2012.
Tra i propositi dell’esecutivo di centro-sinistra anche quello di combattere l’economia sommersa. Bratusek ha sottolineato che il piano dovrebbe permettere alla Slovenia di “conservare la sua totale sovranita’” pur rispettando “i criteri della Ue”. Critica l’opposizione conservatrice, secondo cui l’aumento dell’Iva pesera’ su un’economia gia’ in difficolta’. La Slovenia e’ stata ‘declassata’ da Moody’s lo scorso 30 aprile alla categoria speculativa. Questo non le ha impedito il 3 maggio di raccogliere con successo quasi 3 miliardi di dollari. Il debito del Paese resta del resto ben al di sotto della media europea al 54,1% del Pil nel 2012 contro il 90,6% della zone euro. Il piano sara’ presentato ora alla Commissione Ue che dara’ il suo parere il 29 maggio.
(Sole24ore – Radiocor)