Il documento unico di regolarità contributiva o DURC è l’attestazione della regolarità contributiva INPS, INAIL, Cassa edile, viene rilasciato dall’INPS, dall’INAIL, dalla Cassa Edile competente territorialmente o da altri enti previdenziali che abbiano precedentemente stipulato un’apposita convenzione con INPS e INAIL.
Tale documento è nato nel 2005 per combattere il lavoro nero e le irregolarità assicurative e contributive nel settore dell’edilizia e dei lavori pubblici, dal 1° gennaio 2009 viene esteso a tutte le ditte che lavorano in regime di appalto o subappalto di qualsiasi tipo di lavoro anche fuori dall’ambito dell’edilizia, escludendo però dall’obbligo gli artigiani che lavorano in proprio senza dipendenti, anche se l’ente certificatore è tenuto a rilasciare comunque la certificazione ove richiesta anche se non necessaria ( e non ci crederete mai, viene spesso richiesta).
Il Durc è obbligatorio per ricevere il pagamento dei lavori o servizi svolti a favore della Pubblica Amministrazione che non può procedere al pagamento in presenza di un DURC non regolare, anzi in ultima istanza procederà a versare l’importo direttamente al creditore pubblico.
Fino a questo punto la teoria non fa una piega e il principio diventa anche totalmente condivisibile, ma la realtà (si sempre quella realtà che i nostri professoroni e amministratori pubblici non hanno nemmeno più idea di cosa sia) tramuta questo strumento in uno fra i più terribili congegni di distruzione di aziende e artigiani con relativa produzione di disoccupazione allegata.
L’azienda o l’artigiano che ha il coraggio di fornire prodotti o servizi all’amministrazione pubblica (anche qui spero di non sorprendervi) sostiene vari costi dal materiale richiesto, al personale, ai costi di produzione ect. ect. oltre ad essersi accontentato di un piccolo ricarico (altrimenti come vinceva l’appalto?) a fronte di un contratto che ‘sulla carta’ prevede il pagamento tra i 30 giorni e i 90 giorni.
Oggi la Pubblica Amministrazione ha debiti verso i propri fornitori per ben 100 Miliardi (meglio ripeterlo: cento miliardi), sempre che la stima non sia ottimistica come ogni previsione dei nostri governi,che viene regolarmente smentita al momento del consultivo. Da questo dato emerge la cruda realtà, dove al danno del mancato pagamento alle aziende. Si aggiunge la beffa del DURC: l’azienda, che attende da mesi o anche anni il pagamento per il lavoro già svolto, riceve il miracolo della comunicazione che la Pubblica Amministrazione può procedere al pagamento di una fattura o di un acconto,ma ecco che quella goccia di ossigeno viene subito evaporata perché ‘incredibilmente’ l’azienda è in ritardo -anche di 1 solo mese- con il pagamento del DM10 (il modello per Inps, Inail, ecc).
Il meccanismo (probabilmente traslato da quello bancario) è facilmente descritto: l’azienda per poter sopravvivere deve scegliere,nell’attesa del pagamento dalla pubblica amministrazione, chi poter pagare per continuare a sopravvivere ed evitare la chiusura; I dipendenti? I fornitori? La bolletta dell’enel? Il DM10? Naturalmente per resistere l’azienda può far fronte solo in due modi o con la cassa personale (sempre che non sia finita con i primi mesi di ritardo) o attraverso una banca che accetti di scontare ancora le fatture della pubblica amministrazione. (sorvolo il modico costo dell’anticipo bancario che varia dal 10% al 15% TAEG).
Scaduto il termine di 6 mesi dell’anticipo della fattura, la banca prontamente addebita sul conto dell’azienda l’insoluto della stessa, con interessi e tutti i relativi costi (ad esempio raccomandata o spese cessione del credito) innescando la segnalazione alla Centrale Rischi dello scoperto non autorizzato con immediato scatto degli interessi di mora per utilizzo di fido non autorizzato….ma questa è un’altra storia (BANCHE E CRISI: UN MECCANISMO DIABOLICO SENZA FINE http://cesareortis.wordpress.com/2013/01/23/banche-e-crisi-un-meccanismo-diabolico-senza-fine/)
Quindi ricapitolando, alla temeraria azienda, che sceglie di rimanere aperta, pagare gli stipendi ed è costretta a ritardare il pagamento dei DM10 o delle tasse, non rimane che sostenere anche multe, aggi, interessi bancari, Equitalia e così via, ma se poi vuole addirittura provare ad ottenere giustizia e si rivolge al tribunale per un decreto ingiuntivo il danno e il ridicolo si moltiplica: per rivolgerti al tribunale cominci innanzitutto ad anticipare le spese all’avvocato, poi il contributo unico unificato (i cui costi sono ormai triplicati per scoraggiare chiunque a chiedere giustizia), quindi pazienti circa 18 mesi per attendere il decreto ingiuntivo, ottenuto il quale la Pubblica Amministrazione si fa una bella risata, sempre che non si diverta a boicottarti gli altri contratti con altre amministrazioni o a sbatterti nel muso il Durc irregolare. Ma l’azienda non demorde, ne va del suo futuro convinta erroneamente di non essere in un Paese del Terzo Mondo e allora con sacrificio e speranza spende ancora per un pignoramento presso terzi sui conti correnti della Pubblica Amministrazione e dopo solo 24 mesi ecco il risultato:
Evito di fare considerazioni, che lascerò alla coscienza di ciascuno che vorrà leggere, ma mi sentivo l’obbligo di scrivere 2 righe su questo argomento per le continue segnalazioni che ricevo, segnalazioni di persone disperate sia economicamente che per la paura delle ritorsioni di cui la PA potrebbe essere capace (ed è per questo che il documento è censurato a richiesta di chi mi ha fornito l’originale)
Naturalmente è un argomento tabù, tecnico e scomodo, ma in questo silenzio le aziende continuano a chiudere in un silenzio assordante dei nostri autorevoli amministratori pronti a promettere in occasione delle elezioni una pronta ripresa, sorvolando di quante aziende meritevoli stanno facendo chiudere per un meccanismo assurdo come quello del Durc.
Voglio chiudere con una proposta costruttiva, il pagamento di fatture della Pubblica Amministrazione in ritardo di oltre 1 mese non siano soggette al DURC e a Equitalia.
*Link all’originale: http://cesareortis.wordpress.com/2013/02/21/durc-ovvero-arma-di-distruzione-di-artigiani-e-aziende/
Ciao, e che mi dici se un aZienda sospende i pagamenti verso il fornitore con durc irregolare ma continua a dargli lavoro???
Grazie
Che chi gli fa i lavori ci perderà e basta
l’inps sul suo sito scrive che le imprese senza dipendenti inclusi i lavoratori autonomi che lavorano in proprio senza dipendenti e’ escluso dall’obbligo di dichiarare la propria regolarita’ contributiva e tenuto all’unico obbligo di dichiarare la propria idoneita’ tecnico amministrativa professionale
Pertanto IO IL DURC agli amministratori di condominio non lo forniro’ piu perche benche’ hanno il potere di stazione appaltante non sono legittimati a sostituirsi agli enti in quanto non sono un istituzione ma purtroppo abusano del potere che hanno per trattenere le nostre fatture di servizio nel mio caso di pulizie senza sapere che non possono accampare delle scuse per sottrarsi agli obblighi che hanno nei confronti dei fornitori in quanto i crediti dei fornitori non si prescrivono mai in alcun modo
Eppure oltre il 70% degli italiani sono andati a votare, compresi molti imprenditori in ritardo con il durc e con i casini connessi. Non c’è mai fine al peggio!!!!
Ciao Antonino caro, è sempre bello ritrovarti.
@JIMMY !!! grande. La tua è la dimostrazione di cosa può produrre un economia centralizzata e pianificata da burocrati e parassiti di ogni colore politico. Che conviene vivere di interessi per mancati pagamenti, piuttosto che essere pagato e far girare la ricchezza tra tanti altri (nella fattispecie, altri 150 !!!).
Non posso che darti merito e farti i complimenti per la chiarezza dei concetti che hai espresso. Ovviamente se racconti una cosa così subito fuori da questo sito, gli epiteti si sprecano, le maledizioni pure : lurido capitalista, imprenditore disonesto, evasore sicuro, riprovevole egoista e individualista, ecc…. secondo la liturgia lessicale conosciuta.
Alla impeccabile analisi del presente articolo possiamo aggiungere un gustoso corollario, anche se limitato (per adesso, in futuro chissà) ai soli crediti vantati verso amministrazioni della sanità:
– con dd-legge prodi-visco, poi promulgata da tremonti-berlusconi, ed infine puntualmente prorogata fino al 31.12.2013 da monti, restano sospese tutte le procedure esecutive pur in presenza di sentenza definitiva, in danno di enti strumentali del servizio sanitario nazionale (asl, stralcio-usl, ircss, regioni, crocerossa, minsalute, etc).
– tutto ciò, con la ridicola motivazione che sono in corso le procedure di accertamento del debito sanitario complessivo.
L’unica cosa buona che ho fatto in vita mia, è stato chiudere la mia azienda (grandicella) accreditata al ssn, buttare in mezzo ad una strada 150 persone me compreso, e lasciare gli assistiti privi dei servizi da me erogati (soddisfazione al 98%).
Ed ora mi diverto con le azioni legali sulle mie fatture inevase. Quando mi pagheranno mi pagheranno, tanto posso aspettare, non ho più impegni ed intanto gli interessi a mio favore ex-DL 231/02 corrono al 7,85% annuo.
Quale titolo mi avrebbe dato tanto?
L’impresa che contratta con la P.A. è tenuta a presentare il DURC all’atto del pagamento, se per effetto di questo ritardo nel pagamento l’impresa va in difficoltà può ribadire che ha versato in ritardo i contributi per colpa del mancato pagamento della P.A., e quindi la P.A. non dovrebbe richiederne un DURC di aggornamento in presenza di un ritardo, fuori dai termini contrattuali.
tra la teoria e la pratica ce n’è di differenza.
Se anche tu avessi ragione e quelli non ti pagano comunque, che fai?
Porti in causa la PA e, nel breve giro di un paio di lustri con annesse spese che non potresti permetterti, ti vedi magari condannare da un magistrato che sa perfettamente chi gli paga lo stipendio?
L’unica cosa è fare come con la peste, evitare le PA
ho lavorato anni nell’edilizia e potrei raccontarne un bel po’. come quella volta che un’amministrazione pubblica (comune) si rifiutava di pagareuna fattura vecchia di più di 6 mesi (parliamo di poche migliaia di euro) perchè il durc inviato loro a suo tempo era ormai vecchio di 6 mesi appunto.
Questi ci marciano con la speranza che a distanza di mesi l’azienda non sia riuscita a far fronte a tutti i suoi impegni contributivi bloccando così il pagamento a data da definirsi.
Finora è andata bene ma il timore è che prima o poi il giochetto gli riuscirà….
e certo che ci marciano.
E’ ovvio.
L’unica difesa che hanno le aziende è di smetterla di partecipare a gare, bandi e concorsi. Meglio non lavorare che lavorare non gratis, si badi bene, ma rimettendoci pure.
Lo Stato generalmente si finanzia attraverso tasse, debito pubblico, inflazione.
In Italia hanno inventato il quarto livello: inchiappettarsi i fornitori in modo del tutto legale.
Strozzinaggio organizzato di stampo statale.