Se la seconda repubblica ha riproposto lo schema della scissione di Livorno tra socialisti e comunisti, con Berlusconi, erede dei primi, e i post-comunisti eredi…di loro stessi, oggi abbiamo la terza sinistra, rappresentata dal Movimento 5 Stelle, che si ispira a Serge Latouche, il profeta della decrescita.
E cosa ancor più assurda, è che i profeti della decrescita hanno attirato gran parte del voto di quei giovani che si lamentano per mancanza di opportunità, dovuta appunto alla mancanza di crescita. Se i giovani di oggi si riconoscono nel Movimento 5 Stelle e nei suoi valori, c’è ben poco da stare allegri. Reddito di cittadinanza, chilometri zero e anticapitalismo in varie salse: l’antitesi della società aperta. Si pensi al reddito di cittadinanza, ossia un minimo garantito a tutti. Al di là dei problemi di copertura finanziaria, è un provvedimento che mira a proteggere, non a offrire opportunità, che premia la voglia di sicurezza, comprensibile in vecchi e bambini, non il rischio e l’intraprendenza, che si vorrebbero in giovani e adulti.
Riguardo ai chilometri zero, con quelli si fa poca strada. Del resto, gli amanti dell’ambientalismo bucolico le strade le detestano, ma quella dei chilometri zero e dell’ambientalismo bucolico è la medesima retorica comunitaria del piccolo mondo antico, delle sue certezze e delle sue sicurezze, della mancanza di imprevisti e di novità. Ciò che caratterizza le ideologie anticapitalistiche e ambientaliste è l’approccio infantile e “materno” alla discussione dei problemi, il fascino regressivo delle “immagini materne” (rappresentate da Madre Natura), che fa breccia in particolare nei bambini. Le “immagini materne” accennano alle fantasticherie di un ritorno all’età dell’oro e a una sorta di paradiso infantile di totale felicità riconducibile a quello della vita preconscia nel grembo materno, il che si traduce inconsciamente nel desiderio arcaico di una fusione con Madre Natura e nell’adesione a ideologie, come quelle ambientaliste, che ci riportano allo stadio primitivo dell’infanzia del mondo.
Non a caso, il pensiero del guru del Movimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio, si fonda sulla profezia apocalittica secondo cui, in seguito a imminenti guerre ideologiche, razziali e religiose che porterebbero alla morte di 6 dei 7 miliardi di abitanti del mondo, il miliardo di sopravvissuti abolirà «i partiti, la politica, le ideologie e le religioni», sostituite da «Gaia», ossia la Terra come organismo vivente e unica divinità, nel cui nome un «nuovo governo mondiale» selezionato e organizzato tramite Internet governerà il mondo. E Beppe Grillo è il profeta di questo delirio, mentre l’Italia dei bamboccioni è il terreno ideale per questa ideologia infantile.
Un terreno ben coltivato da chi, battendosi contro ogni forma di concorrenza, ha finito per penalizzare proprio i giovani, che necessitano di mercati liberi da posizioni di rendita impossibili di scalzare e non di comodi alibi per giustificare le proprie mancanze.
*Link all’originale: http://carlozucchi.wordpress.com
I libertari si, caro Serpe, sono dei furbacchioni, ma il limite a loro posto della verità dei fatti li rende solo più scomodi da seguire perchè l’istinto cerca sempre di farti fuggire dai rigori della verità con tutti i limiti della nostra condizione di uomini viventi in un mondo ineradicalmente incerto del domani. Ciò prescinde da come qualsiasi buona novella ci voglia annunciare o descrivere il futuro.
L’infingardìa o le buone e sincere intenzioni di qualsiasi novella o annuncio nutrono il sentimento lenitivo dell’autoinganno. Quest’astrazione ci consente di affrontare il rigore della nostra condizione. Ma nulla amplifica la nostra felicità più della consapevolezza dei nostri passati ed abbattuti limiti attraverso la quotidiana costruzione del futuro per mezzo dei gesti di ognuno.
L’apparente insignificanza delle nostre quotidiane mansioni, in realtà, nasconde al nostro discernimento la totale inelaborabilità sinaptica della complessità implicata nelle inargnabili relazioni tra le azioni umane libere e volontarie.
Crescita per chi la vuole, niente crescita per chi non la vuole.
Decrescita per chi la vuole, niente decresita per chi non la vuole.
Lo stesso vale per lo stato, chi ha bisogno di un allevatore che gli dica cosa fare, cosa non fare, cosa comprare cosa non comprare, cosa consumare cosa non consumare etc etc etc …….. si tenga pure questa ingombrante e costosa badante, ma non pretenda che qualcun altro gliela paghi.
I libertari (di questo sito e movimento) sono dei gran furbacchioni, perchè sanno benissimo che le loro teorie, se applicate, condurrebbero al medesimo risultato della cosiddetta “decrescita felice”.
Per cui c’è poco da criticare.
Comprendessero invece come la “decrescita felice” è figlia dell’ideologia della crescita, che sta morendo. Come la loro voglia dell’assenza di stato è figlia dell’ideologia dello stato, che sta morendo.
“In un sistema economico fondato sulla crescita della produzione di merci, spiegano i promotori della decrescita, la concorrenza costringe le aziende ad aumentare la produttività adottando tecnologie sempre più performanti. Sistemi che consentono di produrre in poco tempo quantità sempre maggiori di merci, e con un numero sempre minore di addetti: più produttività e più offerta, ma meno occupazione. Di conseguenza: meno redditi, meno domanda, consumi in crisi. Squilibrio accentuato dalla globalizzazione”
Ecco, basta questa immane baggianata a far capire, a chi e’ in grado di capire, in cosa consista la decrescita.
Come se il risparmio dei clienti-consumatori, derivante dall’avere prodotti a minor costo e in quantita’ maggiori, fosse un male. E come se il tempo risparmiato grazie alle innovazioni tecnologiche non venga poi (come e’ ovvio che sia) usato in tanti modi utili a creare benessere…
Conoscete i luddisti? Si’, quelli che distruggevano le macchine nell’800, perche’ secondo loro toglievano lavoro agli operai?
Ecco, a quanto pare sono tornati. Per farci ripiombare in un’epoca in cui tutto il tempo a disposizione era destinato alla mera sopravvivenza. Se ti andava bene, ovviamente…
di un movimento molto confuso e disparato..è indiscutibile il fatto che il km0 oltre a poter essere un’ottimo modello da cui traggo evidenti benefici nella vita quotidiana visto che acquisto in maniera sempre più massiccia prodotti locali o italiani e di buona qualità, mi permette di non andare in un capitalistico centro commerciale ad acquistare carne di 4 scelta pagata un botto e alimentata a cereali simil quelli tanto osannati nel movimento libertario.
Preme inoltre, per quanto sia ambientalista ma dipendente di una azienda chimica, sottolineare la banalità dell’articolo che con una spolverata di ideali e accozzaglie fantasiose mette insieme un impasto di panzanate prive di un minimo dettaglio tecnico.
I numeri invece parlano chiaro,se con il km zero non si fa strada a detta dell’articolo, con il petrolio a certe quotazioni se ne fa ancora meno. Lo dimostrano il crollo del traffico autostradale o il crollo del consumo di carburanti, i tagli delle linee aeree..(parliamo di Singapore-NY..non Milano-Ibiza), il taglio delle tratte Maersk del 21% con i paesi Asiatici con il rallentamento delle navi a 17,5 nodi. I costi di qualsiasi materia prima sono esplosi. L’alternativa qual’è..il carburante Mon810?
Riporto un po’ di logica:
“In un sistema economico fondato sulla crescita della produzione di merci, spiegano i promotori della decrescita, la concorrenza costringe le aziende ad aumentare la produttività adottando tecnologie sempre più performanti. Sistemi che consentono di produrre in poco tempo quantità sempre maggiori di merci, e con un numero sempre minore di addetti: più produttività e più offerta, ma meno occupazione. Di conseguenza: meno redditi, meno domanda, consumi in crisi. Squilibrio accentuato dalla globalizzazione”
Più che di ideologie parliamo di numeri, perchè qualsiasi azienda nel mondo oggi soffre di mancanza o di elevato costo delle materie prime. Oltre al picco petrolifero parliamo di carbone, gas fracking, metalli e di tutti i derivati.
Per ritornare a temi a voi molto cari..il link di un documentario prodotto in America sullo sconvolgimento della filiera agroalimentare negli ultimi decenni ormai in totale declino.
https://www.youtube.com/watch?v=-CUVyBxQTb4