Disobbedienza civile e resistenza fiscale. Queste le due parole chiave che animano i seguaci del Movimento Libertario, sorto nel 2005 da un’idea dell’editore Leonardo Facco e dell’imprenditore Giorgio Fidenato (di cuiL’Intraprendente ha già parlato qui). Un movimento che ha cercato di sfociare in un partito presentandosi con il logo di Forza Evasori alle scorse politiche, ma anche alla fine è rimasto fuori dall’agone, ma attivo sul territorio soprattutto del Nord Italia.
«Il Movimento è nato dopo le mie profonde riflessioni sul libertarismo puro – ci spiega Leonardo Facco, editore e autore di numerosi libri di successo – Il nostro attivismo si basa sulla disobbedienza civile e fiscale e ha l’intento di attuare una pressione sulla politica in questo senso, ma le nostre sono battaglie individuali. Noi vogliamo cambiare le cose, ma senza entrare nella stanza dei bottoni: secondo noi non è necessario».
Il riferimento al Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo è chiaro. Cosa vuol dire per voi dunque fare attivismo?
«Faccio un esempio: io lo scorso anno mi sono rifiutato di compilare il censimento perché non voglio essere schedato, poi visto che lo Stato impone il massimo sconto sui libri al 15 per cento, e questo uccide gli editori in questo momento, io me ne sono fregato e ho proposto il 60 per cento. Tanto se ci perdo, peggio per me che sono un imprenditore. Poi c’è stata la battaglia di seminare mais biotecnologico, per dimostrare che la libertà di intrapresa non può essere intaccata dallo Stato esattore. Ma soprattutto la battaglia del sostituto d’imposta che conduce Fidenato in prima persona: si consegnano al lavoratore tutti i soldi in busta paga e poi aiutano il dipendente a compilare debitamente il 730».
Questa disobbedienza, tuttavia, è considerata illegalità, e quindi quale prezzo avete pagato?
«Noi ci siamo autodenunciati, non lo abbiamo fatto di nascosto. Fidenato è stato condannato già in secondo grado, ma non mi interessa, andremo avanti fino alla Corte dei Diritti Europea».
Quella del Movimento Libertario alla fine è una sorta di legittima difesa nei confronti di leggi fiscali considerate sbagliate che stanno mettendo in ginocchio l’economia insieme alla burocrazia, alla giustizia che non funzione e ovviamente alla corruzione. Ma perché scegliere l’antipolitica?
«Ci sentiamo antipolitici in quanto antipartitici in senso tradizionale: se saremo in tanti a resistere e disubbidire potremo anche far cambiare le leggi senza bisogno di farci eleggere o di entrare in Parlamento: chiunque abbia prima proclamato idee simili in campagna elettorale e poi è stato eletto le ha tradite, oppure se ne è dimenticato quando è arrivato nella stanza dei bottoni. E tempo capiterà anche al Movimento di Grillo che tutto è fuorché antipolitico».
FIDARSI DELLO STATO ??
21/03/2013 Fisco
Segreto in forse sui conti scudati
Secondo quanto trapelato da un incontro tra l’associazione bancaria e l’Agenzia delle entrate, non c’è nessuna certezza che i conti scudati resteranno segretati in relazione all’importo depositato.